La vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze/Libro primo/Capitolo CXXVII

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Libro primo
Capitolo CXXVII

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Cosí passando pochi giorni innanzi, comparse a Roma il cardinale di Ferrara; il quale, andando a fare reverenzia al Papa, il Papa lo trattenne tanto, che venne l’ora della cena. E perché il Papa era valentissimo uomo, volse avere assai agio a ragionare col Cardinale di quelle francioserie. E perché innel pasteggiare vien detto di quelle cose, che fuora di tale atto tal volta non si dirieno; per modo che, essendo quel gran re Francesco in ogni cosa sua liberalissimo, e il Cardinale, che sapeva bene il gusto del Re, ancora lui a pieno compiacque al Papa molto piú di quello che il Papa non si immaginava; di modo che il Papa era venuto in tanta letizia, sí per questo e ancora perché gli usava una volta la settimana di fare una crapula assai gagliarda, perché dappoi la gomitava. Quando il Cardinale vidde la disposizione del Papa, atta a compiacer grazie, mi chiese da parte del Re con grande istanzia, mostrando che il Re aveva gran desiderio di tal cosa. Allora il Papa, sentendosi appressare all’ora del suo vomito, e perché la troppa abbundanzia del vino ancora faceva l’uffizio suo, disse al Cardinale con gran risa: - Ora ora voglio che ve lo meniate a casa - e date le ispresse commessione, si levò da tavola; e il Cardinale subito mandò per me, prima che il signior Pierluigi lo sapessi, perché non m’arebbe lasciato in modo alcuno uscire di prigione. Venne il mandato del Papa insieme con dua gran gentiluomini del ditto cardinale di Ferrara, e alle quattro ore di notte passate mi cavorno del ditto carcere e mi menorno dinanzi al Cardinale; il quale mi fece innistimabile accoglienze; e quivi bene alloggiato mi restai a godere. Messer Antonio, fratello del Castellano e in luogo suo, volse che io gli pagassi tutte le spese, con tutti que’ vantaggi che usano volere e’ bargelli e gente simile, né volse osservare nulla di quello che il Castellano passato aveva lasciato che per me si facessi. Questa cosa mi costò di molte decine di scudi, e perché il Cardinale mi disse di poi, che io stessi a buona guardia s’i’ volevo bene alla vita mia, e che se la sera lui non mi cavava di quel carcere, io non ero mai per uscire; che di già avevo inteso dire che il Papa si condoleva molto di avermi lasciato.