L'arbor che a Febo giá cotanto piacque

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Lorenzo de' Medici

XV secolo Indice:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.1, Laterza, 1913.djvu Letteratura XIV. [«Lieve cosa è mutar il lieto in orrido».] Intestazione 25 settembre 2023 100% Da definire

Ará, occhi, mai fine il vostro pianto? Io seguo con disio quel piú mi spiace
Questo testo fa parte della raccolta Opere (Lorenzo de' Medici)/III. Rime


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xiv

[«Lieve cosa è mutar il lieto in orrido».]


     L’arbor che a Febo giá cotanto piacque,
piú lieto o piú felice ch’altre piante
e per se stesso e per suo caro amante,
umbroso e verde un tempo in terra giacque.
     E poi non so per cui difetto nacque,
che Febo torse le sue luci sante
dalla felice pianta e ’l bel sembiante,
ond’è cagion d’assai lacrimose acque.
     Cangiâr colór le liete e verdi fronde,
e ’l lauro, ch’era prima ombroso e florido,
si mutò al mutar de’ febei raggi.
     Le pene sempre son pronte e feconde:
lieve cosa è mutar il lieto in orrido,
onde convien ch’ogni speranza caggi.