La Zecca di Reggio Emilia/Avvertimento

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La Zecca di Reggio Emilia Capitolo I
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AVVERTIMENTO.


Una monografia della zecca di Reggio Emilia, non mai tentata fino ad ora, non tornerà discara ai cultori della scienza numismatica, per il grande interesse che ad essa si connette. La considerazione che in essa lavorarono artisti di grido che da qualche tempo sono oggetto di studio diligente, quali Lodovico e Giannantonio da Foligno, Pastorino da Siena, il Signoretti, il Bombarda ed altri; la particolarità che in essa riscontrasi, e che non ha esempio nella storia di alcuna altra zecca italiana, della coniazione dei bagattini, distinta allatto da quella che si chiamava la zecca, in cui coniavansi monete d’oro e d’argento; l’abbondanza veramente eccezionale di documenti inediti che vengono costantemente in sussidio all’argomento, sono le ragioni che mi hanno consigliato al paziente lavoro della illustrazione della zecca reggiana.

E poiché il difetto principale che si lamenta oggi nella maggior parte delle storie di zecche nostre è la prolissità nella trattazione, che stanca e svia l’attenzione di chi legg:, ho procurato che l’importanza dell’argomento e il desiderio d’intrattenermici non avessero a farmi dilungar troppo, a scapito di quella chiarezza e brevità che specialmente in questi lavori è a desiderarsi. Perciò riferirò solo quanto ha stretta attinenza all’argomento e dei moltissimi documenti rinvenuti negli archivi riporterò in appendice i soli veramente importanti per l’esplicazione di quanto si riferisce nella [p. 170 modifica]monografia o come notevole supplemento ad essa. La descrizione di tutte le monete reggiane conosciute in Italia e la riproduzione dei tipi più importanti tra esse, formeranno la seconda parte del lavoro. Per rendere completa questa parte, ricorsi alla cooperazione di direttori di pubblici medaglieri e a privati raccoglitori, che tutti trovai cortesi e pronti all’aiuto. Sento l’obbligo di riconoscenza di ringraziare in ispecial modo il barone senatore Domenico Carutti di Cantogno, bibliotecario e conservatore del medagliere di S. M. il Re, a Torino, il Dott. Solone Ambrosoli, conservatore del R. Gabinetto numism. di Brera in Milano, il sig. Giuseppe Rivani, direttore del Museo di Ferrara, il sig. Dott. Giovanni Mariotti, direttore del R. Museo di Parma, il sig. Ercole Gnecchi di Milano, che mi furono larghi di comunicazioni preziose e sopratutto il Dott. Umberto Rossi, conservatore del Museo Nazionale di Firenze, che mi fu larghissimo di consigli autorevoli e mi comunicò moltissimi documenti.

Il mio desiderio di portare nuova luce alla scienza numismatica e di aggiungere una pietra al grande edificio della illustrazione generale delle zecche italiane che vuolsi incoraggiare, possa servirmi di venia alle mende incorse nel non breve nè facile lavoro.