Il Parlamento del Regno d'Italia/Giovan Battista Giorgini

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Giovan Battista Giorgini

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Felice Genero Francesco Lovito
Questo testo fa parte della serie Il Parlamento del Regno d'Italia


Giovanni Battista Giorgini.

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È uno dei più ragguardevoli cittadini, che la Toscana abbia inviato a sedere nel Parlamento nazionale. Professore di diritto all’università di Siena, le sue lezioni sono state seguite con molta attenzione dalla studiosa gioventù; autore di molti scritti in cui si rivela l’acume di un ingegno veramente superiore, e che rivestono [p. 760 modifica]le forme squisite di uno stile e di una lingua ammirabili.

Il suo patriotismo e le calde sue aspirazioni verso l’unità nazionale, lo hanno messo di buon’ora in contatto cogli uomini i più chiari per merito e i più nobili di cuore che la Toscana possieda. Nomineremo i Torrigiani, i Capponi, i Ridolfi, i Ricasoli. Quando gli avvenimenti politici del 1859 ebbero aperto un vasto orizzonte ai più distinti tra gl’italiani, il Giorgini prese parte attiva alle faccende del proprio paese, dapprima, quindi, compiuta l’annessione di esso al Piemonte, fu eletto deputato successivamente nelle due elezioni generali del 1860-61.

La Camera non tardò ad apprezzare le qualità del Giorgini, e l’attività soprattutto colla quale egli si adoperava a prender parte agl’importanti lavori parlamentari. E il Giorgini n’ebbe una prova evidente, nell’essere chiamato bene spesso a sedere nelle sue commissioni, essendone anche di frequente scelto a relatore. Ci basterà ricordar in questa circostanza, come la Camera per pubblica decisione affidasse al Giorgini l’onorevolissimo incarico di redigere l’indirizzo mediante il quale s’invitava S. M. Vittorio Emanuele II ad assumere per sè ed a legare ai suoi discendenti il magnifico titolo e la più splendida autorità di re d’Italia.

Inutile dire che il Giorgini è sempre stato uno dei più saldi campioni di quella maggioranza, che ha appoggiato volta a volta i Cavour, i Ricasoli e i Peruzzi. Conciliatore sempre, ma fermo nelle proprie opinioni, il Giorgini, modesto quanto altri mai, può citarsi ad esempio agli uomini i quali vogliono giovare al paese e mantenersi ognora in una via che il più acerbo tra i nemici non possa, se non calunniando, biasimare.