Il diavolo nella mia libreria/Pandora

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Pandora

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Fiat voluntas mea Eva e il Serpente
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Pandora

Ecco, ecco un libro, sacerdotale anch’esso. Un cosino smilzo di poche centinaia di versi, ma fa paura. Come ti trovi tu qui o Giorni e Opere di Esiodo? Io ti tradussi con innocenza nella mia gioventù. Conoscevo il greco, ma non ti capii. Ora non ricordo più il greco, ma ti capisco. Oh, immortale discorso di Giove a Prometeo! Giove dice a Prometeo: Tu ti rallegri di avermi ingannato perchè mi hai rapito il fuoco, ma gran sventura ne verrà a te e agli uomini industri. A costoro in cambio del fuoco io darò il Male; ed essi tutti ne gioiranno entro l’animo loro, ed il Male accoglieranno ospitalmente. [p. 68 modifica] Così ebbe detto; indi rise il padre degli Dei e degli uomini.

Come è meraviglioso quel rise!

E Giove fabbricò Pandora!

E tutte le Dee e tutti gli Dei dell'Olimpo erano attorno a Pandora, per farla bella! Quale toilette! Tutti i profumi della primavera! La dea Suada le atteggiò il sorriso, le Grazie la adornarono. Minerva diè gli ultimi ritocchi al manto: ma Ermete, per ordine di Giove, inspirò nella bellissima bambola mente da cane e fraudolento costume. Così Pandora fu da Ermete graziosamente presentata all'uomo. E l'uomo non seppe resistere, tutto obliò, e accolse Pandora. Pandora lieve aprì allora l'anfora ove erano rinchiusi tutti i mali, e i mali si scatenarono su la terra. Sventura agli uomini industri! Piena è la terra di mali! pieno il mare!

E gli uomini si vestirono di protervia e si dilettavano delle opere lagrimose di Marte. Dentro il petto avevano un cuore saldo come diamante. Erano armati di armature di rame e avevano case di rame. Ed essi, [p. 69 modifica] domati l'uno dal braccio dell'altro, sono discesi nell'ampia e gelida dimora dell'Ade, ombre ingloriose; e la nera Morte, ancor che in vista paurosi, li prese: e la radiante luce del Sole hanno lasciato.

Forse è provvidenziale che l'umanità ignori queste antiche storie, così almeno ha l'illusione di credersi giovane.

Bruciare, bruciare, come diceva l’omarino di lustrino nero della libreria di Milano; oppure marcire nel cassone, come faceva la mia povera zia!

Così si fa in fatti: una generazione seppellisce la generazione precedente; distrugge le cose vecchie; sopra ci fabbrica le cose e le case.

Sventuratamente ciò che non si può sempre distruggere, ciò che si salva è un pezzo di carta: il libro!