Il Vangelo di S. Matteo volgarizzato in dialetto milanese/Avvertimenti

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Avvertimenti

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Il Vangelo di S. Matteo volgarizzato in dialetto milanese Capp I
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AVVERTIMENTI

DELL’EDITORE, ONDE AGEVOLARE AGL’ITALIANI LA LETTURA DEL DIALETTO MILANESE.


1° Le consonanti doppie si pronunziano come se fosser semplici, ad altro non servendo se non ad indicare in molti casi il prolungamento della vocale che le precede; p. e. le voci rann, minna, pappa, si debbon profferire come se in italiano fossero scritte rān, mīna, pāpa, con vocale prolungata, e senza dare alla nn ed al pp il suono che si dà loro in italiano nelle voci ranno, cappa, etc.

2º Le vocali doppie si pronunziano come se fosser semplici, ma con suono prolungato, e non già come la ee e l’ii nelle voci italiane livree, pii, etc.

3° La e si profferisce talora aperta e talora chiusa, come in italiano.

4° La è, sempre aperta.

5° La ë, aperta e prolungata.

6° La ee, come e chiusa e prolungata.

7⁰ L’o, talora aperto e talora chiuso, come in italiano.

8° L’ò, sempre aperto.

9° L’ô, chiuso sempre e breve.

10° L’oo, come o chiuso e prolungato.

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11° L’u, come l’u francese. In fine di parola e preceduto dal g o dal q suona come l’w inglese nelle voci we, water, will, etc., e non già come l’u italiano. Le voci sangu, cinqu si pronunziano in milanese come se fossero scritte sangw, cinqw, cioè in una sola sillaba, e non già come gl’Italiani pronunzierebbero in due sillabe sangu, cinqu. Da ciò si comprende che l’u nelle sillabe finali gu e qu diviene una vera consonante, incapace perciò di formar sillaba colla consonante precedente. La lingua gallese abbonda di parole nelle quali l’w preceduto dal g riceve il suono di consonante, benchè questo carattere nella detta lingua serva per lo più ad indicare il suono dell’u italiano. Così, benchè la voce gallese gwr si pronunzj come un italiano pronunzierebbe gur, la voce gwraig si profferisce in una sola sillaba, dando all’w il suono dell’u milanese nella parola sangu. Siam d’avviso che questo suono dell’u milanese preceduto dal g o dal q in fine di parola sia d’origine celtica.

12° L'œu si pronunzia come in francese, e le parole di più d’una sillaba finite in œu ricevono sempre l’accento su questa vocale, benchè non venga indicato; p. e. incœu si pronunzia incœù.

13° Il c riceve due suoni come in italiano. Quando precede la e e l’i, o quando si trova in fin di parola,suona come nella voce italiana cera. In tutte le altre circostanze suona come il k, ossia come il c nella parola italiana casa.

14° Il ch, suona sempre come in italiano, ossia come il k.

15° Il g, talora come in italiano nella voce gente, e talora come nella parola gallo. Riceve il primo suono nelle sillabe ge, gi ed in fine di parola; il secondo in tutti gli altri casi.

16° Il gh si pronunzia sempre come in italiano nella voce ghetto, cioè con suono duro.

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17° L ’ j si profferisce come consonante, e come la generalità degl’Italiani (non già de’ Toscani) il pronunzia nella parola lavandaja (lavandaia presso i Toscani). L’i che precede l’j si pronunzia talora con suono assai prolungato.

18° La n in fine di parola si pronunzia non solo nasalmente, ma senza il concorso della lingua. È lettera palatale in questo caso, e non linguale. Si noti che la n che precede il suono del g e del c duri, non solo in milanese ed in italiano,ma in pressochè tutte le lingue dell’universo cangia il suono linguale nel palatale corrispondente. In fatti la lingua non concorre nella formazione del suono della prima n della parola Ancona, mentre agisce in modo palėse nel profferimento della seconda. Questa sta a quella come il t ed il d stanno al k ed al g duro, o come un suono linguale qualsiasi sta al suo suono palatale corrispondente.

19° La nn si profferisce come n semplice italiana, con suono linguale.

20° La s riceve i due suoni, come in italiano.

21° La sc nelle sillabe sce, sci ed in fine di voce si pronunzia come in italiano nelle parola sciabola. In tutti gli altri casi come nella voce italiana scaglia.

22° S’c si profferiscono in due suoni distinti, cioè separando quel della s da quel del c nella voce italiana cera.

23° La sg nelle sillabe sge, sgi ed in fine di parola riceve il suono del j francese. In tutti gli altri casi suona come nella voce italiana disgrazia.

24° S’g si pronunziano separando il suono della s da quel del g nella voce italiana gemere.