Le raggione der Cardinale mio

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Giuseppe Gioachino Belli

1832 Indice:Sonetti romaneschi II.djvu sonetti caudati letteratura Le raggione der Cardinale mio Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

Nissuno è ccontento L'ammazzato
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

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LE RAGGIONE DER CARDINALE MIO

     Calacce er piatto a nnoi?!1 parli pe’ ggioco:
Me dichi bbuggiarate co’ la pala.
Calacce er piatto a nnoi?! Si cce se cala,
Manco mettemo ppiù la pila ar foco.

     Pe’ ssei cavalli e ttre ccarrozze in gala,
Già er quattromila-e-ccinquescento2 è ppoco:
Poi metti un po’ ssei servitori in zala,
Un caudatario, un coco e un zottococo:

     Sguattero, cappellano, cammeriere,
Mastro de scirimonie, cavarcante,
Cucchiere, credenziere e ddispenziere:

     Metti er vestiario, e un pranzarello annante
De tre pportate come vò er mestiere;
Che cce resta pe’ ddà a la governante?


Roma, 29 novembre 1832

Note

  1. Allude alla voce corsa in novembre 1832, che fra le riforme economiche dello Stato, dovesse entrare una diminuzione di stipendio. Vedi su ciò il sonetto antecedente.
  2. Attuale piatto de’ Cardinali. Sino a tutto il pontificato di Pio VIII era di scudi 4000 annui. Gregorio XVI lo accrebbe di scudi 500, per patto, come si vuole, stretto fra i Cardinali in conclave, qual condizione simoniaca della novella elezione.