Di Cafaggiolo e d'altre fabbriche di ceramica in Toscana/Dedica

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Dedica

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Di Cafaggiolo e d'altre fabbriche di ceramica in Toscana Proemio
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ALLA NOBIL DONNA FELICE LASCHI

VEDOVA

DEL CAV. ARCHITETTO VINCENZO FUNGHINE.



Col dedicare a lei, egregia Signora, questo umile Commentario storico della ceramica toscana, intendo principalmente di onorare come posso la illustre e cara memoria del suo unanime e desideratissimo Vincenzo Funghini. Egli fu un di que’ pochi che, con intelletto ed amore, s’occuparono fra noi del’antica arte de’ vasi e ne scrissero, sostenendo a viso aperto, contro oppositori ostinati, che in Cafaggiolo nel Mugello si lavorarono belle maioliche artistiche. Oltre a ciò, senza perdonare a spese e disagi, egli raccolse nella sua casa d'Arezzo molti antichi oggetti d'arte, fra i qual primeggiano scelti esemplari di maioliche eseguite nelle più celebri Fabbriche d'Italia; e di quella Raccolta, visitata da molti conoscitori, é fatta menzione in libri che trattano di questa materia, con lodi all’intelligente raccoglitore. Le quali lodi postume al suo amato Vincenzo so quanto conforto le rechino nell'acerbo dolore; e vivendo ormai non più di speranze ma di ricordi affettuosi, con vedovile animo concorde, ella conserva ed accresce tale Raccolta, non tanto per adempiere un desiderio di lui, quanto perché le pare che aleggi in essa quello spirito gentilissimo, e si compraccia ancora di cosa che gli fu cara e diletta durante la vita. [p. 10 modifica]

Nè posso lacere, sebbene tema d’offendere la sua modestia, che ella è guida esperta nel mostrare gli esemplari; imperocchè non solo apprese molto dalla viva voce del suo marito, avendo comune con lui il gusto e direi la passione per gli antichi vasi smaltati e dipinti; ma, accompagnandolo negli annuali viaggi anche all’estero, potè vederne assai nei Musei, e ammirarli studiandoli. E in quei viaggi ella conobbe i più chiari scrittori di questa graziosa industria artistica, che tanto stimavano il suo Funghini, e poi ne deploraron la morte.

Questi titoli adunque e altresì l’amicizia che egli ebbe col comm. Gaetano Milanesi, dalle cui prime scoperte di documenti negli Archivi prende origine e importanza storica questo volume, mi danno motivo d’intitolarlo a lei, mia buona Signora, e alla memoria carissima del suo sposo, che tanto predilesse gli studi dell’antica ceramica e col Milanesi più volle ne conferì. Con ragione pertanto ella s’avvisò, che niun altro splendido e artistico monumento sepolcrale potesse essere miglior pignus amoris, per per dirla con Virgilio, nè più degno del Funghini, quanto quello innalzatogli con profusione d’ornamenti in maiolica, eseguiti nella stimata fabbrica del cav. Ulisse Cantagalli, a me, come lei, benevolo e invano ohimè! desideroso di veder pubblicato questo libro, atteso per tanti anni.

Firenze, il dì 8 dicembre del 1901.


Devotissimo suo

GAETANO GUASTI.