Giotto fu il primo che alla dipintura

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Anton Francesco Grazzini

Indice:The Oxford book of Italian verse.djvu Poesie Letteratura Giotto fu il primo che alla dipintura Intestazione 26 marzo 2022 75% Poesie

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G
IOTTO fu il primo che alla dipintura,

Già lungo tempo morta, desse vita,
               E Donatello messe la scultura
               Nel suo dritto sentier, ch’era smarrita:
               5Così l’architettura,
               Storpiata e guasta alle man de’ Tedeschi,
               Anzi quasi basita,
               Da Pippo Brunelleschi,
               Solenne architettor, fu messa in vita,
               10Onde gloria infinita
               Meritar quelli tre spirti divini,

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               Nati in Firenze e nostri cittadini.
               E di queste tre arti i Fiorentini
               Han sempre poi tenuto e ’l vanto e ’l pregio.
               15Dopo questi, l’egregio
               Michelagnol divin, dal cielo eletto
               Pittor, scultor e architettor perfetto,
               Che, dove i primi tre mastri eccellenti
               Gittâro i fondamenti,
               20Alle tre nobil arti ha posto il tetto,
               Onde meritamente
               Chiamato è dalla gente
               Vero maestro e padre del disegno;
               E tanti d’alto ingegno
               25Innanzi, seco, e dopo lui, son stati
               Artefici onorati,
               Chè d’opra di pennello
               E di squadra e di seste e di scarpello
               L’onore e ’l grido — abbia ognun pazienza —
               30Infino a qui è stato di Fiorenza.
               Ma or non so qual maligna influenza,
               O sole o stella o luna
               O destino o fortuna,
               Vuol che in Fiorenza sia
               35Di dipintor sì fatta carestia,
               Che, dovendo finirsi quel lavoro
               Che già, con poco senno c men giudizio,
               Fu cominciato da Giorgin Vasari,
               In quella chiesa o tempio o edifizio,
               40Che d’altezza e giudizio,
               Di grazia e di bellezza,
               Non ebbe al mondo è non avrà mai pari,
               Bisognato è per forza di danari,
               Non senza gran vergogna e vitupero,

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               45Far venir per fornirlo un forestiero,
               Il qua, per dire il vero,
               Nel disegnare e maneggiar colori
               Ha pochi, oggi, o nessun che gli sia pari;
               Ma, bench’ei fusse il primo fra più rari
               50Che sono stati al mondo dipintori,
               Varria niente o poco,
               Perchè non è in così alto loco
               Da’ maestri migliori o da’ peggiori
               Vantaggio tanto che vaglia una frulla:
               55Chè a ogni modo non si scorge nulla.