Il palio di Siena: cenni storici ed impressioni (1894)/Un po' di storia

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Un po' di storia

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UN PO’ DI STORIA



NN
o, mi faccia questo favore, non butti via il libro così alla prima per paura del titolo; — non si spaventi di qualche pagina di storia. Lo so che lei l’ha tutta sulla punta delle dita la storia, specialmente quella di Siena; ma creda — non straluni gli occhi, non sbuffi così — sarà come un niente: una corsettina, una carriera, anzi una gita col treno lampo attraverso i secoli, tanto per vedere, magari di sfuggita, come si sollazzassero quei capi ameni dei bisnonni di questi non meno capi ameni degli odierni senesi, prima che si facesse correre il Palio attuale delle Contrade, con cavalli e fantini, e quindi, se la divina misericordia ci permetterà di [p. 2 modifica]tornare incolumi da questo viaggetto traverso il medio evo, andremo insieme a vedere quel famoso e celebrato spettacolo, e se non l’hai mai veduto, creda a me, ci si divertirà di sicuro, e molto.

Siena, che il poeta Bizantino Marcello Tarcagnota chiamò

Mater nobilium nuruum
Antiqui soboles Remi
Sena, deliciae Italiae...,

che Taine appellò première institutrice et maitresse en matière de beau e che Fazio degli Uberti disse

Di leggiadrìa, di bei costumi piena,
Di vaghe donne e d’uomini cortesi


ha tante belle cose fra le sue antiche mura, tanti ricordi gloriosi nelle sue storie, per i quali va famosa nel mondo: l’aere fine e puro come il linguaggio dei suoi abitanti, il duomo, che è una delle ottave meraviglie del globo, il carattere severo dei suoi edifizi medievali, che non hanno mai per questo preso in canzonella nessuno, il pan-pepato1, [p. 3 modifica] il buristo2, l’acqua di Fontebranda che ha la bella virtù di inoculare nelle vene il microbo, il bacillo della matterìa, il cuore aperto e leale dei suoi cittadini. Santa Caterina, San Bernardino, la battaglia di Montaperto con la inseparabile e non mai abbastanza nominata Arbia colorata in rosso3, il cielo sereno ... quando non piove e non è nuvolo, il Monte dei Paschi4, la Lizza5, la torre del Mangia6



mandorle, candito e farina, di cui nelle feste del Natale si fa un consumo inverosimile in città ed una enorme spedizione in tutta Italia e fuori. In Sìeua la mensa piti miserella, nei giorni di Ceppo e Capo d’anno, ha il suo pezzetto del tradizionale panforte f il celebre dolce cittadino. [p. 4 modifica] ma sopra tutto questo, che basterebbe già a farla celebre, sta il Palio delle sue diciassette Contrade, lieto avanzo di un tempo lontano lontano, in cui gli avi, per mantener vivo lo spirito marziale anco nel tempo della pace, si dilettavano allo spettacolo di gare di gagliardìa, nelle quali l’animo ed il braccio dei giovani si tempravano alle prove più ardue e spesso feroci in pro’ della patria.

È mai possibile che esista in questo mondo qualcuno che non conosca, magari di saluto, il Palio di Siena?

Io dico di no a occhi chiusi, perchè se vi fosse un essere tanto infelice, lo consiglierei a dare le dimissioni da uomo vivente e civile.

Si può ignorare, che so, la storia della costola di Adamo, da cui venne fuori quel rompicollo di Eva, ma non è permesso, senza valer meno di una ghiarabaldana, che ne danno ventimila per un pelo d’asino, ignorare che in Siena, ogni anno, il 2 luglio ed il 16 agosto, si fa una corsa tutta


tichi chiamavano il tempo edax (disfcrnttore di tutto), per la stessa ragione i senesi chiamassero Mangia quella stataa che simboleggiava il tempo. Ma pih probabilmente quel nome le derivò da un uomo che faceva presso a poco l’ufficio dell’automa, innanzi che questo fosse collocato sulla torre. Quando in Siena non erano ancora stati introdotti gli orologi per comodo del pubblico, in determinate ore si fa<;evano suonare alcune campane per avvisare i cittadini delle varie parti della giornata. A capo degli uomini destinati a quest’ufficio stette per molti anni un tal Giovanni Ducei soprannominato Mangiaguadagni e piti semplicemente Mangia. (Miscellanea storica senese: — Anno I.». 2.) [p. 5 modifica]ciale e carjvtteristica, in nuii i»iù speciale e caratteristica piazza e innanzi una folla assai speciale e caratteristica nudi’ essa, n popolo senese è un popolo fantasioso e poetico: un po’ scettico, sempre sarcastico, leggermente pessimista, un po’ ]>ettego]o e qualche volta mordace.

Del resto in fondo buono di cuore, ’ esimusivo con gli ospiti — tìn troppo — ed incapace di far del male ad ima mosca, purché questa non gli si posi impertinentemente sul nilso. Veda, i senesi sono brava gente sa, cre<la a me, li conosco troppo bene, almeno quanto l’Oste Aeque. vino, che accennandoli tra lii festosa gente accorsa alla giostra del j Ponte a Pisa, li bat; tezzava per la gente i più leale e sincera del i mondo, ma... sicuro. c’è un ma, come in tutte le aflermazioni del j i-esto, ma hanno sempre avuto un tempersi

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  1. Nella storia della raffinatezza gastronomica Siena va famosa per il suo pan-pepato o panforte: un dolce, fatto di zucchero, mandorle, candito e farina, di cui nelle feste del Natale si fa un consumo inverosimile in città ed una enorme spedizione in tutta Italia e fuori. In Siena la mensa più miserella, nei giorni di Ceppo e Capo d’anno, ha il suo pezzetto del tradizionale panforte, il celebre dolce cittadino.
  2. Sangue di maiale insaccato con grasselli dello stesso auimale, pinoli ed uva appassita.
  3. Dante al canto X dell’inferno accennando alla grande battaglia di Montaperto (4 settembre 1260) ore si urtarono, quasi in duello le parti guelfa e ghibellina, lo fa con i versi: Lo strazio e il grande scempio che fece l’Arbia colorata in rosso,
  4. Antico e solido istituto di credito che conta la bellezza di oltre 320 anni di vita mai funestata da patriarcali amministrazioni. Del Monte dei Paschi ha scritto le vicende il Cav. Narciso Mengozzi in un’opera importante che ha modestamente intitolata Note storiche — .(Siena, coi tipi dei Sordo-Muti L. Lazzeri).
  5. Pubblico passeggio della Città.
  6. Altissima e singolarissima torre che sta a fianco del palazzo del Comune. Sopra a questa torre per varii secoli fu tenato un automa per battere le ore che fu chiamato il Mangia e la torre fu poi detta la Torre del Mangia. Non è stato ancora chiaramente dimostrato per quali cause quell’automa ebbe il nome di Mangia. Alcuni eruditi pretendono che, come gli an-