Donne e Uomini della Resistenza/Vinicio Franchini "Emilio"

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Vinicio Franchini "Emilio"

Nato a Milano l’11 ottobre 1912, deceduto a Milano il 25 dicembre 1970, comandante del Raggruppamento Brigate Garibaldi SAP a Sesto San Giovanni.

Di famiglia socialista e attivo antifascista, nel 1942 aderì al PCI.

Dopo l’8 settembre prese parte alla Guerra di Liberazione nelle fila della Resistenza lombarda.

Comandante a Milano della 110ª Brigata Garibaldi SAP, zona Loreto, via Porpora, via Padova-Cresenzago, pseudonimo “Alfredo”.

Designato da Alessio Lamprati come Comandante del Raggruppamento Brigate Garibaldi SAP a Sesto San Giovanni (107ª alla Pirelli), (108ª alla Breda), (109ª alla Ercole e Magneti Marelli), (184ª  alla Falck), per un totale di 2000 uomini, pseudonimo “Emilio”.

E’ stato anche Ispettore e Ufficiale di Collegamento del Comando Raggruppamento Brigate Garibaldi di Milano e provincia.

Delle varie azioni di “Emilio” in particolare si ricorda quella per la liberazione del Commissario politico Odoardo  Fontanella (“Olona”) e altri tre partigiani che si trovavano all’ospedale Niguarda di Milano per le percosse e torture loro inflitte.

Negli anni ’50 diresse la Commissione Interna della Innocenti. La direzione della ditta, come avvenne in quel periodo in quasi tutte le grandi fabbriche milanesi, ritenne di poterlo “comprare” offrendogli un lucroso lavoro di rappresentanza in Sardegna. Gli operai avrebbero perso così il loro capo più prestigioso e sarebbe stato più facile, per la direzione, far passare il cosidetto “ridimensionamento” che avrebbe colpito, come poi è stato, i partigiani e i patrioti, con il loro licenziamento. “Emilio” non accettò così come rifiutò una indennità speciale se avesse dato le dimissioni. Fu licenziato (dopo molti anni gli venne riconosciuta la “Giusta causa”) e nonostante le notevoli qualità di progettista nel campo dei motori a scoppio, subì diversi anni di disoccupazione, tanto da ridurre sé e la famiglia in penosa situazione. Rifiutò incarichi di partito; “Emilio” desiderava tornare al suo lavoro di tecnico ma ormai schedato dalla Confindustria non c’era posto in alcuna fabbrica italiana.

Franchini è stato anche il primo presidente della Sezione ANPI di Sesto San Giovanni.