Libro quinto - Capitolo 27
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17 settembre 2008
75%
letteratura
<dc:title> Filocolo </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Giovanni Boccaccio</dc:creator>
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Filocolo - Libro quinto - Capitolo 27 Giovanni Boccaccio1336
Libro quinto - Capitolo 27
Diana, la cui ira non molto era mancata, stette sopra la timidissima Annavoi, dicendo: "Ancora che la vendetta s’indugi, non menoma il dolore del dolente ricevitore di quella. Tu, perfida ucciditrice de’ miei suggetti, sempre il commesso male mostrerai. Tu in essiguo corpo e debile a ciascuno offenditore, ti muterai, e nella sommità di quello partorirai un fiore, il quale, chiuso, in cinque frondette verdi mostrerà le tre età varie de’ miei sudditi, e, aperto, paleserà i mal tolti tesori, dintorno a’ quali i cinque cuori de’ miei suggetti si vedranno"; né disse più. E questa subitamente in quella forma e in quel modo che Asenga si mutò, e essa similmente; ma i fiori furono diversi, ché dove Asenga in bianco fiore con molte frondi, Annavoi in vermiglio con cinque sole, e in mezzo gialla, si trasformò. E questo fatto, gl’iddii tornarono ne’ loro regni, e l’aere cacciò i suoi nuvoli e rimase chiaro -.