<dc:title> Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Giovanni Andrea Tria</dc:creator>
<dc:date>1744</dc:date>
<dc:subject></dc:subject>
<dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights>
<dc:rights>GFDL</dc:rights>
<dc:relation>Indice:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu</dc:relation>
<dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Memorie_storiche_civili,_ed_ecclesiastiche_della_citt%C3%A0,_e_diocesi_di_Larino/Libro_V/Guillelmo&oldid=-</dc:identifier>
<dc:revisiondatestamp>20161107140941</dc:revisiondatestamp>
//it.wikisource.org/w/index.php?title=Memorie_storiche_civili,_ed_ecclesiastiche_della_citt%C3%A0,_e_diocesi_di_Larino/Libro_V/Guillelmo&oldid=-
20161107140941
XXII. Guillelmo, assai chiaro per esser egli stato uno de’ 43.
Vescovi con 10. Arcivescovi, con tutti li Cardinali, e molti Principi, i quali intervennero alla
seconda delle tre Consagrazioni della Chiesa di Montecasino, fatta da Alessandro
II. l’anno 1071. nel dì delle Calende del Mese di Ottobre, dove il Sommo Pontefice per la parcità, che allora correa in concedere le Indulgenze, non ne concesse, se non di soli dieci giorni a coloro, i quali nel giorno anniversario, divotamente l’avessero visitata. Nella Bolla di detta Consagrazione, che tra gl’altri riporta il Chioccarello, nella Cronologia de’ Vescovi, e Arcivescovi della Chiesa di Napoli pag. 122. si legge notato il
nostro Vescovo col Segno della SSma Croce innanzi, in questo modo † Ego
Guillelmus Lyrinensis Episcopus ; ma certamente con notabile errore, in cambio di
Larinensìs, come sta scritto in tutti gl’ altri esemplari, e non vi è chi lo
possa contendere ; imperciocché dalle lettere , che fece il Papa, per il convocamento di tal funzione è
manifesto , che chiamò solamente i Vescovi della Campagna, del Principato di Puglia , e di Calabria ; oltre che per
Lyrinensis s’intende il celebre Monistero Linnese di Francia, e mai s’ incontra
questa voce a significare alcun Vescovado.
Guillelmo , si legge ancora sottoscritto tra que’ Padri, che celebrarono il Concilio III. Provinciale
Beneventano sotto S. Milone Arcivescovo il 1. d’Aprile del 1075. come si osserva negl’Atti
del medesimo Concilio , posti nel lodato Sinodico Beneventano , dove così è notato :
Ego Villelmus Larinensis subscripsi :
la qual soscrizione a piè degl’istessi Atti, e in questo
modo si legge nel tom.6. della Collezione de’ Concilj dell’Arduini part.1. col.1554.
L’Ughellio vuole, che fusse uno de’ Vescovi, che intervennero al celebre Concilio di Melfi, celebrato da Urbano II. l’anno
1090. o meglio 1089. per la disciplina, e contro le false penitenze, ma non sappiamo con qual fondamento
ciò asserisca ; imperciocché di questo Concilio Melfitano, appena ne abbiamo i nudi Canoni,
essendo gli Atti, come, non di pochi altri, difperfi,i quali desiderandoli da Papa Clemente XI. di ven. eglor. mem. per molti capi, e maggiormente per il buon
gusto, che avea nelle cose Ecclesiastiche , e per qualunque attenta ricerca fattane, non fu
possibile rinvenirli. Può scusarsi però l’ Ughellio, perché leggendosi, che in detto Concilio, vi furono i
Vescovi di Puglia, de’ Bruzj , e di Calabria, o sia Terra d’Otranto , che è la vera Calabria ; e
sapendosi , che la Diocesi di Larino nella Provincia detta di Capitanata, che si forma parte dell’ antica Daunia, ora Puglia piana,
e parte de’ Frentani, dove propriamente è posto Larino, tra i Vescovi di Puglia vi
acchiuse anche il Larinese, e secondo l’ordine de’ tempi suppofe esservi intervenuto il
nostro Guillelmo, facendolo vivere fin’ a quel tempo, il che affatto ci è ignoto.
Questo Guillelmo, o Willelmo è lo stesso, a cui Roberto, Signore di Larino fece ampia donazione, per
la sua Chiesa Cattedrale, sotto il titolo allora S. Dei Genitricis, & Virginis
Mariae, del Monastero dell’Ordine di S. Benedetto , posto ne’ confini della Città di Larino :
In finibus, sono parole della carta , praedictae Civitatis, in loco, qui dicitur
Aurolae, come fin’ al presente si appella in linguaggio latino, che in idioma
nostrale corrotto si dice Ururi, in modo che oggi è Feudo nobile della medesima
Chiesa , come si è veduto diffusamente nel lib. 4. c.I. ove si parla d’Ururi, e ivi
si porta il Diploma, che è dato a dì 5. di Gennajo dell’anno 1075.