Il Parlamento del Regno d'Italia/Giovanni Battista Michelini

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Giovanni Battista Michelini

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Cirillo Monzani Tito Menichetti
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Piemontese, e membro da molti anni dell’Assemblea legislativa subalpina, il Michelini è uno dei deputati i più indipendenti che per avventura esistano nella Camera.

Non sappiamo assolutamente ch’egli abbia un partito al quale dia la preferenza, tanto negli uffici o nella discussione pubblica, quanto al momento di deporre il suo voto entro l’urna. Ma se il conte Michelini ha questa eccellente qualità, ha altresì un difetto che non possiamo tacere, e che consiste in una verbosità qualche volta irritante, che lo spinge a prendere un poco troppo spesso la parola, e a prenderla anche in momenti poco opportuni. Accade a lui quello che accade ai Minervini, ai Sineo, ai Sanguinetti, che per voler troppo essere ascoltati finiscono col non trovar più alcuno che voglia udirli. Vero è però che il Michelini non ha nè l’arroganza del Minervini, nè l’indomita ostinatezza del Sineo, nè la pedantesca insistenza del Sanguinetti; no, il Michelini parla volontieri, ed ha il torto di andar troppo per le lunghe, di ripetersi un pochette, di dir cose poco nuove, e di voler far tutto ciò quando già venti oratori hanno parlato prò e contro e intorno alla materia di cui si tratta; ma bisogna rendergli giustizia col riconoscere, che talvolta [p. 769 modifica]esterrefatto dai rumori e dalle reclamazioni dei suoi colleghi, il Michelini piega il capo, e si riduce a rinunciare alla parola, convertendo così in applausi i mormorî di disapprovazione e d’impazienza della Camera. Possiamo asserire che nè il Minervini, nè il Sineo, nè il Sanguinetti hanno mai avuto tanta longanimità.

Del resto non vogliamo con tutto ciò togliere al Michelini i meriti ch’egli ha, meriti che consistono in un patriotismo dei più esperimentati, in molta pratica delle cose parlamentari, e nelle altre prerogative, che appartengono ad uomo ben nato ed istruito, quale egli appunto si è.