Er Duca saputo

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Giuseppe Gioachino Belli

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Sonetti del 1843 Monziggnor de l'Annona e Ggrasscia
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1843

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ER DUCA SAPUTO

     Circa ar zor Duca tu discessi,1 Nina,
C’un ometto aggiustato2 come cquello
Nun ze trova in ner monno, anc’a vvolello
Cercà da San Giuvanni3 a Tterrascina.

     E io te so arisponne4 stammatina
Che cquer nostro sor Duca, poverello,
Drent’ar cestone5 in cammio6 de scervello
Ce tiè ’na provatura marzolina.7

     Quanno jerzera je portò Mmadama
Quela tartaruchetta sciuca sciuca,8
Sai che jje disse lui? “Sora salama,9

     Sta bbèstia nun zi disce tartaruca,
Ma ssi chiama testuccina,10 si chiama.„
Chi le sa ste cazzate?11 Ir ziggnor Duca.

19 gennaio 1843

Note

  1. Dicesti.
  2. Esatto, assennato.
  3. La Basilica di S. Giovanni in Laterano, presso la quale è la porta per cui si esce per viaggiare verso Terracina.
  4. Ti so rispondere.
  5. Dentro alla testa.
  6. In cambio.
  7. Noto formaggio, la cui figura simiglia sufficientemente un cervello.
  8. Ciuca ciuca: piccola piccola.
  9. Signora imbecille.
  10. Testuggine.
  11. Scipitezze, affettazioni.