Il Trecentonovelle

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Franco Sacchetti

1399 novelle letteratura Il Trecentonovelle Intestazione 11 settembre 2008 75% novelle

Indice

  •  Proemio 
  •  Novella II 
Lo re Federigo di Cicilia è trafitto con una bella storia da ser Mazzeo speziale di Palermo.
Parcittadino da Linari vagliatore si fa uomo di corte, e va a vedere lo re Adoardo d'Inghilterra, il qual, lodandolo, ha da lui molte pugna, e poi, biasimandolo, riceve dono.
Messer Bernabò signore di Melano comanda a uno abate che lo chiarisca di quattro cose impossibili; di che uno mugnaio, vestitosi de' panni dello abate, per lui le chiarisce in forma che rimane abate e l'abate rimane mugnaio.
Castruccio Interminelli, avendo un suo famiglio disfatto in uno muro il giglio dell'arma fiorentina, essendo per combattere, lo fa combattere con un fante che avea l'arma del giglio nel palvese, ed è morto.
Marchese Aldobrandino domanda al Basso della Penna qualche nuovo uccello da tenere in gabbia, il Basso fa fare una gabbia, ed entrovi è portato a lui.
Messer Ridolfo da Camerino, al tempo che la Chiesa avea assediato Forlí, fa una nuova e notabile assoluzione sopra una questione che aveano valentri uomeni d'una insegna.
Uno Genovese sparuto, ma bene scienziato, domanda Dante poeta come possa intrare in amore a una donna, e Dante gli fa una piacevole risposta.
Messer Giovanni della Lana chiede a uno buffone che faccia un bel partito: quelli ne fa uno molto nuovo: a colui non piace; fanne un altro, donde messer Giovanni scornato si parte.
Messer Dolcibene, essendo con messer Galeotto alla valle di Josafat e udendo che in sí piccol luogo ciascuno ha a concorrere al diejudicio, piglia nuovamente luogo per non affogare allora.
Alberto da Siena è richiesto dallo inquisitore, ed elli, avendo paura, si raccomanda a messer Guccio Tolomei; e in fine dice che per Donna Bisodia non è mancato che non abbia aúto il malanno.
Come Alberto detto, rimenando uno ronzino restío a casa, risponde a certi, che 'l domandano nuovamente, come nuovo uomo era.
Come Alberto, essendo per combattere con li Sanesi, si mette il cavallo innanzi, ed elli, smontato, li sta di dietro a piede, e la ragione che elli assegna quello esser il meglio.
Come Alberto, avendo a far con la matrigna, essendo dal padre trovato, allega con nuove ragioni piacevolmente.
La sorella del marchese Azzo, essendo andata a marito al giudice di Gallura, in capo di cinque anni torna vedova a casa. Il frate non la vuol vedere, perché non ha fatto figliuoli, ed essa con un motto il fa contento.
Uno giovene Sanese ha tre comandamenti alla morte del padre: in poco tempo disubbedisce, e quello che ne seguita.
Piero Brandani da Firenze piatisce, e dà certe carte al figliuolo; ed elli, perdendole, si fugge, e capita dove nuovamente piglia un lupo, e di quello aúto lire cinquanta a Pistoia, torna e ricompera le carte.
Basso della Penna inganna certi Genovesi arcatori, e a un nuovo giuoco vince loro quello ch'egli avevano.
Basso della Penna a certi forestieri, che domandorono lenzuola bianche, le dà loro sucide, ed eglino dolendosi, prova loro che l'ha date bianche.
Basso della Penna fa un convito, là dove, non mescendosi vino, quelli convitati si maravigliono, ed egli gli chiarisce con ragione, e non con vino.
Basso della Penna nell'estremo della morte lascia con nuova forma ogni anno alle mosche un paniere di pere mézze, e la ragione, che ne rende, perché lo fa.
Due frati minori passano dove nella Marca è morto uno; l'uno predica sopra il corpo per forma che tale avea voglia di piagnere che fece ridere.
Messer Niccolò Cancellieri per esser tenuto cortese fa convitare molti cittadini, e innanzi che vegna il dí del convito è assalito dall'avarizia, e fagli svitare.
Messer Dolcibene al Sepolcro, perché ha dato a uno Judeo, è preso e messo in un loro tempio, là dove nella feccia sua fa bruttare i Judei.
Messer Dolcibene per sentenzia del Capitano di Forlí castra con nuovo ordine uno prete, e poi vende li testicoli lire ventiquattro di bolognini.
Bartolino farsettaio fiorentino, trovandosi nel bagno a Petriuolo col maestro Tommaso del Garbo, e col maestro Dino da Olena, insegna loro trarre il sangue, ecc.
Marchese Obizzo da Esti comanda al Gonnella buffone che subito vada via, e non debba stare sul suo terreno; e quello che segue.
Ser Tinaccio prete da Castello mette a dormire con una sua figliuola uno giovene, credendo sia femina, e 'l bel trastullo che n'avviene.
Uno cavaliero di Francia, essendo piccolo e grasso, andando per ambasciadore innanzi a papa Bonifazio, nell'inginocchiare gli vien fatto un peto, e con un bel motto ramenda il difetto.
Tre ambasciadori cavalieri sanesi e uno scudiere vanno al Papa. Fanno dicitore lo scudiere, e la cagione perché, e quello che con piacere ne seguío.
Due ambasciadori di Casentino sono mandati al vescovo Guido d'Arezzo; dimenticano ciò che è stato commesso, e quello che 'l vescovo dice loro, e come tornati hanno grande onore per aver ben fatto.
Uno frate predicatore in una terra toscana, di quaresima predicando, veggendo che a lui udire non andava persona, truova modo con dire che mostrerrà che l'usura non è peccato, che fa concorrere molta gente a lui e abbandonare gli altri.
Lo vescovo Marino scomunica messer Dolcibene, e ricomunicandolo poi, dando della mazzuola troppo forte, messer Dolcibene si leva, e cacciandolsi sotto, gli dà di molte busse.
Ferrantino degli Argenti da Spuleto, essendo al soldo della Chiesa a Todi, cavalca di fuori, e poi, essendo tornato tutto bagnato di pioggia, va in una casa, dove truova al fuoco di molte vivande e una giovene, nella quale per tre dí sta come li piace.
Uno chericone, sanza sapere gramatica, vuole con interdotto d'uno cardinale, di cui è servo, supplicare dinanzi a papa Bonifazio uno benefizio, là dove dispone che cosa è il terribile.
Tre Fiorentini, ciascuno di per sé, e con nuovi avvisi per la guerra tra loro e' Pisani, corrono dinanzi a' Priori, dicendo che hanno veduto cose che niuna era presso a cento miglia; e cosí ancora che avevano fatto, e non sapeano che.
Bernardo di Nerino, vocato Croce, venuto a questione a uno a uno con tre Fiorentini, confonde ciascuno di per sé con una sola parola.
Messer Ridolfo da Camerino con una bella parola confonde il dire de' Brettoni suoi nimici, facendosi beffe di lui, perché fuor di Bologna non uscía.
Agnolino Bottoni da Siena manda un cane da porci a messer Ridolfo da Camerino, ed egli lo rimanda in dietro con parole al detto Agnolino con dilettevole sustanza.
Il detto messer Ridolfo a un suo nipote, tornato da Bologna da apparare ragione, gli prova che ha perduto il tempo.
Molte novellette, e detti del detto messer Ridolfo piacevoli, e con gran sustanza.
Messer Macheruffo da Padova fa ricredenti i Fiorentini di certe beffe fatte contro a lui da certi gioveni sciagurati, e con opere ancora il dimostra.
Un cavaliero di piccola persona da Ferrara andò podestà d'Arezzo: quando entra nella terra s'avvede essere sghignato, e con una parola si difende.
Lapaccio di Geri da Montelupo a la Ca' Salvadega dorme con un morto: caccialo in terra dal letto, non sappiendolo: credelo avere morto, e in fine trovato il vero, mezzo smemorato si va con Dio.
Ribi buffone, tornando da uno paio di nozze con certi gioveni fiorentini, è preso di notte dalla famiglia: giunto dinanzi al podestà, con un piacevole motto dilibera lui e tutta la brigata.
Ribi buffone, vestito di romagnuolo, essendo rotta la gonnella, se la fa ripezzare con iscarlatto alla donna di messer Amerigo Donati, e quello che rispondea a chi se ne facea beffe.
Ser Ciolo da Firenze, non essendo invitato, va ad un convito di messer Bonaccorso Bellincioni; èlli detto; e quelli, essendo goloso, risponde sí che e allora e poi mangiovvi spesso.
Sandro Tornabelli, veggendo che uno il vuol fare pigliare per una carta, della quale avea fine, s'accorda col messo a farsi pigliare, e ha il mezzo guadagno dal messo.
Berto Folchi, essendo in una vigna congiunto con una forese, alcuno viandante passando di sopra un muro, non accorgendosi, gli salta addosso, il quale credendo sia una botta, fuggendo grida accorr'uomo, e mette tutto il paese a romore.
Ghirello Mancini da Firenze dice alla moglie quello che ha udito di lei, e quella scusandosi, fa a littera quello di che è stato ragionato in una brigata.

[...]

Frate Taddeo Dini, predicando a Bologna il dí di Santa Caterina, mostra un braccio contro a sua volontà, gittando un piacevol motto a tutta la predica.
Messer Guglielmo da Castelbarco, perché un suo provvisionato mangia maccheroni col pane, gli toglie ciò che con lui molti anni ha guadagnato.
Messer Mastino, avendo tenuto uno provisionato a far sua fatti, e parendogli che fusse arricchito, domanda veder ragione da lui, il quale con nuova malizia fa ch'egli è contento non rivederla.
A Giotto gran dipintore è dato uno palvese a dipingere da un uomo di picciolo affare. Egli facendosene scherne, lo dipinge per forma che colui rimane confuso.
Agnolo di ser Gherardo va a giostrare a Peretola, avendo settanta anni, e al cavallo è messo un cardo sotto la coda; di che movendosi con l'elmo in testa, il cavallo non resta, che corre insino a Firenze.
Messer Lodovico da Mantova per una piccola parola, che per sollazzo dice un suo provisionato, gli toglie ciò ch'egli ha.
Coppo di Borghese Domenichi da Firenze, leggendo una storia del Titolivio, gli venne sí fatto sdegno che, andando maestri per danari a lui, non gli ascolta, non gli intende, e cacciagli via.
Messer Valore de' Buondelmonti è conquiso e rimaso scornato da una parola che un fanciullo gli dice, essendo in Romagna.
Guido Cavalcanti, essendo valentissimo uomo e filosofo, è vinto dalla malizia d'un fanciullo.
Passera della Gherminella, credendo trovare gente grossa per arcare, ne va in Lombardia, e trovandoli piú sottili che non volea, ritorna a fare il suo giuoco a Firenze.
Torello del Maestro Dino con uno suo figliuolo si mettono a uccidere dua porci venuti da' suo' poderi, e in fine, volendogli fedire, li porci si fuggono e vanno in un pozzo.
Uno Frate romitano di quaresima in pergamo a Genova ammaestra ch'e' Genovesi debbano fare buona guerra.
Un Vescovo dell'ordine de' Servi al luogo della chiesa loro di Firenze, dicendo le piú nuove cose del mondo, e le piú stolte, tira a sé di molta gente.
Maestro Niccolò di Cicilia, predicando in Santa Croce, gittò un motto verso il Volto santo, il qual è... , e fa rider tutta la gente.
Messer Beltrando da Imola manda un notaio per ambasciadore a messer Bernabò, il quale, veggendolo piccolino e giallo, il tratta come merita.
A Giotto dipintore, andando a sollazzo con certi, vien per caso che è fatto cadere da un porco; dice un bel motto; e domandato d'un'altra cosa, ne dice un altro.
Matteo di Cantino Cavalcanti stando su la piazza di Mercato con certi, uno topo gli entra nelle brache, ed egli tutto stupefatto se ne va in una tavola, dove si trae le brache, ed è liberato dal topo.
Due hanno una quistione dinanzi a certi officiali, e l'uno ha dato all'un di loro un bue, e l'altro gli ha dato una vacca, e l'uno e l'altro s'ha perduta la spesa.
Ugolotto degli Agli si lieva una mattina per tempo, ed essendoli poste le panche da morti all'uscio, domanda chi è morto égli risposto che è morto Ugolotto, onde ne fa gran romore per tutta la vicinanza.
Messer Pino della Tosa, essendo a uno corredo in casa di messer Vieri de' Bardi, ha una quistione con uno cavaliere, e messer Vieri l'assolve e fa rimanere il cavaliere contento.
Boninsegna Angiolini, essendo in aringhiera bonissimo dicitore, su quella ammutola come uomo balordo, e tirato pe' panni, mostra agli uditori nuova ragione di quello.
Uno Sanese, stando da casa i Rossi in Firenze, avendo prestato danari a uno di loro, va dov'e' giuoca e colui, veggendolo, e avendo vinto, comincia a biastemare, e 'l Sanese dice che non gli de' dar nulla.
Uno Genovese quasi uomo di corte per una festa che si fa a Melano, giugne dinanzi a messer Bernabò, il quale, volendo vedere come sostiene al bere, il fa provare con un gran bevitore suo famiglio; e 'l Genovese il vince.
A Tommaso Baronci, essendo de' Priori, sono fatte da' Priori tre piacevoli beffe.
Uno dipintore sanese, sentendo che la moglie ha messo in casa un suo amante, entra in casa e cerca dell'amico, il quale trovando in forma di crocifisso, volendo con un'ascia tagliarli quel lavorío, il detto si fugge, dicendo: «Non scherzare con l'ascia».
Uno Fiorentino toglie per moglie una vedova stata disonestissima di sua persona, e con poca fatica la gastiga sí ch'ella diviene onesta.
Fra Michele Porcelli truova una spiacevole ostessa in uno albergo, e fra sé dice: «Se costei fusse mia moglie, io la gastigherei sí, che ella muterebbe modo». Il marito di quella muore; Fra Michele la toglie per moglie e gastigala com'ella merita.
Maestro Dino da Olena medico, cenando co' Priori di Firenze una sera, essendo Dino di Geri Tigliamochi gonfaloniere di justizia, fa tanto che 'l detto Dino non cena, volendo dar poi i confini al detto maestro Dino.
Uno contadino da Decomano viene a dolersi a messer Francesco de' Medici che uno suo consorto gli vuol tòrre una vigna, e allega si piacevolmente che messer Francesco fa ch'ella non gli è tolta.
Il prete da Mont'Ughi, portando il corpo di Cristo a uno infermo, veggendo uno su uno suo fico, con parole nuove e disoneste lo grida, poco curandosi del sacramento che avea tra le mani.
Un calzolaio da San Ginegio tratta di tòrre la terra a messer Ridolfo da Camerino, al quale essendo venuto agli orecchi, con belle parole lo fa ricredente del suo errore, e perdonagli.
Minonna Brunelleschi, essendo cieco, di notte guida altrui ad imbolare pesche; e alcun altro furto per lui piacevolmente fatto.
Soccebonel di Frioli, andando a comprare panno da uno ritagliatore, credendolo avere ingannato nella misura, e 'l ritagliatore ha ingannato lui grossamente.
Maso del Saggio fa una gran ragunata di cittadini che abbiano grandi nasi in Santo Piero Scheraggi, e poi con piacevolezza dimostra loro ch'egli hanno grandissimi nasi.
Benci Sacchetti trae ad una brigata un ventre della pentola e mandaselo a casa per il fante, e in iscambio di quello mette nella pentola una cappellina.
Bartolino farsettaio, veggendo la sua donna esser molto nera, con belle parole la morde, come ch'ella non mostrasse intenderle.
Romolo del Bianco dice al frate in Santa Reparata, predicando dell'usura, che predichi di quelli che accattono, però che ivi erano tutti poveri.
Giovanni Apostolo sotto ombra di santa persona, entra in un romitoro, avendo a fare con tre romite, che piú non ve n'avea.
Uno tavernaio di Settimo, non potendo mettere e appiccare un porco alla caviglia, grida accurr'uomo e fa trarre tutto il paese: giunta la moltitudine, domanda aiuto, ed èlli fatto.
Uno prete, portando il corpo di Cristo, e passando la Sieve con esso, il fiume cresce, ed elli s'aiuta, e con una bella risposta dice che ha campato il corpo di Cristo a certi che erano in su la riva.
Messer Ridolfo da Camerino, per avere diletto d'alcuno, dice a Bologna una novella vera, che par miracolo; e per gli altri gli è risposto con altre due novelle, piú vere e incredibili che la sua.
Essendo amunito messer Valore che muti foggia, mettesi il cappuccio a gote, che mai piú non l'avea portato.
Una moglie d'uno orafo riprendendo il marito d'avere aúto a far con altra, ed elli riprende lei per simigliante cosa; ed ella risponde che l'ha fatto in utile della casa, e vince la quistione.
Volpe degli Altoviti, essendo a tagliere con uno, taglia testicciuole di cavretto, e 'l compagno, mentre che taglia, si mangia l'occhi; il quale, ciò veggendo, gli proffera si mangi anco i suoi.
Testa da Todi, essendo de' Priori, ha sotto carne arrostita insalata, e uno catello all'olore gli entra sotto, e abbaia, e tanto fa ch'elli la getta, e rimane scornato.
Uno va podestà, e lascia che la donna abbia guardia d'una botte di vino, sí che la ritrovi. Ella il dà a un suo divoto frate, e 'l marito, tornato d'officio, non se ne ricordò; di che ella pone a' Servi una botte di cera.
Uno gottoso facendo uccidere un porco di Santo Antonio, il porco gli fugge addosso in sul letto, e tutto il pesta, e assanna chi l'ha voluto uccidere, e campa.
Frate Stefano, dicendo che con l'ortica farà levare la figliuola della comare, che piú non dorma, ha a fare di lei; e la fanciulla gridando, e la madre dice che faccia forte, sí ch'ella si levi, credendo che faccia con l'ortica; poi in fine lo conobbe per falso compare e piú non volle sua domestichezza.
Essendo Salvestro Brunelleschi a ragionamento con certi, come l'avere a fare con le mogli era dannoso; e Franco Sacchetti dicendo che di ciò ingrassava; la moglie del detto Salvestro udendo ciò da una finestra, fa ciò ch'ella puote la notte perché 'l suo marito ingrassi.
Al proposto di San Miniato un venerdí santo da uno della brigata delli scopatori, con la bocca, è tolta l'offerta che avea su l'altare.
Dante Allighieri fa conoscente uno fabbro e uno asinaio del loro errore, perché con nuovi volgari cantavano il libro suo.
Dante Allighieri, sentendo uno asinaio cantare il libro suo, e dire: arri; il percosse dicendo: cotesto non vi miss'io; e lo rimanente come dice la novella.
Prete Juccio della Marca è accusato allo Inquisitore per le sue cose lascivie, ed essendo dinanzi a lui, gli dà di piglio a' granelli in forma che mai non li lasciò, che lo prosciolse.
Messer Dolcibene, essendo nella città di Padova, e non volendo il Signore che si partisse, con una nuova e sottile astuzia al suo dispetto si parte.
Il piovano da Giogoli ingannato da un suo fante, il quale con una gran piacevolezza li fichi buoni per sé mangiava, e' cattivi portava al piovano; dopo non molti dí veduto il fatto, n'ebbono gran sollazzo.
Messer Gentile da Camerino, mandando l'oste a Matelica, certi fanti da Bovegliano, essendo ebbri, combàttieno uno pagliaio, e nella fine, cogliendo ciriege, sono tutti presi.
Essendo messo di notte un bando in Firenze da casa Bardi, un cherico, essendo entrato in uno monimento per certe faccende, comincia a gridare, e 'l banditore si fugge, credendo sia stata un'anima.
Avendo maestro Antonio da Ferrara a Ravenna perduto a zara, capita nella chiesa dov'è il corpo di Dante, e levando tutte le candele dinanzi al Crocifisso, le porta tutte e appiccale al sepolcro di detto Dante.
Messer Giovanni da Negroponte, avendo perduto a zara ciò ch' elli avea, andò per vendicarsi, e uccise uno che facea li dadi.
Vitale da Pietra Santa, per introdotto della moglie, dice al figliuolo che ha studiato in legge, che tagli uno cappone per gramatica. Egli lo taglia in forma che, dalla sua parte in fuori, ne tocca agli altri molto poco.
Giovanni Cascio fa temperare Noddo, essendo a tagliere con lui, di non mangiare li maccheroni caldi, con una nuova astuzia.
Re Carlo Magno, credendo fare tornare alla fede... Giudeo, il detto... essendo a mensa con lui, lo riprende come egli non osserva la fede cristiana come si dee, onde il detto... testa rimane quasi conquiso.
Papa Bonifazio morde con una parola messer Rossellino della Tosa, il quale con una piacevole risposta si difende.
Messer Rinaldello da Meza dell'Oreno, essendo in Firenze, e veggendo molti giudici, si maraviglia come Firenze non è disfatta considerando che un solo ha consumato la sua patria.
Il vescovo Antonio fiorentino con uno piacevole motto confonde certi gentiluomini fiorentini, li quali si doleano che a un suo fedele e servitore, e loro congiunto, essendo morto per usuraio, non lo lasciava sotterrare.
Marabotto da Macerata con una nuova lettera, richieggendo di battaglia un gran Tedesco, libera per piú mesi la sua patria che non è cavalcata.
Berto Folchi è preso, standosi al fuoco, da una gatta, e se non fosse la moglie che con un sottile avviso il liberoe, egli ne venía a pericolo di morte.
Essendo andato una volta Salvestro Brunelleschi al bagno per contentar la donna, per generare figliuoli, la donna l'altro anno vi vuole ritornare; Salvestro gli dice che non è piú buono a ciò, e ch'ella provi con altrui, e la donna vi va sanza lui.
Essendo stati assaliti quelli da Macerata dal conte Luzzo, una notte venendo una grande acqua, credendo che siano li nimici, con nuovi modi tutta la terra va a romore.
Uberto degli Strozzi, essendo de' Priori, al tempo che lo Imperadore Carlo passò a pigliare la corona, in uno dí con due piacevoli detti quella tristizia fa convertire in risa.
Petruccio da Perugia, essendoli dato per debitore il Crocifisso dal suo prete, va con una scure percotendo il Crocifisso, e volendo da lui per ogni denaio cento, in fine è pagato.
Bertino da Castelfalfi, facendo una cortese lemosina a uno saccardo povero e infermo, essendo da' nimici preso, dal detto saccardo in avere e in persona è liberato.
Prova maestro Alberto, che le donne fiorentine con loro sottigliezza sono i migliori dipintori del mondo, e ancora quelle che ogni figura diabolica fanno diventare angelica, e visi contraffatti e torti maravigliosamente dirizzare.
Come le donne fiorentine, senza studiare o apparare leggi, hanno vinto e confuso già con le loro legge, portando le loro fogge, alcuno dottore di legge.
Non essendo obbedito dalla sua famiglia Buonanno di ser Benizo, armatosi tutto a ferro, corre la casa per sua.
Uno Massaleo da Firenze, essendo in prigione con uno giudice stato della Mercatantia, con una strana piacevolezza usata nel giudice si mostra avere errato.
Tre ciechi fanno compagnia insieme, e veggendo la loro ragione a Santa Gonda, vegnono a tanto che si mazzicano molto bene insieme, e dividendo l'oste e la moglie, sono da loro anco mazzicati.
Come a uno Rettore capitò innanzi con una questione una femmina con tre sordi, e come nuovamente e piacevolmente diffiní la loro questione.
Uno buffone di Casentino morde uno avaro con una nuova risposta, e fàllo ricredente della sua miseria.
Il Piovano da Settimo rimane scornato, perché uno, che era bastardo, scontrandolo gli dimostra, con una piacevole novella, come anco elli è mulo.
Stecchi e Martellino, con un nuovo giuoco e con un lordo, in presenza di messer Mastino, con la parte di sotto gittando molto fastidio, o feccia stemperata, infardano due Genovesi con li loro ricchi vestimenti, da capo a piede.
Facendosi cavaliere messer Lando da Gobbio in Firenze per essere Podestà, messer Dolcibene schernisce la sua miseria, e poi nella sua corte essendo mossa questione a messer Dolcibene, con nuova astuzia e con le peta vince la questione.
Uno standosi in contado, facendo volentieri dell'altrui suo, imbola un porco, e con sottil malizia nel mena, e morto che l'ha con sottil frodo il mette in Firenze, il quale, essendo scoperto, paga lire ventotto, e ancora lo restituisce a cui l'avea imbolato, e in tutto gli costa fiorini dieci, e rende il porco.
Volendo frodare un ricco di danari la gabella, s'empie le brache d'uova; essendo detto a' gabellieri, quando passa il fanno sedere, e tutte l'uova rompe, impiastrandosi tutto di sotto; e pagando il frodo, rimane vituperato.
Bartolo Sonaglini con una nuova e sottile astuzia fa sí che, essendosi per porre molte gravezze, d'essere convenevolmente ricco, è reputato poverissimo, ed ègli posto una minima prestanza.
Uno abate di Tolosa con una falsa ipocrisia, facendo vita che da tutti era tenuto santo, fu eletto vescovo di Parigi, là dove essendo a quello che sempre avea desiderato, facendo una vita pomposa e magnifica, si dimostrò tutto il contrario, recando molto bene a termine li beni del vescovado.
Uno cavaliere, andando in una podestería, porta uno suo cimiero; uno Tedesco il vuole combatter con lui ed elli niega la battaglia: in fine si fa dare fiorini cinque, che gli è costato, e pigliane un altro, e avanza fiorini tre.
Fazio da Pisa volendo astrologare e indovinare innanzi a molti valentri uomeni, da Franco Sacchetti è confuso per molte ragioni a lui assegnate per forma che non seppe mai rispondere.
Messer Giletto di Spagna dona uno piacevole asino a messer Bernabò, e Michelozzo da Firenze, avvisandosi il detto signore essere vago d'asini, gliene manda due coverti di scarlatto, de' quali gli è fatto poco onore, con molte nuove cose che per quello dono ne seguirono.
Messer Dolcibene, andando a vicitare uno cavaliere novello, ricco e avaro, con uno piacevol morso il desta a farsi fare qualche dono.
Uno giovene di Genova, avendo menata moglie, non possendo cosí le prime notti giacere con lei, preso sdegno se ne va in Caffa, e stato là piú di due anni, ritorna a casa con piú denari che non portò, avendolo la moglie aspettato a bell'agio a casa il padre.
Maestro Gabbadeo da Prato è condotto a Firenze, per avviarsi dopo la morte del maestro Dino, il quale venuto, gl'interviene che guardando uno orinale a cavallo, e 'l cavallo aombrando, corre a suo mal grado insino alla porta al Prato, ed egli non lasciò mai l'orinale.
Messer Dolcibene fa in forma di medico nel contado di Ferrara tornare una mana a una fanciulla, che era sconcia e svolta, nel suo luogo; e questo fa gittandovisi su a sedere.
Messer Francesco da Casale signore di Cortona mena Pietro Alfonso a mostrarli il corpo di santo Ugolino, là dove con nuove parole si raccomanda a lui, e con vie piú nuove si sta, e parte dal detto messer Francesco.
Soldo di messer Ubertino degli Strozzi, essendo capitano di Santo Miniato, usa certe astuzie con la malizia de' Sanminiatesi; e in fine, sanza tenere la metà de' fanti, vinse le sètte loro, ed ebbe onore.
Uno cavallaccio di Rinuccio di Nello, sciogliendosi, per correre drieto a una cavalla in Firenze, e 'l detto Rinuccio, seguendolo, con nuovi casi fece quasi correre a seguirlo la maggior parte de' Fiorentini.
Uno mulo traendo calci in Mercato vecchio fa fuggire tutta la piazza, e guasta la carne ed e' panni di cui era carico, fa venire in quistione i lanaiuoli co' beccari; e dopo molte nuove cose, il fine che n'è seguito.
Il vescovo Guido d'Arezzo fa dipignere a Bonamico alcuna storia, la quale essendo spinto da una bertuccia la notte quello che 'l dí dipignea, le nuove cose che ne seguirono.
Popolo d'Ancona buffone, per grande improntitudine e con nuova sottigliezza di parole, cava una cappa di dosso al cardinale Egidio, quasi contro al suo volere, e vassene con essa.
Ser Bonavere di Firenze, essendo richiesto a rogare un testamento e non trovando nel calamaio inchiostro, è chiamato un altro notaio a farlo; di che elli ne compera una ampolla, e portandola allato, si versa sopra una roba d'uno judice a palagio.
Riccio Cederni fa un sogno, come è diventato ricco con gran tesoro; la mattina vegnente una gatta il battezza con lo sterco suo, ed è piú tapino che mai.
Carmignano da Fortune con una nuova immaginazione sfinisce una questione di tavole passando per la via, la quale non si potea sfinire per chi non avesse veduto.
Alessandro di ser Lamberto, con nuovo artificio fa cavare un dente a un suo amico dal Ciarpa, fabbro in Pian di Mugnone.
Messer Tommaso di Neri manda un suo lavorante di lana al maestro Tommaso perché lo curi d'alcuno difetto; e portando l'orina al maestro, ne porta un pieno orinale e un mezzo orciuolo; e quello che ne seguita.
Maestro Gabbadeo con una bella cura fa uscire a uno contadino certe fave che gli erano entrate nell'orecchia, battendole su l'aia.
Bonamico dipintore dipignendo santo Ercolano su la piazza di Perugia, il dipigne col diadema di lasche in capo, e quello che ne seguita.
Bartolo Gioggi dipintore avendo dipinto una camera a messer Pino Brunelleschi di Firenze, il nuovo motto e altro che seguí.
Gonnella buffone predetto in forma di medico, capitando a Roncastaldo arca certi gozzuti, e ancora il Podestà di Bologna; e con la borsa piena si va con Dio, e loro lascia col danno e con le beffe.
Gonnella medesimo domanda denari che non dee avere, a due mercatanti, l'uno gli dà denari, l'altro il paga di molte pugna.
Antonio Pucci da Firenze truova esser messo in uno suo orto di notte certe bestie, e con nuovo modo s'abbatte a chi l'ha fatto.
Scolaio Franchi da Firenze, beendo con certi e avendo un bicchiere di trebbiano in mano e avendo commendate le bontà di quello, Capo del Corso con dolce modo gli lo toglie.
Il piovano dell'Antella di Firenze sente che messer Vieri de' Bardi fa venire magliuoli da Corniglia; truova modo, quando vengono, gli fa scambiare e to' gli per lui, e quello che seguita.
Giovanni Angiolieri, andando a vedere donne in Verona, percuote il piede in una pietra, e con empio animo col coltello voltosi verso lei, come fosse uomo la volea uccidere.
Due donne, di due conti Guidi moglie, si mordono con due maleficiosi detti, mossi per parte guelfa e ghibellina.
Messer Giovanni de' Medici balestra con una artificiosa parola Attaviano degli Ubaldini, il quale con quello strale la rende a lui.
Messer Giovanni Augut a due frati minori, che dicono che Dio gli dia pace, fa una subita e piacevole risposta.
Messer Ridolfo da Camerino, essendo invitato di combattere a corpo a corpo, con una piacevole risposta il fa conoscente.
Gallina Attaviani dà un bel mangiare a uno forestieri, credendo sia gran maestro d'una arte, e mangiato, truova il contrario; di che s'ha perduta spesa, e rimane scornato.
Uno Piovano, giucando a scacchi, vincendo il compagno, suona a martello, per mostrare a chi trae, come ha dato scaccomatto; e quando gli arde la casa, niuno vi trae.
Pero Foraboschi truova in un'oca cotta un capo di gatta, e quello perché gli fu fatto, e quello che gli avviene.
Messer Filippo Cavalcanti calonaco di Firenze credendo avere la sera d'Ognissanti una sua oca cotta, per nuovo modo gli è tolta.
A messer Dolcibene si dà mangiare una gatta per scherno: dopo certo tempo elli dà a mangiare sorgi a chi gli dié la gatta.
Ambrogino da Casale di Melano compra una trota, e messer Bernabò non può avere pesce; manda per Ambrogino, e vuol sapere di che fa sí larghe spese; ed elli con un leggiadro argomento si spaccia da lui.
Lorenzo Mancini di Firenze, volendo fare uno matrimonio e non potendo accostare il pregio della dota, con nuovo modo conchiude.
Gian Sega da Ravenna con nuova astuzia ha a fare con una giovene giudea, e tutti li Giudei che sono con lei fa entrare in uno necessario.
Buonamico dipintore, essendo chiamato da dormire a vegliare da Tafo suo maestro, ordina di mettere per la camera scarafaggi con lumi addosso, e Tafo crede sieno demoni.
Buonamico detto con nuova arte fa sí che una che fila a filatoio, non lasciandolo dormire, non fila piú; ed egli dorme quanto vuole.
Messer Valore de' Buondelmonti di Firenze, andando a uno corredo di Piero di Filippo, il morde con nuove parole, e Piero assai bene se ne difende.
Massaleo degli Albizzi da Firenze, con tre belle ragioni, morde l'avarizia d'Antonio Tanaglia suo vicino.
Uno villano di Francia avendo preso uno sparviero del re Filippo di Valos, e uno mastro uscier del re, volendo parte del dono a lui fatto ha venticinque battiture.
Messer Rubaconte Podestà di Firenze dà quattro belli e nuovi judicii in favore di Begnai.
Il canonaco de' Bardi fiorentino si richiama di ser Francesco da Entica, perché non volle prestare il ronzino a Aghinolfo; e messer Bonifazio da Savignano dà il judicio.
Uno cieco da Orvieto con gli occhi mentali, essendoli furato cento fiorini, fa tanto col suo senno che chi gli ha tolti gli rimette donde gli ha levati.
Bozzolo mugnaio, essendogli mandato grano a macinare, e con la guardia d'un fante che non si partisse acciò che non lo imbolasse, fa pescare la gatta, e imbola piú che mai.
Certi gioveni di notte legano i piedi di una orsa alle fune delle campane di una chiesa, la qual tirando, le campane suonano, e la gente trae credendo sia fuoco.
Madonna Cecchina da Modena, essendo rubata, con uno pesce grosso e uno piccolo, e uno suo figlioletto, sonando la campanella... .
A uno pover'uomo di Faenza è rubata a poco a poco una pezza di terra: fa sonare tutte le campane, e dice che è morta la ragione.
Barone di Spartano, dovendo ricevere un suo castello dal Papa, molto tempo con istento è tenuto in corte; di che con un notabil detto, mordendo il Papa, è spacciato.
Messer Azzo degli Ubertini nel palagio de' signori di Firenze riprende uno soldato che si duole, domandando denari, in otto dí non essere spacciato, allegando sé per lo contrario.
Messer Ubaldino della Pila fa tanto dell'impronto con un Vescovo, che fa licenziare al Vescovo che uno suo ortolano si faccia prete, e vienli fatto.
Farinello da Rieti mugnaio, essendo innamorato di monna Collagia, la moglie sua, sappiendolo, fa tanto che nella casa e nel letto di monna Collagia entra e per parte della donna amata Farinello va a giacere con lei, e credendo avere a fare con monna Collagia, ha a fare con la moglie.
A Buccio Malpanno d'Amelia è fatto credere, colicandosi un frate minore con una sua donna e lasciandovi le brache, che quelle son quelle di santo Francesco, ed egli se 'l crede.
Mauro pescatore da Civita_nuova, recando granchi marini gli mette nella rete sul letto, escene uno fuori la notte, e piglia la donna nel luogo della vergogna, e Mauro, soccorrendo co' denti, è preso dal granchio per la bocca; e quello che ne seguita.
Il Minestra de' Cerchi, avendo debito e guardandosi, stando a Candeghi è preso da' messi, li quali l'aescarono con una anguilla messa in una fonte.
Certi gioveni fiorentini, uccellando alle quaglie, andando, per ben cenare con le quaglie prese, al Pantano, luogo di Curradino Gianfigliazzi si trovorono piú là che Malalbergo.
Il Gonnella buffone vende alle fiera di Salerno stronzi di cane per galle di grandissima virtú, e spezialmente da indovinare; e come, ricevuto di ciò gran prezzo, se ne va libero.
D'una grande sperienza che 'l Gonnella buffone al tempo del re Ruberto fece verso Napoli, traendo da uno ricchissimo e avarissimo abate quello che mai da alcuno non fu possuto trarre; e per questo n'ebbe e dal re e da' suoi baroni grandissimi doni.
Cecco degli Ardalaffi, volendo correre un'asta di lancia verso li nimici facendosi guidare a Giannino suo famiglio il quale trascorrendoli innanzi, il detto Cecco pone a lui, credendo porre a' nimici.
Uno gentiluomo nel contado di Firenze va a furare un porco, e mettelo su una cavalla; guastasi la cavalla, e 'l porco per poco sale pute; e un altro che era insalato in casa fa il simigliante; e cosí rimane tristo e doloroso.
Jacopo di ser Zello mena uno garzone contadino da Altomena per farlo sperto orefice; e certi suoi compagni li mostrano come meni lo smalto, di che si ritorna a casa.
Maestro Alberto della Magna, giugnendo a uno oste sul Po, gli fa un pesce di legno con lo quale pigliava quanti pesci volea, poi lo perde l'oste, e va cercando il maestro Alberto acciò che gliene faccia un altro, e non lo può avere.
Uno Altopascino di Siena fa un brieve a una donna di parto, acciò che ella partorisca sanza pena, e giovali molto, e simile a molte donne a cui ella il prestò, dopo certo tempo il brieve s'apre, truovasi che dice cose strane e di grandi scherne, di che tutta Siena con grande risa ne rimase scornata.
Uno judeo fa un brieve a una donna perché uno suo figliuolo cresca, ed essendo da lei ben pagato, se ne va; poi a certi dí s'apre il brieve, e truovasi scritto in forma di gran beffe e scorno.
Due cognate moglie di duo fratelli, avendo gran voglia di far figliuoli, pigliano beveraggio da uno judeo, e paganlo bene; poi ad alcuno mese si truova che ha dato loro uova di serpi, e quello di ciò seguío.
Gonnella buffone compera un paio di capponi, e andando uno fanciullo con lui per li denari si contraffae per forma che 'l fanciullo per paura si fugge e dice che non è desso.
A messer Ilario Doria, venuto a Firenze ambasciadore per lo imperadore di Costantinopoli, con una sottile malizia da uno, mostrandosi famiglio di uno cittadino di Firenze, è tolta una tazza d'argento di valuta di trenta fiorini.
Messer Egidio cardinale di Spagna manda per messer Giovanni di messer Ricciardo, perché sente avere fatto contro a lui; ed elli vi va, e con sottile avvedimento gli esce dalle mani, e torna a casa.
Lo conte Joanni da Barbiano fa al marchese che tiene Ferrara uno grande inganno, ovvero trattato doppio, promettendogli d'uccidere il marchese Azzo da Esti che gli facea guerra, e dandogli a divedere che l'ha morto, riceve da lui castella e denari.
Ancora il conte Joanni da Barbiano fa uno sottile tratto, credendo pigliare una bastía fiorentina edificata in suoi danni, come che non gli vien fatto, e tornasi addietro sanza avere approdato alcuna cosa.
Agnolo Moronti fa una beffa al Golfo, dormendo con lui, soffia con uno mantaco sotto il copertoio, e facendoli credere sia vento, lo fa quasi disperare.
La Castellana di Belcari, veggendo passere da una finestra, e poi un asino, gitta un piacevol motto.
Una donna fiorentina, veggendo passere in amore, gitta un piacevole motto verso la suocera.
Il duca di Borgogna, andando a vedere certi suoi tesorieri in piú parti, s'abbatte a uno che non ricevendolo riccamente li dice che è la cagione; diceli che non vuole rubare; e quello che ne segue.
Maestro Jacopo da Pistoia, facendo una sepoltura a messer Aldighieri degli Asinacci da Parma, fa diverse beffe a un prete, ed elli si gode il suo.
Donnellino vende due oche a una donna a un nuovo pregio, sí ch'egli ha da lei ciò che vuole; la lascia vituperata e con danno e con beffe.
Lo re Filippo di Francia manda allo re di Spagna per un cavallo, il quale abbia tutte le proprietà di bene; e quelli li manda uno stallone e una cavalla, e dice se ne faccia fare uno come li piace.

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Uno piacevole motto che uno disse sul punto estremo della sua morte non gittò minor frutto che facessono le parole di messer Ottone Doria.
Messere Albertaccio da Ricasoli allega a un suo fratello una usanza di Francia, che si fa per lui, quelli ne allega un'altra che 'l vince.

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Ser Francesco dal Poggio a Vico vuole mandare pippioni a vendere; la mattina truova essere morto l'asino, che gli dovea portare, da un lupo; e 'l lupo è poi morto.