Discussione:Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Morto da Feltro e Andrea di Cosimo Feltrini

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La biografia vasariana del "Morto"è stata associata da Antonio Cambruzzi(1680) con la vita di Pietro Luzzo-Zarotto. Prima ancora Bonifacio Pasole( 1580) aveva scritto, nella sua "Storia di Feltre", di Pietro Luzzo-Zarotto. Bonifacio era l'amministratore per la Comunità dell'altare nella chiesa di Santo Stefano che conteneva la pala del Morto con S. Stefano, S. Vittore e la Madonna . La pala fu requista dalle truppe napoleoniche, portata via da Feltre e acquistata poi da un collezionista di opere d'arte tedesco . Ora si trova a Berlino alla gemaldegalerie ( su questa pala compare la firma , per Cavalcaselle falsa,"Lorenzo Luzzo..") . Nel 1990, del tutto inaspettati, sono stati scoperti ambienti affrescati da Morto a palazzo dè Mezzan a Feltre. Nell'atrio egli progettò la partizione e la decorazione degli spazi ideando un inganno ottico con due pareti che rappresentano un giardino e una panorama montuoso ( molto rovinati), due soprafinestre con putti che cavalcano tritoni ( ben leggibili) che derivano dalla sua esperienza nella bottega del Pinturicchio. In un salone parallelo resta di lui una fascia con un putto e un leone marino resi con colori chiari e scuri profittando delle venature di una lastra di marmo verde soltanto affrescata. Al primo piano lasciò una grande Venere ( alta 1 metro e 70 centimetri) che nasce dalla spuma del mare ( Anadiomene) simile alla " nuda" dipinta da Giorgione al Fondaco dei Tedeschi. Con lei , nel registro superiore appare Apollo con il carro del sole ( la stessa iconografia di un dipinto di Raffello Sanzio derivato da un opera romana antica), Urano che regge la volta celeste, Giove , Giunone , Atena e Ganimede. Infine incorona Venere di fronde una Niche alata. Lo stile "impressionista" deriva dalla pittura compendiaria romana del III e IV stile . Il modo di rendere il fondo chiaro, la mancanza di orizzonte l'atmosfera quasi "straniante" fanno di quest'opera un "paesaggio idillico-sacrale" simile a quelli degli affreschi romani antichi. Al posto del tempietto, dell'edicola o del boschetto sacro qui Morto mette la dea stessa: Venere. Nella stessa stanza Morto dipinse , su un riquadro di altra mano, il personaggio principale :Ercole che combatte contro Acheloo. Infine nel talamo dipinse tre " quadri di grottesca" (che potrebbero essere simili a quelli perduti per il talamo di Agnolo Doni a Firenze ). Vi sono rappresentati un Protovangelo, la Visitazione e l'Adorazione dei Magi. Le scene ,che si possono definire " impressioniste" ( anche se l'impressionismo nacque secoli dopo) sono rese a tocchi di colore puro accostati e sono circondate da grottesche non più derivate da copia di bassorilievo ( come quelle in voga nel '400) ma invece riprese dalle decorazioni pittoriche della Domus Aurea.La datazione del ciclo di dipinti , in base agli stemmi dei rettori veneti dell'atrio e ai costumi delle personaggi , è nel secondo decennio del '500 e non oltre. Le dame infatti non si sarebbero fatte ritrarre con i vestiti vecchi! Il palazzo è visitabile previa telefonata. Testo tratto da " Grottesche e putti a casa dè Mezzan a Feltre" di Giuditta Guiotto nella rivista "Dolomiti" 3 giugno 1993 "Giovanbattista Cavalcaselle:taccuino di viaggio sul Morto da Feltre" Giuditta Guiotto ."Dolomiti" ottobre 1998.telefono, 043989462