La pesca

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Pietro Metastasio

XVIII secolo Poesie/Cantate letteratura La pesca Intestazione 15 aprile 2013 75% Poesie

 
                    Già la notte s’avvicina:
               vieni, o Nice, amato bene,
               della placida marina
               le fresch’aure a respirar.
                    Non sa dir che sia diletto5
               chi non posa in queste arene
               or che un lento zefiretto
               dolcemente increspa il mar.
Lascia una volta, o Nice,
lascia le tue capanne. Unico albergo10
non è già del piacere
la selvaggia dimora;
hanno quest’onde i lor diletti ancora.
Qui, se spiega la notte il fosco velo,
nel mare emulo al cielo15
più lucide, più belle
moltiplicar le stelle,
e per l’onda vedrai gelida e bruna
rompere i raggi e scintillar la luna.
Il giorno al suon d’una ritorta conca, 20
che nulla cede alle incerate avene,
se non vuoi le mie pene,
di Teti e Galatea, di Glauce e Dori
ti canterò gli amori.
Tu dal mar scorgerai sul vicin prato25
pascer le molli erbette
e le tue care agnellette,
non offese dal sol fra ramo e ramo:
e con la canna e l’amo
i pesci intanto insidiar potrai; 30
e sarà la mia Nice
pastorella in un punto e pescatrice.
                    Non più fra’ sassi algosi
               staranno i pesci ascosi;
               tutti per l’onda amara, 35
               tutti verranno a gara
               fra’ lacci del mio ben.
                    E l’umidette figlie
               de’ tremuli cristalli
               di pallide conchiglie, 40
               di lucidi coralli
               le colmeranno il sen.