Febo sul carro adorno

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Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Intestazione 8 maggio 2023 75% Da definire

Come l'ampiezza delle regie mura Se benchè al nome tuo fama raccenda
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni eroiche di Gabriello Chiabrera


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LIX

PER FRANCESCO D’ESTE

DUCA DI MODENA.

Febo sul carro adorno,
     Scotendo il freno d’oro
     Fatto ha più d’un ritorno
     Allo stellante Toro:
     5Ed io nessuno onoro.
     De’ ben diletti alla Virtute Eroi,
     Cor mio, che badi? e quale stato è questo?
     Seguono il neghittoso i biasmi suoi:
     Vuoi tu forse corona
     10D’altrove nati fior, che in Elicona?
Mira qual gioventute
     Di Cavalieri egregi
     Suolti pur con virtute
     Ornar d’incliti fregi,
     15Noi, che serviamo a’ regi,
     Tragittando di Lete il golfo oscuro,
     Spiegar dobbiamo ben velate antenne.
     Melpomene fedel sia Palinuro,
     E poi che il vento è fresco,
     20Salpiamo coll’onor del gran Francesco.
Umile di lui speme
     Fiero Aquilon disperga,
     Ed Austro seco insieme
     L’involva e la sommerga.
     25Alta co’ regi alberga
     Virtute, che del Ciel guarda le porte;
     E se del vulgo la credenza è frale,
     I gemelli Ledei rendanla forte,
     E l’ammirabil ira,
     30Per cui sparso tra fiamme Ilio sospira.
Quale a ragion non viene
     Onor di vaga istoria
     A lui, che in Ippocrene
     Sorge ognor sua memoria?
     35Lume d’ogni altra gloria
     Al Sol d’Achille disparisce e cede,
     E sel confessa la Meonia terra,
     Ove trascorse procelloso il piede,
     E delle turbe oppresse
     40Fece su’ larghi campi orrida messe.
Vaga Vergine, orrenda,
     Sul Xanto allor sen venne:
     Ivi vibrò tremenda
     Termodontea bipenne;
     45Ma poco alfin sostenne
     I rei furor della Tessalic’asta;
     Che difesa da’ suoi, benchè feroci,
     Cadde con guancia scolorita e guasta,
     E l’anima sdegnosa,
     50Corse di Stige per la strada ombrosa.

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Orsù non solo infonde
     Apollo arte di cetra,
     Ma d’Aganippe all’onde
     Presagio anco s’impetra.
     55Lo stral di mia faretra
     Avventerò, che in verità s’accheti,
     Qual chiaro se ne va per tanti lustri.
     Il Figlio altier della cerulea Teti;
     Tal fian le luci immense
     60Fra’ nostri re del giovinetto Estense.