Il Parlamento del Regno d'Italia/Corrado Arezzo di Donnafugata
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deputato.
Appartiene ad antica famiglia che risiedè a Catania talvolta, tal altra a Messina e a Ragusa, ricca di censo ed esercitante nell’isola una meritata influenza. Animata mai sempre da sentimenti patriotici, questa famiglia fu come di ragione perseguitata dai Borbonici, e il padre di colui, di cui ora facciamo discorso, si sottrasse a stento a gravi vessazioni coll’allontanarsi dal proprio paese, e far lunghi viaggi all’estero. Il giovine Corrado nel 1848, sebbene contasse appena l’età di 21 anni, fu eletto a membro del Parlamento siciliano. Nel 1860, sbarcato Garibaldi nell’isola, egli fu dei primi a recarsegli incontro e ad offrirgli ogni sorta d’ajuto. Redenta che fu dal giogo dei Borboni la Trinacria, il governo dette al Donnafugata il reggimento della provincia di Noto, ch’ei tuttavia non tenne a lungo, non avendo potuto conseguire che il ministero lo assecondasse concedendogli facoltà che per avventura eccedevano i limiti del suo potere. Da giovinetto il Donnafugata fu poeta, e dettò versi eleganti, non privi di novità e di soavità di concetto. Ma il giovinetto divenuto uomo, comprese come la propria terra abbisognasse di uno sviluppo industriale più efficace, quindi per parte sua cooperò al conseguimento di esso, col fondare una manifattura di cotone, in cui si tesse il prodotto dei suoi vasti possedimenti. Nella Camera, alla quale ei fu mandato dal collegio di Vizzini, non ha fino ad ora scelto un posto stabile, nè si dimostrò fino adesso esecutore molto scrupoloso dei proprî doveri coll’intervenire di frequente alle sedute e coll’assistere alle discussioni nel seno agli ufficî. Nel voto di fiducia chiesto ultimamente dal Ministero Minghetti alla Camera, il Donnafugata si dichiarò contro il Gabinetto.