Filocolo/Libro secondo/58

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Libro secondo - Capitolo 58

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Libro secondo - Capitolo 58
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Di questo cavaliere si maravigliò molto Florio, però che oltre alla misura degli uomini grandissimo il vedea, ferocissimo nel viso, e tutto rosso, con una grandissima barba, e sì lucente, che appena potea sostenere di mirarlo. Ma udite le sue parole, rallegratosi molto di tale aiuto, quale era il suo, bassatosi in terra gli s’inginocchiò davanti, dicendo: - O sommo iddio, sempre sia il tuo valore essaltato, com’è degno; quanto per me si può, tanto più ti ringrazio del caro e buono arco che donato m’hai, e della tua compagnia, la quale a me indegno t’è piaciuto di farmi in questa necessità. Per che io ti priego che tu, come promesso hai, così al mio aiuto sii avvisato in non abandonarmi, acciò che io, tornando a Montoro con l’acquistata vittoria, le mie armi nel tuo santissimo tempio divotamente doni -. E questo detto, si dirizzò in piè, e chiamato Ascalion, disse: - Cavalchiamo, che tempo è, e a me pare già vedere empiere il tristo luogo di molta gente, e parmi vedere l’accese fiamme risplendere in mezzo di loro -. Ascalion sanza indugio si levò, e vide ch’egli dicea vero. Allora messisi gli elmi e presi gli scudi e le lance, montarono a cavallo seguendo Marte, che avanti loro cavalcava, verso quella parte dove Biancifiore dovea essere menata. Ascalion che a Florio vedea portare il forte arco, disse: - O Florio, e chi t’ha donato questo arco, poi che noi venimmo qui? -. - Certo - rispose Florio - l’alto duca delle battaglie, che qui davanti a noi cavalca, poco fa, dormendo io, mi chiamò, e donommi questo arco e questa saetta, e dissemi che noi cavalcassimo, allora che io ti chiamai -. Disse Ascalion: - Dove è quel duca che tu di’ che ’l ti donò? Io non veggio davanti a noi se non uno splendore molto vermiglio, del quale io t’ho voluto più volte domandare se tu il vedevi tu -. Disse Florio: - Quegli è desso; io veggo lo splendore e lo iddio che dentro vi dimora -. Allora disse Ascalion: - Ben ti dico che ora veggo che gl’iddii t’amano, e che tu dei pervenire a grandissimi fatti. Quale vuo’ tu della tua futura vittoria più manifesto segnale? Certo quella fiamma che apparve a Lucio Marzio sopra la testa, aringando elli a’ disolati cavalieri in Ispagna per la morte di Publio Gneo Scipione, non fu più manifesto segno del futuro triunfo. Né quella ancora che apparve a Tulio, ancora picciolo fanciullo, dormendo, nel cospetto di Tanaquila, fu più manifesto segnale del futuro imperio, che questo sia della diliberazione di Biancifiore. Adunque confortati e prendi vigoroso ardire, seguendo le vestige del forte iddio. E ora ciò che stanotte mi dicesti, sanza dubbio ti credo, ben che infino a qui molto dubitato n’abbia che vere non fossero le tue parole -.