Gazzetta Musicale di Milano, 1844/Suppl. al N. 26

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di gran lunga migliore dell’altro, e indi a poco quello di Ilerz; il quale, se dal lato del portamento la cede a quello di Kalkbrenner, lo sopravanza per altro d’assai, come quello che è più completo e pili progressivo; c dove il portamento di questo metodo fosse ricondotto verso la purezza di quello di Clementi c di Kalkbrenner, [ il che riuscirebbe agevole a farsi dagli stessi maestri il nell’atto dell’insegnamento, difficilmente polrebbesi j contrapporgli un altro più adatto ai bisogni presenti. Direste forse per questo che il Colombo sia stato abbandonato? Cibò! Direi che si vende maggior numero di metodi del Colombo in un mese, che non di Kalkbrenner e di llcrz in un anno. Quando la maggior parte de’nostri dilettanti di pianoforte è in alto <li eseguire un pezzo di musica anche della massima facilità, egli è una compassione il vederli dimenare i gomiti, contorcerle mani, e far prova di grande fatica, laddove esser potrebbero in tutta la loro agiatezza. Questo difetto che, secondo alcuni, pare debba offender soltanto l’occhio di chi vede, non l’orccchio di chi sente, è assai più grave di quello che potrebbesi credere; imperciocché ci porta nell’esecuzione uno stento, un’ineguaglianza, una confusione, un tocco ruvido e ingrato, che soffocano nella musica quanto essa richiede di soavità, di calore, di espressione, di vita, per insinuarsi a destare in noi qualche alletto, ed è gran ventura se pur le ne lasciano gustare la pretta materialità. 1 quali vizi riescono inevitabili, attesoché, se è cosa indubitata chela finezza dell’esecuzione non è conseguibile senza la facoltà di mettere in azione i diti, gli uni indipendentemente dagli altri, come polrassi rii) ottenere, se piima le dila non si rendono indipendenti dalla mano c dal braccio? V’ha delle persone così ben disposte dalla natura, che con un po’ di circospczione facilmente pervengono ad acquistare questa indipendenza delle dita..Ma ella non è cosa da lutti; eppur tale sarebbe increscioso di dover abbandonare per tal causa lo studio di uno strumento da lui forse prediletto, che d’altra parte sarà fornito di tutte le doli che richiedonsi per diventar abile suonatore. 11 Kalkbrenner ha pensalo a tal uopo di ricorrere ad un mezzo meccanico, ed ha inventato il guidamani. Mercè il quale, chi sa debitamente usarlo, perviene al desiderato intento. Che perciò? Pochi maestri adottarono il guidoniani. Essi non ne hanno capito l’importanza, e non si degnano di cercar più oltre; credono buonamente che il guidetmani ad altro non serva chea sostenere il braccio nella dovuta elevazione. Anzi taluno, fermo in tale credenza, prende ragione da essa per eliminare l’uso del gttidainani, dicendo che chi si avvezza a questo strumento, (piando ne tralasci l’uso, va soggetto a lasciar abbassare le mani, e ne ritrae per tal modo danno anziché profitto. Costoro non vedono (pianto possa l’abiludinc di tenere per più anni le braccia in una posizione costantemente eguale. Ma jicr toccare finalmente il punto al quale tende soprattutto quest’articolo, v’ha uno strumento ginnastico che dovrebbe interessare lutti i suonatori, il cui istrunicnto richiede mobilità, indipendenza nei diti, c uguaglianza di forza e di elasticità in ciascuno di essi, cd in particolare i pianisti. E questo il Chiroginnasta, inventalo a Parigi or fa poco più d’un anno dal fabbricante di pianoforti Casimiro Marlin, lo non istarò a fare la descrizione di questa ingegnosissima macchina, riprodotta alla perfezione in Torino dall’abilissimo signor Bcrlinclli (1). Quanto all" utilità che se ne può ricavare, per dimostrarla, io non vo’appoggiarmi alla valevole autorità della Gazzella Musicale di Milano (2), nè tampoco alla debolissima mia; credo che di quarantacinque dei più celebri tra maestri, piafi) Il sig. Pietro Bertinotti, che per la sua abilità nelrintarsiatiira e fabbricazione di mobili non solo si è reso chiarissimo in Torino, ma ha esteso la sua fama anco fuori del Piemonte, è altresì distinto e coscienzioso dilettante di musica. Avendo egli per sè medesimo sperimentata l’utilità del Chiroginnasta, non dubitò di render un servigio all’arie musicale, costruendone un numero adequato ai bisogni jwcsiipposti dei cultori della bell’arte nella detta città. 1 suoi strumenti, che sono copie di un originale del Marlin, non sé ne divariano per l’esattezza, la solidità c la bellezza: diresti che provengono dalla fabbrica del Martin, se il nome di questo i artefice vi fosse apposto.

  • (2) Vedi i numeri di questa Gazzetta, 9 e 41, anno

I corrente. La Red. nisli, violinisti e. flautisti che siano a’giorni nostri, i quali applaudirono pubblicamente all’invenzione del.Marlin, basti il citarne tre, c il trascrivere qui la lettera che ognuno di essi indirizzava all’inventore del Chiroginnasta. Lettera ih G. B. CRAMER. Signore, Ilo esaminato con attenzione il Chiroginnasta che m’avete mandato, e non dubito punto che coloro i quali si eserciteranno sopra i diversi ordigni ond’è composto, acquisteranno una grande estensione, cd i loro diti diverranno al tutto indipendenti gli uni dagli altri. Ciò che più mi ha colpito si è la semplicità del sistema operato nell’ordigno destinato a sviluppare la forza del quarto e del quinto dito, e specialmente del quarto, che dovrà con l’esercizio acquistare forza al pari delle altre dita. - Il Chiroginnasta sarà d’un’utilità incontestabile alle persone che vogliono acquistar forza nelle dita; e gli esercizi che sul medesimo si faranno, formeranno il complemento dell’educazione della mano. Ho l’onore, ecc. Lettera ih F. LISZT, Signore, Io sono ancor più direttamente interessato che la maggior parte de’ miei orrevoli colleghi alla buona accoglienza che si farà alla vostra ingegnosa invenzione, fi Chiroginnasta (indipendentemente dagli altri suoi vantaggi che i professori non potranno a meno di riconoscere) mi pare veramente destinato a render possibile al maggior numero dei pianisti l’esecuzione di un certo genere di composizioni inevitabili in questi tempi. Aon vi prenda meraviglia adunque se. fra poco, gli editori delle opere dei signori Chopin, Thalberg, Hcn soli, Dòhler, ccc. aggiugneranno alle nuove composizioni di questi signori, un Chiroginnasta come maniera eli servirsene. Gradite, o signore, ecc. Lettera ih S. THALBERG. Signore, Il Chiroginnasta, che ho esaminato con attenzione, mi paro uno de’più ingegnosi trovati, e destinato ad esser accolto con molto favore; io son persuaso che valendosi di questo strumento, lo studio del pianoforte diverrà meno faticoso e altresì molto meno lungo. Gradite, o signore, ccc. Sliamo ora a vedere se l’apatia di;’ nostri maestri non sarà almeno questa volta scossa dalle parole di così autorevoli persone. (Dal Messaggere Torinese.) r Luigi Rossi. cotiponiziom: musicale (ìj Presa nel senso generale, questa parola vuol significar l’arte d’inventare e di scrivere il canto, di accompagnarlo con buona armonia, in una parola, di fare uno sparlilo completo di musica con tulle le rispettive parli. Si è adunque l’invenzione, la possanza creatrice, che costituiscono il compositore originale, il compositore di genio. Abbiale delle idee nuove, adornatele di forme seducenti, trovale delle melodie semplici, graziose, tenere c passionale; offrite ai sensi, all’intelletto cd al cuore una serie brillante di quadri, d’immagini e di sentimenti; a queste condizioni voi prenderete posto fra i genj creatori, la turba ripeterà i vostri canti, ed il vostro nome diverrà popolare; ma se invece di tutte queste qualità, voi non avetea vostra disposizione che dei luoghi comuni, delle trivialità musicali, se non scolile in voi slesso il soffio poetico, quell’istintiva armonia, (pici demone musicale che fa presentire delle opere grandi c belle, credetelo a noi, non incominciate la carriera della composizione. Soyez plutôt maçon si c’est vôtre métier. Si nasce compositore come si nasce poeta. Nella musica come nella poesia, le più estese cognizioni c le combinazioni più profonde non saprebbero supplire al genio. Dna composizione musicale veramente distinta suppone Io sviluppo c l’esercizio delle più alte facoltà intellettuali: ella esige ad un tempo spirilo, anima e gusto; lo spirilo che crea ed inventa, l’anima che si commova c divenga passionata, il gusto che sceglie e dispone in un ordine conveniente le immagini e le idee. Tutti i grandi maestri hanno posseduto ad un ■ eminente grado queste diverse facoltà. ii Nondimeno non dovrassi con questo conchiuderc che! (I) Quest’articolò è estratto dal Dictionnaire de । Musique dei signori Escudier frères, comparso nel I mese di novembre. lo studio, ciò che chiamasi la scienza musicale, debba essere respinta come inutile. Tuli’altro; la profonda cognizione delle regole dettale dall’esperienza e dal raziocinio, sviluppa le idee del compositore a cui fu più larga natura, ed aumenta le risorse del di lui genio, abituandolo a servirsi senza sforzo delle più complicale combinazioni. Ma se un’intelligenza, anco supcriore, ha duopo del soccorso di una forte e solida educazione per fecondare, le sue buone qualità, devesi aver grande attenzione a non cadere nel fatale eccesso in cui alcuni moderni compositori si sono lasciali strascinare, sacrificando l’inspirazione alla scienza del contrapunto. Funesto errore che fu fecondo d’inganni. La scienza non saprebbe commovere se non vivificala dall immaginazione e dal cuore. Si osserverà che il maggior numero dei compositori, le di cui opere hanno acquistato una giusta popolarità, sembra non abbia spiegalo che un’erudizione estremamente limitata. Nelle loro produzioni 1 aridità della scienza scompare sotto i fiori della poesia. 1 teorici distinguono nella musica due sorta di composizioni: le composizioni ideali e le composizioni rigorose. Nelle prime il compositore abbandonandosi intieramente alla propria immaginazione, non ravvisa generalmente che una parte principale, in cui tutte le idee non sono fra loro legate che secondo le regole del gusto c dell’ordine, regole alle (piali si può anco derogare, sia per l’espressione e pei* l’effetto, in cui tulle le parli sono meramente accessorie. Tali sono un’aria d’opera, un a solo di concerto, ecc. Nelle coniposizioni rigorose il maestro tratta, giusta leggi precisissime, tutte le parti della composizione, le (piali, ancorché tendenti a produrre un effetto unico e generale, possono trovarsi disposte in guisa che ciascuna presenti un particolare interesse. Ed è ciò che costituisce l’arte di scrivere in diverse parti reali. La composizione si fa in diversi numeri di parti. Si specifica ordinariamente questo numeri) coi termini ili composizione a due, tre e (piatirò parli. Ma si comprende generalmente sotto il nome, di composizione a gran numero quella formata di più di (pialtro parti. I ra le composizioni di gran numero si ritiene come la più perfetta quella di nove parti reali. E quasi impossibile di far muovere un maggior ninnerò di parti senza raddoppiare la cantilena dell’una odi diverse di esse. Ogni composizione è vocale od islrumentale. Nella musica vocale devesi in primo luogo aver riguardo all estensione dello voci. Nello stile severo, nelle fughe, nei cori, (piesla estensione non deve eecc■ derc la decima, mentre al di là di questo limile il । corista grida nell’acuto c non si lascia udire nel basso. Nelle grandi arie o altre composizioni libero è permesso di estendere la scala dello melodii’, avendo peri) cura di circonscrivere le frasi principali nel diapason naturale delle voci c di non salire ai suoni acuti che accidentalmente. Nella musica islrumentale, l’cslension dello parli si regola sull’estensione degli islromcnti. L’Alemagna primeggia soprattutto nella musica islrumentale. Haydn, Mozart e Beethoven hanno portata la sinfonia agli estremi limili. La composizione musicale si divide anco in composizione religiosa, composizione drammatica, composizione di concerto o di sala. Le composizioni religiose devono avere un aspctlo 1 grave, severo, imponente, adallato ai sentimenti che esprimono, alla maestà degli edilizi in cui vengono eseguite. Ritrovasi tal carattere, nei canoni e nelle fughe del decimoterzo e decimoqua rio secolo; ma principalmente si fu all’epoca della renaissance che la musica religiosa prese un grande sviluppo. Palesi lina ne fu in tal ’epoca il rappresentante più sublime. Più tardi Pergolesc impresse in lai genere di composizione quella tinta di tenerezza c malinconia che formava il carattere distintivo del suo talento. In Germania Gian-Sebastiano Bach, il più illustre 1 membro di questa famiglia sì feconda di grandi maestri, comparve nel secolo dccimoltavo, c ci ha lasciato nel genere severo delle opere che serviranno eternamente di modello. Ai nostri giorni, Rossini nel suo Slabat ha saputo collegarc. i sentimenti religiosi alle forme graziose della musica moderna; c Donizelli ha provato nel suo Miserere che lo stile severo di chiesa [p. 108 modifica]108 —


eragli altrettanto famigliare che i brillanti effetti di | teatro. Indipendentemente dalla composizione religiosa propriamente delta ne esiste un’altra, la quale partecipa ad una volta della musica religiosa e della drammatica; noi vogliamo parlare dell’Oratorio. Handel nel Messia e nel Giuda Maccabeo; Haydn nella Creazione c nelle Stagioni; Beethoven nel Cristo al Monte degli Olivi, hanno lasciato sotto tale rapporto dei perfetti modelli. La passione, la vita, la fantasia, il colorito, lo splendore delle immagini, tali sono i caratteri che deggiono avere le composizioni drammatiche. Questo genere è senza contraddizione il più difficile. Seguire il dramma in tutte le sue fasi, dipingere tutte le situazioni, identificarsi ad ogni personaggio, animare le masse dei | cori e farle partecipare all’azione; sposare gli slromenli alle voci di maniera che l’interesse si mantenga vivo costantemente, tale è la missione del compositore drammatico. Per raggiugnerla con successo fa d’uopo esser dotati di una grande possanza intellettuale. La Germania e l’Italia hanno rivaleggiato di splendore, di fantasia e d’originalità nella musica drammatica; la Francia può aneli’ essa pretendere alla sua parte di gloria, e, sotto tale rapporto, la scuola francese dei nostri giorni, pili) citare con orgoglio il Guglielmo Teli di Rossini, la Vestale di Spuntini, Iloberlo il Diavolo di Meyerbeer, la d’Auber. Mula di Portici Ora parliamo delle composizioni di concerto e di sala. Si comprendono in questa categoria le suonate, i pezzi concertati, e ciò che chiamasi oggidì fantasie per pianoforte, per violino e per arpa, ecc. 11 carattere di queste produzioni è la civetteria, la leggerezza e la grazia. Boccherini, Haydn, Mozart, Viotti, hanno lasciato «lei capolavori in tal genere; e, tra i nostri contemporanei, i Paganini, i Baillot, i Berlini, i Labarrc, gli Ilerz, i Kalkbrenncr, i Zimmermann, i Vicuxlemps, i Bériot, i Thalberg, i Prudent, i Sivori, i Tulou. ecc., seguirono con successo le tracce di questi maestri. Fra le composizioni di concerto e di sala, non scordiamoci di mentovar la Ilonianza. Sotto questo rapporto la scuola francese s’è posta senza contraddizione al primo rango nel mondo musicale. Nulla giugno ad eguagliare la voga e la popolarità di cui godono in Europa alcuni dei nostri compositori di romanze, c particolarmente i signori Romagncsi, Panscron, madama Duchange, madamigella L. Puget, il sig. Th. Labarre, ecc. Ma altresì quale sentimento, quale ingenuità, quale grazia, quale delicatezza, qual gusto squisito trovasi nei loro piccoli drammi, nelle loro gentili creazioni! In Alemagna i Lieders di Schubert hanno schiusa una nuova strada ai compositori per sala c per concerto. Sotto l’influenza delle deliziose melodie di quel maestro, il carattere della romanza francese si è ingrandito c sviluppato. Si è a Nourrit che l’arte musicale, in Francia, va debitrice di tal progresso, mentre si fu questo grande artista che ci ha rivelale le opere di Francesco Schubert. PROGETTO m 1T707A RIFORMA MUSICALE ( Contili nazione, Vedi il N. 18, 19, 20, c 24). Molte circostanze m’obbligano, mio caro Lorenzo, a privarmi presto del piacere di trattenermi tcco per mezzo di lettere; onde volendo pur darti un’idea chiara, per quanto è possibile, con parole, della mia riforma musicale, scriverò ancora questa, e forse un’altra lettera, riserbandomi poi, quando lo creda opportuno, a scrivere più a lungo su questa materia in altra occasione. La musica, come le altre arti e scienze, prima di svilupparsi cd arrivare allo stato di perfezione, ebbe dirò quasi un’infanzia. Omnia veruni. principia parva sunt, sed suis progressionibus usti augentur. Eie. - Da prima un tubo di legno o di canna serviva di flauto; Ó molti di questi uniti insieme formavano la Zampogna. Quindi, per poter cavare varie voci da un solo tubo, l’invenzione de’pertugi, o fori. Pietre rozze rappresentavano gli Dei degli antichi greci. Alberi vuoti e meschine capanne furono le prime abitazioni degli uomini. In seguilo migliorando a poco a poco, in musica particolarmente ai dì nostri, siamo forse arrivali al più alto grado di perfezione. Resta però, se non vedo male, a perfezionare la maniera di scriverla. Stabilito il genere diatonico, dal quale non ci possiamo dipartire, c dovendo per conseguenza supporre, se non è, il fa diesis identico al sol bemolle, non capisco il perchè s’abbia da lasciare la cosa in maniera che si presenti sempre sotto differenti aspetti. Dalla progressione di quinta per i diesis, c di quarta per i bemolli nasce, come abbiamo dello altrove, un numero indefinito di scale, giacche questa non esclude i diesis come i bemolli tripli, quadrupli, ecc. Quanti inconvenienti non nascono da ciò? Chi stabilisce il suo sistema di scale partendo dal Do, e va poi di grado mischiando diesis a bemolli, ed arriva a scrivere anche le scale con due c tre diesis o bemolli doppj in chiave, che al solo vederle scritte., spaventano, e pare s’abbia da sormontare un’immensa difficoltà. Chi parte dal sol arriva fino ai sei diesis, e continua poi con cinque bemolli. Chi parie dal do e andando di quinta arriva fino al do diesis per principiare dal fa un’altra serie di quarta: e così in mezzo a questa discrepanza di sistemi v’è più d’uno che non sa quante sieno le scale principali. Ma v’è di peggio ancora. Ammettendo soltanto i diesis e bemolli doppj, ciascheduna delle sette note può formare dieci differenti toni, e per conseguenza do, do diesis, re, si, si beino!le possono venir sempre rappresentati dalla nota do. Dal che si potrebbe dedurre, stabilito il mi terza a do, che il mi doppio bemolle ossia re, sia terza a do doppio diesis ch’è lo stesso re, c così mi doppio diesis ossia fa diesis, sia terza a do doppio bemolle ossia si bemolle. Quanto non sarebbe più facile se ciascheduna di queste note si vedesse sempre scritta d’una maniera? Più facile per chi scrive, poiché senza bisogno di metter bequadri per toglier diesis o bemolli, il che sovente accade di dimenticare, non dovrebbe pensare che a scriver la nota rotonda o bislunga secondo il bisogno; e per la stessa ragione molto più facile all’esecutore in generale, e segnatamente a chi non conosce l’armonia. Il vantaggio maggiore poi sarebbe per il cantante. Nessun mi vorrà negare, spero, che non sia più facile il salto dal do al mi, che quello dal si diesis al re doppio diesis, ch’è pur Io stesso, o almeno secondo il nostro sistema coincide sulle stesse note. Lo stesso dicasi di tanti altri salii: come p. e., per dirne, un altro, dal do al si bemolle quanto non è più facile che quello dallo stesso do al la diesis? è dunque fuor di dubbio che una delle difficoltà per il cantante si è quella di vedere questi salti sotto differenti aspelli, e che faciliterebbe di molto la cosa il ridurli a non potersi scrivere che, in una maniera. V’è però ehi crede che il vedere il diesis o il bemolle innanzi alia nota faciliti l’intonazione, avendo associato l’idea a quello del crescere, a questo del calare: ma non è, secondo me, in ragione del diesis o bemolle, bensì della nota successiva, e questo s’otterrebbe nè più nè meno A rdendo una nota equivalente a quella con diesis o bemolle scritta con altri caratteri. E da riflettersi ancora che il diesis c bemolle non sempre si vedono accanto alla nota, e talvolta si fanno senza sapere; qui invece si vedrebbe la nota costantemente (al quale, si deve eseguire. lin’allra cosa di non molta importanza, ma che pur giova a far conoscere che non c’intendiamo bene in questo linguaggio, è quella di non poter dare una regola certa al principiante per distinguere, il modo maggiore dal minore, essendo ambidue muniti dello stesso numero d’accidenti. Io vorrei pertanto indicare il modo maggiore per mezzo della tonica, c distinguerlo dal minore aggiungendo a questa una linea trasversale. Ciò che presenta a prima vista un ostacolo è l’armonia. Negli accordi diminuiti ed alterati, pare non si possa far di meno de’ diesis e bemolli, perchè dalla maniera di scriver le note cambiano gli accordi; ma questo formerà il soggetto d’un’altra cd ultima lettera. Genova, fi febbrajo 1844. Maurizio Scorati. VARIETÀ Tutti i grandi uomini hanno le loro debolezze. Così Federico il Grande era più superbo del suo flauto che delle sue vittoriose battaglie. Il gran pittore David avrebbe voluto farsi valere per un violinista. Grctry si faceva più bello delle sue filosofiche dissertazioni che della sua musica. Bcrangcr dava molto maggior pregio a’ suoi lavori istorici che alle sue canzoni, che corrono per la bocca di tutti i suoi compatrioti. (G. M. di Vienna). GAZZETTINO SETTIMANALE I DI ’III.AVO — Giovedì sera 27 corrente davasi al Carcano la da 1 lungo tempo attesa Maria di Kohan di Donizetti. - Non j è nostro costume tener conto di plausi o di qualsiasi ì dimostrazione di pubblici, talvolta indulgenti, tal altra severi. Questa beli’ Opera dell’inesauribile autore fu | anche qui festeggiala, ma non sappiamo quanto la cassetta dell’impresario avrà ad arricchirsi in conseguenza di tale successo. Infatti l’Opera non s’attaglia agli attuali esecutori, e Maria di Bohan al paro di Boberto il Diavolo (se non più ancora) esige un’interpretazione vocale più degna). Noi l’attenderemo dunque a momenti migliori. - In quanto poi al merito del lavoro musicale i nostri lettori devono ancora aver presenti i dotti cenni! del nostro collaboratore Maestro Torrigiani, inseriti nel N. 23 della Gazzetta Musicale, anno corrente, coi quali, I per il poco che abbiamo potuto apprezzare in mezzo ad una esecuzione non sufficiente, troviamo di convenire nei principali punti. - Del resto non intendiamo far carico con: ciò nè agli esecutori, nè all’Impresa del Carcami. Quelli I fanno il loro dovere, questa intendeva di fare il proprio । interesse. Non lamentiamo che il solo destino, che; ne conduce a giudicare di nuove partizioni in teatri che trovansi nell’impossibilità di renderle nel loro integro valore. — Il Campanello dello stesso Donizetti al Re attira ‘ qualche viglictlo di più dell’ordinario. - È una graziosa! farsetta, che mista, come è, di prosa vivace e di musica • scorrevole, può fare per più sere le fortune di qualunque ■ teatro, le pareti del quale dimandino il melodramma i giocoso, più che il tragico. - Ne sorprende che il Cam! panello non abbia per anco fatto un maggior giro. Ma lo farà senza dubbio. I — L’Opera alla Canobbiana è agli cstreinijislanti della sua modesta carriera. Quantunque siffattamente affetta da malattia di languore c di consunzione, essa non pertanto si spegno di morte naturale. — La mattina pure dello scorso Giovedì venne cseI gnita nella Chiesa di 8. Tommaso una Messa solenne! espressamente scritta dal chiaro nostro maestro signor Paolo Brambilla. Vanno lodate in questa composizione la spontaneità e F eleganza delle melodie, nonché in alcuni pezzi concertali una profondità di scienza non comune, una rara facilità nella disposizione delle parti, cd una bella maestria nel rendere esattamente colla i musica il senso delle parole. — L’altro jeri è qui giunto il signor Giuseppe Donizetti, fratello del celebre compositore, c capo della musica militare di S. A. il gran Sultano. CORRISPONDENZA PARTICOLARE — Fiheaze. L’Emani è andato in scena Giovedì 20 corrente, ed ha fatto mollo incontro, il che va sempre più a consolidare la riputazione di questo sparlilo. La Frezzolini, l’oggi e De Bassini hanno colti molli onori cd innumerevoli applausi. L’esito della seconda sera fu anche superiore, sebbene i cantanti fossero un poco stanchi dalle replicate prove in teatro e nel Palazzo Vecchio, dove il giorno di S. Giovanni 24 corrente, doveasi dare una grandissima Accademia a benefizio degli Asili e nella quale questi medesimi artisti agivano. Peccato che la parte di Silva non abbia un esecutore eguale a Carlo, parte che De Bassini disimpegna assai bene! NB. Aon avendo la Bedazione per anco ricevuto il secondo articolo che il nostro collaboratore signor Balbi aveva promesso, per non tenerci in ritardo di notizie, diamo luogo per ora al seguente brano di lettera d’un nostro corrispondente, toccante l’attuale esecuzione degli Anglicani al Teatro Nuovo di Padova. Padova, 47 Giugno IS44. — Ora vi dirò qualche cosa rapporto all’esecuzione degli Anglicani, la quale per verità inerita qualche riflesso. Dividiamo questa esecuzione in due parli: cioè, la parte mutilata, e quella effettivamente eseguita. Ed in (pianto alla prima voi sapete che lo spartito in discorso è ricco di cinque considerevoli atti, fra’ quali segnatamente il terzo cd il primo sono molto lunghi. Già il Meyerbeer cade facilmente in questo difetto, e sembra ch’egli talvolta dimentichi che chi ascolta un atto deve sentirne altri quattro. Forse le sue teorie l’obbligheranno a procedere così, ma con sua buona pace l’esperienza c’insegna che la brevità non fu mai condannata. Non vi spiaccia se rimarco questa piccola macchia nel nostro sole musicale. Se quest Opera adunque dovesse essere eseguita tutta come sta in origine, porterebbe una esecuzione di pressoché cinque ore; ma siccome lo spettacolo non deve durare oltre a quattro, compresi i riposi ed un breve Balletto, così lo spartito fu ridotto a durare soltanto tre ore. Ecco, qua) corollario, una mutilazione di circa 2/5, caso, veramente nuovo [p. 109 modifica]- 109 li 0=o © <A c lagrimcvolc. Si sono levate tutte le repliche cd alcuni pezzi non ncccssarj e forse del minor effetto; e fin qui non c’è male: ma la vera strage consiste nell’avcr levate intiere parti di personaggi, e pezzi distinti. Soccombe alla prepotenza del fato lutta la parte di Margherita per mancanza di una Regina che canti, e vi si sostuisce una semi-comparsa, la quale si cerca che dia motivo (almeno colla sua presenza) agii artisti di eseguire il Giuramento,cioè il finale dell’atto secondo, non che il finale dell’atto terzo, ambedue pezzi veramente colossali. Soggiace alla stessa sorte tutta la parte del Paggio, che viene rimpiazzata da un semplice Porta-lettere. In conseguenza di ciò manca la metà del tinaie primo; manca la sortita di Margherita, il duetto fra Margherita e Raul, un coretto ballabile, e lutto ciò in somma, ove dovrebbero aver parte questi due soggetti. - Dimisi giustamente il pubblico di tanto sanguinose mulilazioni; accusa poi che m questo spartito non v’ha alcun che di delicato; e qui ha torto, non riflettendo, esistere quanto desidera nelle sole pagine piegale. Levale ino ad uno spartito qualunque tutti i soprani; esso vi risulterà sicuramente di un solo colore, dunque monotono; loche tanto più emerge in questa circostanza ove I argomento stesso non addimanda che la sola tinta forte, vo’ dire insidie, duelli, guerra e strage. Lasciamo questa parte, c passiamo piuttosto alla seconda, stendendo un velo sull’operato. La esecuzione di ciò che rimase salvo è affidata agli uomini, i quali lutti sono eccellenti. Cosi il braschini (Raul) è la delizia del nostro pubblico. E come non esser tale, se possiamo calcolarlo uno dei più eccellenti tenori della giornata?... Buon metodo, voce inluonata, estesa, fresca, robusta c simpatica sono le doti principali del Fraschini. Il Balzar (Marcello: non è al di sotto nel coglier palme, a lui doppiamente dovute, in (filanto che non essendo la sua parte secondo il suo genere di canto, pure sa mettere in opera da vero artista tutti ì suoi mezzi fier conservarla di quell’entità, che l’autore si è Proposto di assegnarle. Il Selva (St. Bris) è un giovane di liete speranze, e viene meritamente applaudito. Egualmente degno di lode è l’altro basso Demi rotte le pari-li secondarie cd i cori soddisfano plausibilmente al disimpegno di un così difficile e complicalo spartito. Ma la Maray non ebbe, nè veramente si meritò la medesima fortuna dei suddetti; e qui sta il male più grosso, poiché delle due grandi parti soprane dello spartito, una, come dissi, è tolta: l’altra non si vuole dal pubblico tollerare. L’orchestra non può essere nè più numerosa, né meglio fornita di professori valenti, di cui è direttore il signor Nicolò Maccari Spada. Esso merita encomio sì per la direzione, come per la finita esecuzione della romanza obbligata alla sola viola. Il vestiario, macchinismo e scene dipinte dal bravo Venier, formano bel corredo al nostro spettacolo, che nell’insieme è veramente degno di una capitale. Conchiudasi. - Lo spettacolo piace, o no?... Eun problema non fier anco risolto. Il Teatro è frequentalo, il pubblico applaude e gusla sempre più la divina musica, ma soffre mal volentieri le mutilazioni e qualche personaggio. In somma tulio progredisce nell’enigma

Piacenza. 1G giugno 184-4. Voi mi chiedete un po’ tardi le nuove del nostro spettacolo; e per questo dovrò io fallire la vostra aspettativa? No, davvero. Eccovele, e più brevi ch’io saprò fier annojarvi il meno possibile. - Ebbimo a cantanti le signore Barili madre c figlia (soprafir). Bellini (tenore), Torre e De Lorenzi (bassi). Si eseguirono tre Opere: Giovanna prima di Napoli del maestro Coppola, nuova per queste scene; poi la Gemma di Fergg di Donizetti c la Norma di Bellini, che tulle c due vennero a visitarci per la quinta volta. - L’opera di Coppola e un lavoro accoralo, e non manca di belle ispirazioni, ma l’istrumcnlazione sembra alcun poco pesante. - Il duo nel primo atto fra soprano e tenore è un pezzo d’effetto immancabile: in particolare il primo tempo emerge per un elegante movimento d’orchestra improntato di novità, cd esprimente mollo a proposito la sorpresa di Giovanna, mista a contento e terrore nel riveder l’esule Enrico che un imprudente affetto a lei conduce. L’adagio è tessuto d’un canto patetico, c si chiude con una frase assai rimarchevole. La cabaletta, che dopo breve preludio succede, è espressiva e spontanea, e se l’accompagnamento non fosse tormentato dai tromboni e dalI’officlcide, panni sarebbe stato più consentaneo alla situazione sommamente drammatica di quo’due personaggi. - Il largo del finale primo è concepito con larghezza di stile, e la massa vocale è molto bene adoperata. - La seconda parte, che si stacca con un motivetto semplicissimo, è trattala con tanta accortezza c magistero, che (fuel inotivello progredendo si rinforza, s’ingrandisce, diventa ben presto un lavoro sodo e squisito, e con una cadenza artificiosamente ritardata da un bel movimento di bassi e ben congegnati accordi si chiude questo pezzo che cagiona una vera esplosione di contento c d’applausi. La stretta è impetuosa ed anche assordante. - Un adagio nel duetto dell’ullimo atto tra Ugo e Giovanna tal (piale lo vuole l’interessantissima e commovente situazione, racchiude una melodia affidata ai violini, semplice e spirante innocenza, che felicemente si combina col canto principale dove tutto l’effetto sta riposto nel colorito. Il nostro Jona ben lo comprese: seppe trasfonderlo alla sua squadra violinistica, e l’esecuzione riusciva meravigliosa, per modo che quel pezzo era atteso con impaziènza, ed ascoltalo sempre con grandissimo interesse. Nè qui soltanto la nostra orchestra moslravasi valente, ma in tutta quesl’opera ci fece sentire quell’accordo c quo’ chiaroscuri che non sì facilmente ottengonsi nei teatri della Penisola. La cabaletta del soprano nel finale dell’opera è bella, ma (nella prima frase soltanto) rii corda un po’ troppo il sommo concetto di Bellini • Qual [ cor tradisti». Non vi terrò parola delle altre due opere. Una sola ì volta intesi la Gemma, ed un’altra la Norma; ed oh!

  • quanto mutata da quella Norma che sentivamo, corrono

| già dicci anni, dalla cara Blasis Virginia rapita ahi! troppo )O presto alla nostra ammirazione. - La signora Barili, conserva tuttora una voce bastantemente chiara, sonora, e potente nel registro di lesta. Nell’opera di Coppola, la cui tessitura ben le si attaglia, compariva dessa una cantante distinta, ed il nostro pubblico la festeggiava ogni sera. Anche nelle altre opere fu trovala valentissima attrice e artista studiosa mai sempre d’indovinare le intenzioni dell’autore, nelle quali riusciva felicemente allorquando esse armonizzavano con i suoi mezzi vocali - La figlia Barili, giovinetta trilustre appena, esordiva nella Gemma vestendo le pai ti d’Ida, c nella.Torma quella di Adalgisa. Spiegava ella una vocetta di soprano, estesa, flessibile, ma non ancora formala. Noi attenderemo dunque dal tempo un maggiore sviluppo della sua voce, non che del suo talento, e saremo ben lieti se troveremo quanto pare promettere. Torre e De Lorenzi cantarono forte e. facevansi applaudire. - Bellini al comineiamento della campagna e per alcune rappresentazioni con sca e aggradevole, e meritamente era applaudito in alcuni brani della Giovanna, particolarmente nell’aria del secondo atto, semplice e graziosissima per cantilena e fattura; ma in seguito la sua voce si appannò, e si nella Gemma che nella Torma non più freschezza e spontaneità, ma stento e gridi. Questo giovanissimo artista dovrebbe persuadere a sè stesso che l’organo della voce è delicatissimo, e che una volta perdutone il timbro, è perduto per sempre. Io porto tutta la convinzione che adoperando la voce con (pie’ sforzi violenti, e volendo emettere dei sol, dei la e dei si bemolle sempre col registro di petto, e cacciandone,a danno, non già a rinforzo del concetto, anche dove il maestro non sognò mai di porne, non può non rovinare completamente que’ bei mezzi.de’ quali natura gli fu cortese non solo, ma anzi prodiga. Si ricordi il Bellini che in brevissimo volger di tempo abbiam vislo a sparire dalla scena molti e molli giovani artisti, i di cui nomi non voglio farmi a ripetere, trascinali all’abuso, c quindi all’estinzione de’ loro bei mezzi o da eccessiva sensibilità, o da poco studio, o da troppo malintesa smania di farsi applaudire. Noi non vorremmo vederlo collocalo in quel numero. Non è con i sol, con i la. e con i si forzati che si arriva ad essere acclamalo buon artista; sibbene valendosi di quell’estensione che la natura accordò, e con giudizio e con gusto: le quali prerogative non si acquistano che dopo uno studio lento c ragionato. La nostra banda civica nell-ultima sera dello spettacolo eseguì alcuni piccoli pezzi, combinati dal suo direttore sig. Luigi Martelli professor valentissimo di trombone nella nostra orchestra, con tanta intonazione cd accento da sorprendere. Questi bravi giovinetti meritano tutto l’incoraggiamento possibile, e molta lodedevesi al Martelli per il bel pensiero di fornire una banda alla nostra città, c per l’interessamento ch’egli si prende nell’esercitarla. Anche la sinfonia del Xabucco avrebbe ottenuta un’eguale brillante esecuzione, se rallegro non fosse stato preso troppo presto, e ((nasi direi con furore. Era impossibile che que’ giovinetti potessero sostenere senza vacillare una tanta foga. NOTIZIE — A>noveh. Le sorelle Milanollo trovansi ora in questa città e vi danno concerti al teatro, alla presenza di sempre all’oliato uditorio. — Berlino. Pare che il Gatto calzato abbia trovalo una forte opposizione alla corte; la principessa di Prussia non l’ha trovalo punto di suo gusto. Si tratta di mettere in scena il Faust di Goethe, con musica di Radziwil. — ■ Breslavia. Il pianista.Michel Angelo Russo diede un concerto il primo corrente con molto successo. — B a uss elles. Il Barbiere fu generalmente ben accolto.-Nella Torma è ammirabile la sig.a Julien. - La signora Rouvroy ha sostenuto con mollo intendimento la parie di Adalgisa. - Labordc, che trovatasi indisposto, ebbe d’uopo deH indulgcnza dell’uditorio. - Zelgcr è un Oroveso eccellente; ei cantò egregiamente questa parte, dopo esser già stalo applaudito nell’aria della Calunnia. — Caen. Si formò testé un’associazione musicale a Cacn; quest’associazione, alla quale sono invitati gli amatori di tre dipartimenti, il Calvados, la Manica e l’Orne, si propone un doppio intento. Soccorrere i poveri e propagare il gusto della musica. Un gran festival sarà dato alternativamente ogni anno nel capoluogo dipartimentale. Il primo avrà luogo a Caco all’epoca delle corse, e si comporrà di due concerti, in cui si faranno sentire Barroilhet c parecchi altri artisti distinti di Parigi. 11 prodotto di questi concerti è destinato ai poveri. — Lione. Liszt è atteso in questa città. Si dispone ogni cosa a degnamente ricevere il più grande di lutti i pianisti. — Il pianista Lacombe. lasciando Besanzone, si è diretto a Lione, ove diede già un concerto fra i più vivi applausi. — Londra. Leggesi nella France Musicale. - Si assicura che l’imperatore di Russia, dopo aver sentito Lablache al teatro della regina, andò a complimentarlo calorosamente, c che offerse sì a lui che alla Grisi uno splendido contratto per il teatro italiano di Pietroburgo. — Ad una rappresentazione del capodopera di Bellini I Puritani, Fornasari c Lablache hanno lottato di potenza vocale nel bel duetto Suoni la tromba, che ha eletrizzalo l’uditorio. Un critico dice facetamente che si figurava d’assistere ad una lotta fier la supremazia fra la badia di Vestminstcr e la chiesa di s. Paolo. — Norimberga. Il direttore, del teatro ha potuto avere i seguenti cantanti dell’Opera italiana in Berlino, fier alcune rappresentazioni al suo teatro: signora Ranzi,. sig. Ferrari-Stella, sig. Pallrinieri, sig. Fanzini, ed il | ’ sig. Grandi. — NTova-Yoiik. 25 Aprile. Scrivesi da colà: - Domani o domani l’altro avrà luogo la riapertura del Teatro- Italiano, i di cui primi successi furono troppo felici perchè non si possa ritenere che le dodici rappresentazioni a cui si limitò la nuova compagnia non abbiano ad attirare il pubblico fashionable della nostra città; i mezzi di riuscita sono questa volta ancor più grandi. L’opera buffa che va a supplire all’opera seria e assai meglio adattata di quest’ultima all’educazione musicale ed al gusto dei dilettanti americani. Saranno gli stessi artisti, più ancora il signor Sanquirico. — Santini però non canterà che una sola volta al teatro italiano di Nuova-York; Valtellina, che doveva partire, si è deciso a trattenersi. Chiamalo ad occupare la piazza lasciata vacante da questo artista, Sanimi ha trovato la truppa italiana completissima, e per non danneggiare agli interessi pecunial i de’suoi compagni, sollecitamente lacerò il compromesso d una scrittura che gli si aveva diretta. Ma i dilettanti che han saputo apprezzare il talento del sig. Santini non vollero ch’ei fosse affatto vil(ima della sua generosa abnegazione; cedendo a sollecitazioni pressanti, ei consenti a fare la sua unica comparsa nella parte di Figaro del Barbiere di Siviglia. — S Maggio, - A ieuvtemps ha dato un magnifico concerto alla Nuova Orleans. L’entusiasmo fu tale, che dopo il concerto si tenne adunanza per aprile una soscrizione nello scopo di decretare una medaglia d’oro al sublime virtuoso. Due giorni dopo Vieuxtemps riceveva questa medaglia portante l’iscrizione: «29 marzo. Gli amatori della Nuova-Orleans a Carico f ’ieu.rlemps, omaggio al primo violino della sua epoca. • Questo attestato di ammirazione odi stima fa onore al buon gusto degli Orlcanesi, ed ha tanto maggior pregio, essendoché Artot e Ole Bull vi erano già stali sentili qualche giorno prima di Vieuitemps. — Thalberg e atteso a Nuova-York nella prima metà di luglio. — l’AiijGj, Il tenore Gardoni deve arrivare a Parigi nei Iprimi giorni di luglio, Un vantaggioso contratto l’aggrega all Accademia reale di musica. — Il sig. l’anseron pubblicò teste il Pi# Jesu da lui improvvisato su dei molivi di Montano et Stéphanie all’occasione delle esequie di Bei ton. Questo pezzo si vende a profitto del mausoleo di Berton. — Rossini non è per anco a Paiigi; Meyerbeer sta fier far rappresentare la sua nuova opera composta per I inaugurazione del. Teatro Reale di Berlino, e Donizetli si occupa delle sue funzioni di direttore della musica imperiale di Vienna. Non saremo dunque favoriti così presto, come lo si sperava, della presenza di questi illustri maestri. - Tosi il Ménéslrel. — Emilio Prudent e mad. Brambilla sono di ritorno d’Orléans, ove diedero un concerto che attirò alla sala del teatro una folla immensa ed eletta. La Brambilla ha eccitato l’ammirazione degli intelligenti nella deliziosa ballata di Maria di Rohan, alla quale ella seppe dare un colorilo di originalità inimitabile. Prudent vi destò un entusiasmo indesci ivibile. — Tre candidati si presentarono all’Istituto, i signori Ad. Adam, Ami». Thomas e Batoli. Si sa anticipatamente la scelta che farà l’Istituto. Fra i numerosi pretendenti al posto del sig. Berton, havvene uno che si è presentato con un titolo assai originale. Si indovinerà il nome di questo maestro? No, ognuno invano cercherebbero indovinarlo. Ebbene! questo maestro è il sig. Romagnesi. Il nuovo aspirante alla carica d’una delle glorie musicali della scuota francese ha diretto una circolare a tutti i membri dell’Istituto. In questa circolare il sig. Romagnesi dichiara che devonsi stabilire delle categorie fra i maestri, e che nella stessa maniera che v’hanno dei pittori di genere, vi devono essere pure all’istituto dei maestri di genere. Il sig. Romagnesi si presenta dunque per rimpiazzare una lacuna, come componitore di genere. Ecco un fatto che ci parve sufficientemente bizzarro per essere partecipato ai nostri lettori. (/•’rance Musicale). — Il sig. Barroilhel prende congedo dall’Opéra il C luglio prossimo; resterà assente un mese c mezzo. — Come lo si poteva preconizzare, l’annunzio del gran festival che si dispone per il venturo mese al palazzo dell’Esposizione dell’Industria, sotto la direzione del signor Ettore Berlioz, ha messo in moto tutto il pubblico musicale, non solo di Parigi, ma anche delle città circonvicine, c portino d’alcune lontane, (ili artisti di Lilla scrissero al signor Berlioz, per offrirgli generosamente il loro concorso. Una deputazione di quegli artisti si renderà a Parigi per prender parte alle ultime prove cd all’esecuzione del festival. Altre città non tarderanno a seguire quest’esempio. Tmr.srr.. Teatro Filodrammatico. Compagnia tedesca diretta dall’artista Thomé. Leggesi nell’Osservatore Triestino del 19 corrente: «Nelle scorse sere si diede un melodramma di P. A. Wolf con musica di Carlo Maria Weber, intitolato Precinta das Zigeunermadchen, in cui domenica la Miller, c lunedì la Grafenberg, sostennero la parte della protagonista, c certo la sarebbe cosa difficile a dii e (piale di queste due prime donne piacesse maggiormente. Il fatto è che tutte e due ebbero applausi interminabili. Il dramma stesso offre mollo belle situazioni, bella è la musica ed i cori, c specialmente quella dell’eco. L’esecuzione degli altri fu [iure soddisfacente». — Veksvili.es. Nel concerto dato dal signor Ciabatta, Francesco Liszt ha eseguilo colla sua prodigiosa [iolenza la Marcia funebre e la Cavatina di Lucia, la sua bella Fantasia sulla Norma, le sue deliziose Melodie ungheresi, e per ultimo il suo Galop cromatico. Non è a dire se il pubblico di Versailles abbia festeggiato il grande aclista. A ogni pezzo risonavano gli applausi. i bravo: era una brillantissima ovazione. - Ma ben si merita i più grandi elogi il signor Ciabatta, il distinto baritono, per aver sostenula la parte vocale a pari perfezione dell’istruinentale. - Al piano forte sedeva il maestro Vera, che accompagnò con intelligenza cd accuratezza. f ।? Un Pi r [p. 110 modifica]- -ilo KOBERTO 11 DIAVOLO MUSICA DEL MAESTRO ti 28 — ceti accoiupaquatuctilo?i SOTTO IL TITOLO DI fiata di Verdi» 20 — (IMMER&H IV) Di GIOVARVI RICORDI per Pianoforte EHXWI 1)1 16091 Op. 99. Fr. Dramma lirico in quattro parti MUSICA DI JFmitBwu 23riUimU 80 5 1 80 16165 20 16126 Fr. 5 Per Pianoforte a quattro mani TROVATORE ®O»U S 5 50 1 4874 strinilo, /badineGRA1T SINFONIA SOPRA MOTIVI DELLO SW IfflR 14881 21. pour le Piano SUR UNE CAVATINE FAVORITE DE L OPERA 14884 24. MARIA PADIULA DE 1)0X1 ZITTI Tulli i 24 16195 Partitura. 8. 16019 I 4877 1 4878 1 4870 14871 I 4865 1 4866 7. 8. 9. 16160 16161 75 50 1-4882 1 4885 1 4867 1-4868 14869 I 4862 14865 17. 18. 5. 6. Riduzione compietti per Canto con accompli guarnente di Pianoforte del signor «I. P Pixis Ir Ideai per Pianoforte solo

Idem per Pianoforte a (piatirò inani.., 1 4875 1 4876 Gli altri pezzi per Pianoforte a quattro mani «sotto i torchj per essere in breve pubblicali. (in piccolo formato) ridelle- ut modo facile e? in eli Olirci pezzi già annunciali nel foglio X. 17,sonosi pubblicati il giorno quindici corrente anche i seguenli: Finale I, Infelice!... e tuo credevi Fr. Parte li. Introduzione e Galop, Esultiamo!... Letizia ne inondi.. n Parte III. Preludio e Cav., Oh! de’ verd’anni miei n WUÎS Op. 140. 5 -4 NUOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI DELL’I. II. STABILIMENTO NAZIONALE PR1V1LF.G.’ DI ©pere teatrali moderne 15000.Vabiicodonosor di Verdi Fr. 20 — 15001 I Lombardi alla prima Cro16297 Cav., Come rugiada al cespite. Fr. 16298 Cav., Emani!... Emani, involami,» 16299 Duello, Qui mi trasse, e Terzetto, 7’ti su’ Emani!....... «DI 1390S Fr. 2 25 COMPOSTA DA so®» COMPOSÉES FAR Francois ijiinten Op. 127. N. 1. Fr. 3 — Vienna. Brillantissimo successo ebbe il Don Pasquale di Dooizetti eseguito il 45 corrente al teatro di Porta Carinzia. dai signori Ivanoff, Ronconi, Rovere e dalla signora Tadolini. Ivanoff nella parte di Ernesto parve dapprincipio un po’ incerto, ma in seguito prosegui colla sua solila bravura. Benissimo la sig. I addirli nella parte di Xorina. Acclamatissimo il sig. Ronconi (Malatesta) ed il sig. Rovere (Don Pasquale). — Leggiamo nella Berne et Gazette des Théâtres. Giorni sono abbiamo riportato i liligi de! signor Durmont per il signor Fornasari, c del signor Vnnier per il direttore del teatro italiano. Eccone il giudizio dato all’udienza del 18 maggio. • Il Tribunale, • Atteso che ai termini delle convenzioni verbali fra le parti, è stato convenuto che ogni malattia, qualunque sia la sua durata, sospenderebbe gli onorarj fino alla ripresa regolare del servizio; • Atteso, che risulta dalle discussioni e dai documenti prodotti che Fornasari ha inviato a Vaici dei certificati di medico dei 2, 6, lo e 17 febbrajo che constatavano che la sua salute non gli permetteva di prodursi sulla scena;» Che se il giorno 5 egli ha acconsentito a cantare per quella volta soltanto, in una rappresentazione a suo benefìcio, io cui la sua presenza era pressoché indispensabile, non si può considerare questa comparsa d’un giorno come una ripresa regolare del suo servizio, poichè all’indomani ci fece sapere all’amministrazione che quella rappresentazione l’aveva talmente affaticalo, die egli non avrebbe potuto continuare; • Per questi motivi, il Tribunale dichiara Fornasari inai fondato nella sua domanda, e lo sottomette alle spese. — S. M. I. R. A. si è graziosamente degnata di conferire al virtuoso di pianoforte, Leopoldo di Mayer, il titolo di I. R. Virtuoso di Gainera. (Gazz. Prie, di Milano). La stessa Sinfonia perii Pianoforte solo è il X. 1 4706 c per Pianoforte a quattro mani il X. 14701. POSTO IN MUSICA (Per voce di mezto soprano con accompagnamento di Pianoforte)

o

poar le Piano 16020 FT. 3 — MUSICA DEL MAESTRO 15909 15989 15990 1 5992 50 SCHÉRZI BOTANICI A1TGZL0 1U.FJÂ RICCÌ?t verdi- coiupodiloti 1 4861 X. 1. Introduzione. (Valeiu). 14864 4. 10. 14872 «12. 14875 15. 16. 25 1 4879 19.

111. Giglio rosso selvatico.

1 75 1 4880 20. IX. Ceree serpeggiante. (Ben1 75 X. Pelargonio notturno.(Aoc25. 1 25 GIOVAWI RICORDI pezzi in un sol volume I r. 1 I 1 I poólr ut mimica da per Canto (in con aecomp.0 75 25 25 25 V. Il ] eluvekio delle Siepi. (Coiugliano).... w VI. La.Seorrnm-rn. (Valeri) n VII. Ciccrbitao Crcspigno.ìocXI. Trifoglio e luto. (Rocchi) «XII. Ficnide notturno.(Pema.chini) ti — Uosa mutabile. ( Peruc50 25 SUR l’oPÉRA VINCENXO BATTISTA Pezzi ridotti per Canto con aecomp. di Pianoforte: 75 50 25 FANTAISIE BRILLANTE MARWR1TA DlfiÙ ’■ Scena c Cav., Contro il despota Angioino, per B Fr. 1 Ree. e Duello, Tranquillità suprema. per 2 S «‘ Preludio. Scena ed Adagio, Ah non è, non è la morte, per S.... «! Scena ed Aria, Non v’ha per me contento, per T

Verranno in seguilo pubblicati altri pezzi. 50 «MW 0)3 l^lKDIRà. chiave di &ol ) di Pianoforte dopo hizz.avottj: 2. Ore III. La Sassefca. (Perucciiini) 5. e IV. Il Dente, di Leone. (CoriIX. La Pilosella. (Rocchi)» X. Tiroide porporino. (Baldvc.ci)» XI. Ideila di giorno. (Florimo)h XII. Porcellana del meriggio. (Crescentini). I. Amoretto pratense. (ZincaREI.L1) ti II. Specie di Cicorictla.(ì. Cavaliere)... M III. Giglio di S. Bruitone. ((Aerimele) «IV. Al isso Montano. (Costa) h V. Ninfea Bianca. (Fioravanti Valentino)...» VI. La Calendola. (Circi) ” VII. Papavero a stelo nudo. 50 25 Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografìa Musicale di GIOVAVA! RICORDI Contrada degli Omenoni N. 1720, con deposito per la vendita in dettaglio nei diversi locali terreni situati sotto il nuovo portico di fasico all’I. II. Teatro alla Scala.