Il mostruosissimo mostro - Versione critica/L'autore alli cortesi lettori
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L' A U T O R E
A L L I C O R T E S I
L E T T O R I.
dire, adornato solo quanto basta à dilettare lore; ne meno mi è piacciuto favellare filosoficamente di tutti i colori, ma solo di quelli, che più si adoprano, et communemente si conoscono, et così ancora dell'altre cose, che si leggeranno nel 2. trattato. però se sara alcuno che mi riprenda in alcuna di queste parti (solo che giovinetta, ò giovine amante non sia) io non scrivo à lui, ma à gli innamorati solo, à i quali faccio intendere, che de i colori hò pigliato i più principali, intendendo, che tutti gli altri debbano ridursi al significato di quelli, co' quali hanno più simiglianza, diminuendo, et accrescendo il significato secondo che il colore sarà più sicuro, ò più chiaro. A te adunque mi rivolgo, mostro, et aborto mio, facendoti avvertito, che non lungi ti scosti dalle tue mura, et che quanto più sia possibile habiti, et ami i lochi occulti, acciò che ti possi nascondere dalle insidie de malvagi, nelle braccia de' quali sò, se per tuo fiero destino, dassi di petto, saresti lacerato, et crudelmente morto, ne punto ti seria di giovamento il gridar mercè, ne il dire che amorosa fiamma ti havesse spinto; et cacciato dal tuo luogo non coltivato, ma crudi, et via più arrabiati, che velenosi serpi, si sforzarebbero precipitarti nel fiume dell'eterno oblio, quasi indegno di vita, rimanesse affatto estinto ne havrebbero riguardo all'amore, il quale havendoti spinto fuori di te, qual tu sia, così ti mena. però di nuovo, con le più calde preghiere che io posso, ti esorto, come se tu fossi isbandito più secreto, che sia possibile, et che ti contenti di habitare, et vivere tra le solitudini de semplici amanti, ne lasciarti commovere da i falsi allettamenti, ne dalle vanissime lusinghe de gli infidi adulatori di andare errando hor quinci, hor quindi, acciò che non te ne avenga male, et se pure ti incontrasse nella copiosa turba de' detrattori, caramente ti prego, che con la tua humiltà sopporti in patientia le loro percosse. Ma à che t'ascrivo tante leggi? mandandoti fuori sotto così celebre nome? riportati in ogni caso alla prudenza di questa tua, et mia Signora,
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