Il Canzoniere (Bandello)/Le Rime Estravaganti/XXIII - Non percosse giammai fra duri scogli

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Le Rime Estravaganti
XXIII - Non percosse giammai fra duri scogli

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Le Rime Estravaganti
XXIII - Non percosse giammai fra duri scogli
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XXIII.

Continua le lamentazioni della sestina precedente, paragonando la propria vita ad una nave travolta dalla bufera tra gli scogli.
      La si direbbe una prolissa parafrasi del verso dantesco: «Nave senza nocchiero in gran tempesta», Purg., VI, v. 77.
      Sestina.


Non percosse giammai fra duri scogli
     Nave, da venti combattuta e pioggia,
     Nè Giove, irato, folgorando, legno
     Con tal ruina svelse in monti e valli,
     5Com’or si trova la mia stanca vita,
     Che fa, piangendo, duo correnti fiumi.
Rivi, fontane, laghi, mari e fiumi,1
     Ricche cittati, apriche piagge e scogli,
     Non vider mai più sfortunata vita.
     10Ovunque io mi rivolgo, un’aspra pioggia
     Cade dal cielo, che, per basse valli,
     Girami, lasso!, come l’onde un legno.2
Senza timone e vela in vecchio legno
     Menar mi lascio da veloci fiumi.
     15Che, in mezzo d’alti monti, van per valli,
     Colmi di pietre, intoppi e d’aspri scogli;
     E, balenando il ciel con tuoni e pioggia,
     Di morte sfida la mia persa vita.
Afflitta e fuor di speme, la mia vita
     20In mar si trova, in disarmato legno,
     Ch’ad ogni vento e ogni poca pioggia
     E quando van superbi i grandi fiumi.
     Spesso mi spigne fra sassosi scogli,
     Qual sterpe, che ruina giù per valli.
25Così fuggendo da l’ombrose valli
     Entrai, ne l’alto, a l’amorosa vita,3

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     Talchè fra mille groppi e mille scogli,
     Errando corsi col mio fragil legno,
     Ch’al fin si ruppe in mezzo di duo fiumi,
     30Oppresso da tempesta e densa pioggia.4
Lasso, che, lagrimando, fredda pioggia
     Me ’ngombra sì che le campagne e valli
     Son molli del mio pianto; e tutti i fiumi
     Prendon tributo da mia dura vita.
     35Il mar, turbato, ancor travaglia il legno,
     Tra l’onde incerte e i dubbiosi scogli.
Quando rammento i scogli — e l’atra pioggia.
     Che d’alto legno — mi sospinse in valli,
     Canzon, mia vita — fa de gli occhi fiumi.

Note

  1. V. 7. Rivi, ecc., le consuete retoriche enumerazioni più volte osservate.
  2. V. 12. Girami, mi fa girare.
  3. V. 26. Ne l'alto a l’amorosa vita, come chi dicesse in alto mare.
  4. Vv. 31-34. La descrizione del dilagare delle sue lagrime è degna d’un perfetto poeta secentista.