L'ultimo rifugio di Dante Alighieri/Parte prima/III

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La fama e l’autorità dei Polentani andava man mano crescendo e diffondendosi. Nel 1306 Bernardino è Podestà in Bologna, dove seda un tumulto levato per dar morte a Napoleone Orsini Legato Pontificio.1 Di là passa a Cervia, di cui nel ’308 si dichiara Signore cogliendo il momento in che il papa era passato ad Avignone e l’imperatore mancava per l’assassinio d’Alberto d’Austria.

Guido Novello era intanto, del 1307, compreso ne’ quindici Savi «sopra gli emergenti che nascevano et massime sopra la guardia della città di Ravenna et di Cervia, con autorità di fare ogni provvisione et spesa ad utilità de’ detti comuni et per la persona di Bernardino Polentano Podestà di Cervia.»2 Questi infatti chiedeva con istanza che gli si mandassero aiuti di cavalli e di fanti perchè la città minacciava di tumultuar et far qualche novità. I Savi provvidero perchè «virilmente fosse presa la difesa di Cervia.»

[p. 10 modifica]Verranno le pagine drammatiche della storia polentana. Per ora, raccogliendo tutte le notizie che riguardano il nostro Guido, siamo costretti a riassumere per lo più atti notarili. Così, sempre nel 1307, egli fu compreso in certa donazione fatta ai signori da Polenta da Matteo vescovo di Cervia,3 risiedo in consiglio quando si formulò la risposta all’ambasciatore di Chioggia che si lamentava che i Ravennati avessero ospitato alcuni di Comacchio, dai quali il suo comune era stato danneggiato.4

Poco di poi l’azione dei Polentani esce anche da’suoi limiti romagnoli; ma il nome di Guido Novello non è per qualche tempo registrato.

Correva l’anno 1308. Azzo d’Este morendo il primo di gennaio, sulla via d’Abano, lasciava erede Folco nato da Fresco suo figlio naturale, invece di chiamare al dominio di Ferrara alcuno dei propri fratelli. Costoro si ribellarono e ricorsero al papa in Avignone, il quale promise aiuto purché intendessero che la città vivesse sotto la protezione della Chiesa romana! Francesco, fratello d’Azzo, accettò e cercò alleati. Fu allora che Folco, disperando di potersi difendere contro questa lega, ricorse a’ Veneziani e promise loro la città quando gli andassero in aiuto. E i Veneziani accettarono.

Nell’imminenza del conflitto, giunse a Ravenna Arnaldo di Pellagrua, in qualità di Legato del papa, per indurre Lamberto e Bernardino ad aiutare Francesco Estense. I due Polentani convennero al patto che loro fosse dato di guidare l’oste a battaglia e d’assalire Ferrara.

Vinsero per valore o per ingegno? Non è bene assicurato, ma noi aggiungeremo, con messer Ludovico, che n’ebbero lodi «perchè fu il vincer sempre mai laudabil cosa!» Alcuni ritennero che penetrassero in Ferrara la notte del 5 ottobre perchè alcuni cittadini comprati aprirono le porte; altri dicono che i Polentani entrarono [p. 11 modifica]valorosamente superando le mura. Certo è che cacciarono i Veneziani e tentarono di tenere la città per conto loro.

II. — Palazzo dei conti Goldi a Poppi.

Bernardino se ne fece chiamar Rettore, ma per la sua ferocità non potè mantenersi in signoria più d’otto o nove giorni, e partì [p. 12 modifica]lasciando Ferrara a Lamberto, che, a sua volta, non vi rimase più di ventisette giorni, a capo de’ quali la cedette al Legato. Costui non fu migliore de’ Polentani e volle crescere il numero de’ tradimenti: entrò coi Bolognesi in Ferrara, dichiarò pontificia la città e mancò per tal modo alle promesse fatte a Francesco. Prese parte a questa guerra e a questi negozi anche Guido Novello? Non è noto e, s’anche vi fu, certamente non v’ebbe parte precipua. La lotta non poteva dirsi ancor finita, perchè i Veneziani erano molto lontani dal cedere. Infatti nel seguente 1309 ricominciò la guerra e i Polentani tornarono contro le milizie venete. Dapprima le vittorie furono incerte e il Legato potè tenere il suo posto in Ferrara che non diede se non più tardi, e in vicariato, a Roberto di Napoli. Le sorti della guerra furono in fine assai favorevoli ai signori da Polenta, i quali vinsero la battaglia del 28 agosto sul Po, tolsero ai Veneziani il castello di Marcamo o Marcabò a’ 2 3 di settembre e lo fecero distruggere. *^ Né da tutto questo soltanto risulta il valore de’ Polentani, in ispecie del fiero Bernardino, ma dal fatto anche che costui, mentre si trovava impegnato contro a’ Veneziani, invase e s’impadronì di Cesena cacciandone il conte di Ghiaggiuolo.^^ Finita la guerra, se ne tornò anzi in quella città che reggeva col titolo di Capitano del Poll Vedi, nei Rer, ital, script, del MURATORI, il Libro del Polistorc (XXIV, 719); Chronicon estense (XV, 364); Vllist, miscella di Bart. DALLE PuGLiOLE (XVIII, 320); Annales casen, (XIV, 1 130-1 132); AnnaL forolèvienses (XXII, 180). Cfr. anche il Pigna, Hist, cll* Principi d^Este^ Venezia, 1572, p. 296; Rossi, Hist, rcpv. 517-21; Carrari, St, di Romagna^ adann.; Spreti, Notizie ^ ecc.. Parte I, 149 ecc. È noto che il Trova e il Balbo sostengono che l’Inferno di Dante era finito nel 1308. II Bartoli {Della Vita di Dante Alighieri: voi. V, della Storia della Lett, itaL, p. 199) oppone i versi del XIX à^W Inferno d* interpretazione assai discutibile, ne’ quali si fa cenno di Nicolò III degli Orsini e di Bonifazio Vili. Intanto sta a favore dell’opinione del Trova e del Balbo la terzina del XXVIII dell’/«/<fr«^.* Rimembriti di Pier da Medicina se mai tomi a veder io dolce piano che da Vercelli a Marcato dichiua. Evidentemente il poeta non potè scrivere queste parole che prima del 1309, mentre cioè Marcabò esisteva. Distrutto infatti a 23 di settembre, non risorse più, né al luogo rimase il nome. Sarebbe curioso opporre sinché a questo il solito argomento della data della visione dantesca! ^) Annal, ccesen. {Rer, ital. script, ^ XIV, 1131). [p. 13 modifica]polo, ma mentre cercava di farvi salda presa per averne perpetuo dominio, fu ad un punto di perdere Cervia. Là infatti i principali cittadini erano insorti contro di lui, maltrattando i suoi famigliari, e imprigionando Maddalena Malatesta, sua moglie, ed Ostasio suo figlio, di cui dovremo parlare più avanti. Bernardino riebbe Cervia difesa strenuamente e la riebbe solo perchè andò in suo aiuto Gilberto Santillo Vicario di Roberto che lo favoriva per guadagnarsi un alleato di più contro Arrigo VII. Questi infatti calava di già in Italia per mettersi sul capo la corona imperiale e per rialzarvi i Ghibellini.

Note

  1. Bartol. dalle Pugliole (Rer. ital. script., XVIII, 809), in una rubrica latina inserta nella cronaca. — Annal. Cæsen, (Rer. ital., XIV, 1127). — Ghirardacci, Hist. Bol., Parte I, 480. — Spreti, Notizie ecc., I, 148.
  2. Carrari, Op. cit.
  3. Rossi, Hist. rav., 517. — Spreti, Notizie ecc., Parte I, 149. — Carrari, Op, cit., al 1308.
  4. Rossi, Hist. rav., 516.