Giambi ed epodi/Libro II/Per il quinto anniversario della battaglia di Mentana

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Libro II - Per il quinto anniversario della battaglia di Mentana
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XXVI.

per il quinto anniversario

DELLA BATTAGLIA DI MENTANA


Ogni anno, allor che lugubre
L’ora de la sconfitta
Di Mentana su’ memori
4Colli volando va,
I colli e i pian trasalgono
E fieramente dritta
Su i nomentani tumuli
8La morta schiera sta.

Non son nefandi scheletri;
Sono alte forme e belle,
Cui roseo dal crepuscolo
12Ondeggia intorno un vel:
Per le ferite ridono
Pie le virginee stelle,
Lievi a le chiome avvolgonsi
16Le nuvole del ciel.

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— Or che le madri gemono
Sovra gl’insonni letti,
Or che le spose sognano
20Il nostro spento amor,
Noi rileviam dal Tartaro
I bianchi infranti petti,
Per salutarti, o Italia,
24Per rivederti ancor.

Qual ne l’incerto tramite
Gittava il cavaliero
Il verde manto serico
28De la sua donna al piè,
Per te gittammo l’anima
Ridenti al fato nero;
E tu pur vivi immemore
32Di chi moría per te.

Ad altri, o dolce Italia,
Doni i sorrisi tuoi;
Ma i morti non obliano
36Ciò che piú in vita amâr;
Ma Roma è nostra, i vindici
Del nome suo siam noi:
Voliam su ’l Campidoglio,
40Voliamo a trïonfar. —

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Va come fósca nuvola
La morta compagnia,
E al suo passare un fremito
44Gl’itali petti assal;
Ne le auree veglie tacciono
La luce e l’armonia,
E sordo il tuon rimormora
48Su l’alto Quirinal.

Ma i cavalier d’industria,
Che a la città di Gracco
Trasser le pance nitide
52E l’inclita viltà,
Dicon — Se il tempo brontola,
Finiam d’empire il sacco;
Poi venga anche il diluvio;
56Sarà quel che sarà. —


nov. 1872.