Il tempo fugge e vola

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Lorenzo de' Medici

XV secolo Indice:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.1, Laterza, 1913.djvu Letteratura Canzone IV. [Le incertezze dell’amore e della vita.] Intestazione 1 ottobre 2023 100% Da definire

Quanto sia vana ogni speranza nostra (Simioni) Io piansi un tempo, come volle Amore
Questo testo fa parte della raccolta Opere (Lorenzo de' Medici)/III. Rime


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canzone iv

[Le incertezze dell’amore e della vita.]


     Il tempo fugge e vola;
mia giovinezza passa e l’etá lieta,
e la lunga speranza ognor piú manca;
né però ancor s’acqueta
in me quel fèr disio, che morte sola5
può spegner nell’afflitta anima stanca:
ma tiemmi pur sotto l’antica branca
Amor, e fa che per la lunga usanza
bramo il mio mal per natural disio.
Ah destín fèro e rio,10
ch’a me hai dato contr’a me baldanza,
ond’io non posso aitarme!
Almen mancassi in tutto la speranza,
la qual ne’ suoi begli occhi veder parme;
però ch’Amor m’offende con quest’arme.15
     Almen non si vedessi
segno alcun di pietá nel suo bel viso,
né fussin cosí dolci le parole,
e quel suave riso
dagli orecchi e dagli occhi s’ascondessi,20
ed a me si celassi il mio bel Sole;
perché l’alma né sa, né può, né vuole
fuggir da quel che in vita la mantiene,
anzi l’induce a piú beata morte.
Cosí mia dubbia sorte25
desperar non mi lascia o sperar bene;
onde ch’io priego Amore
che levi al tutto la fallace spene,
over soccorra il mio afflitto core:
questo il contenta, e l’altro il trae d’errore.30

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     Lasso! ch’io mi credeva
che altra etá e le diverse cure
mi facessin cangiar disio e voglie:
però ch’egli avvien pure
che ’l tempo altri pensieri induce e leva,35
dando nuove impression, le vecchie toglie.
Or questo piú dolor nel cor accoglie;
ché tra mille pensier che in lui s’aduna,
come la mente in varie cose scorre,
subitamente corre,40
lasciando l’altre e se sola, a quest’una,
ove stanco riposo
truova, e cosí la mena sua fortuna;
e in questo viver mio aspro e noioso
i pensier vaghi e l’alma afflitta poso.45
     Vorrei saper, Amore,
non mi mostrando tu alcun soccorso,
per qual cagion pur l’alma stanca spera.
Forse in natural corso
vòlto è il costume giá per lungo errore,50
ed ha smarrita la via dritta e vera.
Né credo esser le par quel che giá era:
va seguendo il disio ove la mena.
E, perché la speranza la mantiene,
col disio cresce e viene.55
Dunque, se questo mai non si raffrena,
questa giá mai si parte,
benché non si vegga onde e da qual vena
venga l’acqua che ’l fuoco spenga in parte;
Amor ha poi nuove versuzie ed arte.60
     Cosí me stesso inganno,
ed indi prende l’alma il suo conforto,
onde ha cagione il lungo mio martíre.
Tanta dolcezza han pòrto
al cuor quegli occhi, che sperar lo fanno:65
questo fa che consente al suo morire;

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e come lo conduce il van desire,
va drieto a quel che non discerne o vede;
il mal che pruova non conosce ancora,
e quel, che al tutto è fòra70
di sua salute, sol disia e chiede,
e, come Amor l’invita,
crede nel morir suo trovar merzede;
né può piú da se stesso avere aita,
che ad altri ha dato il fren della sua vita.75
     Dunque di sé si dolga,
anzi del vago lume che lo indusse
al cieco errore, onde sua morte nacque;
e, se questo il condusse,
o non pensi che sí presto lo disciolga,80
ché dispiacer non può quel che giá piacque:
anzi dal primo dí che in esso giacque
quel gran disio, cacciò fuor della mente
qualunque altro pensiero, e lui la prese.
Se allor non si difese,85
nol fará or, quando al suo mal consente.
Or, s’è per mio destino
che cosí esser debba, o presto o lente,
come quel vuol, convien segua il cammino,
fin ch’io sia giunto all’ultimo confino.90
     Canzon, di mezza notte
poi che se’ nata, fuggi il sole e il giorno;
piangi teco il tuo male;
fuggi l’aspetto del bel viso adorno;
lascia seguir la sorte tua fatale,95
poi che il far altro è indarno e poco vale.