Il Catilinario/XLVII

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Capitolo XLVII

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Gaio Sallustio Crispo - Il Catilinario (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Bartolomeo da San Concordio (XIV secolo)
Capitolo XLVII
XLVI XLVIII
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CAPITOLO XLVIII.


Della battaglia de’ Romani e de' Catilinarii.


Poichè furono tanto approssimati, che si poteano saettare e lanciare1, corsono l’uno contra l’altro con grande grida2 e con le contrarie bandiere: lasciano li dardi, e a spade combattono3. Li detti cavalieri antichi4, ricordandosi della loro prima virtù, combatteano molto fortemente; e gli avversarii, non come timorosi, ma come molto prodi, [p. 68 modifica]contrastavano loro. Di grandissima forza5 si combattea da ciascuna parte. In questo Catilina era con gli espediti e vigorosi della prima schiera: agli faticati soccorrea, e in luogo de’ fediti riponea gli altri; combattea molto, e faceva insieme officio di valente cavaliere e di buono signore. Quando Petrejo vide che Catilina, contra quello ch’egli s’avesse pensato, sì forte combattea, mise una coorte, che si dicea la Pretoria, in fra ’l mezzo de’ suoi nimici, e, avendogli rotti, eglino nientemeno difendendosi, uccise in quella schiera molti di loro; poi da ciascuno lato assalì, e combattè con li altri. Manlio e Fiesulano, capitani ch’erano fra li primi, furono morti. Poichè Catilina vide li suoi male andati6, e sè con pochi essere rimaso, ricordandosi di suo legnaggio, e della sua prima dignità, missesi7 in fra la grande moltitudine de’ nimici; e quivi combattendo fu trapassato8.

Note

    i giovani che fronte, parlandosi di un esercito o di una schiera, ec., vale la parte dinanzi di quello; e potrebbesi questo esempio aggiungere al Vocabolario, che non ne ha in questo sentimento di autori del trecento. Ancora si noti quell’indurato, o indurito che dir vogliasi, qui figuratamente adoperato, per avvezzo, sperimeritato.

  1. che si poteano saettare e lanciare, cioè che si poteano ferir di saette o frecce e di lancia: chè saettare vale ferir con saetta, e lanciare, che propriamente significa scagliar la lancia o simili armi, qui sta per percuotere, ferir di lancia. E così leggesi anche nel Lib. Pred.: Fu preso e legato ec., maladetto e condennato, crocifisso e lanciato.
  2. con grande grida) Grida val propriamente bando, cioè quel favellare ad alta voce che fa il banditore; ma qui vale grido messo unitamente da più persone, come ha il latino, clamor: e dovrebbe questo esempio mettersi al Vocabolario, dove la voce grida è stata aggiunta in questo sentimento, ma con un solo esempio del Caro.
  3. e a spade combattono) Qui la particella a, come altre volte è stato da noi avvertito, sta in luogo di con: di che vedi il nostro Trattato delle particelle.
  4. cavalieri antichi) Il testo ha veterani.
  5. di grandissima forza si combattea ec.) Di forza, posto avverbialmente, vale con forza, con impeto, gagliardamente; e qui di grandissima forza vuolsi intendere con grandissimo impeto, gagliardissimamente.
  6. poichè Catilina vide li suoi male andati) Notisi bel modo. Male andati qui si vuole intendere condotti a mal termine, rovinati.
  7. missesi per misesi: chè anticamente si dicea misse per mise.
  8. e quivi combattendo fu trapassato) Trapassare, oltre alle altre sue significazioni, ha pure quella di trafiggere, passare da banda a banda: e fu aggiunto dal Cesari al Vocabolario della Crusca con questo esempio.