Le odi di Orazio/Libro secondo/VIII

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Libro secondo
VIII

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Quinto Orazio Flacco - Odi (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1883)
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VIII.


Se pena alcuna ad ogni violato
    Giuro, Barine, ti nocesse mai,
    Se nero un dente ti venisse o un’unghia
            4Sola più brutta,

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Ti darei fede; ma non prima il capo
    Perfido impegni alle promesse, splendi
    Più bella molto, e dei giovani appari
            8Publica cura.

Giova alle chiuse ceneri materne
    Mentire e della notte a’ taciturni
    Segni e al ciel tutto ed agli Dei, di morte
            12Gelida esenti.

Ride Venere a ciò, ridono anch’esse
    Le semplicette Ninfe e il fier Cupido,
    Che le saette ardenti ognor su cote
            16Sanguigna aguzza.

Aggiungi ch’ogni giovane a te cresce;
    Cresce la nova servitù, nè i primi,
    Benchè minaci, lasciano dell’empia
            20Signora il tetto.

Te pe’ figliuoli tremano le madri,
    Te i vecchi avari e misere le spose,
    Vergini or ora, chè la tua non tardi
            24Aura i mariti.