Non sempre avvien, che d'Ippocrene il fonte

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Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Canzoni Letteratura Non sempre avvien, che d’Ippocrene il fonte Intestazione 25 aprile 2023 75% Da definire

L'arco, che io soglio armar, non è sì frale Io ben tre volte dalla spoglia aurata
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XXVI

A MONSIGNOR

CINTIO ALDOBRANDINI

CARDINALE DI S. GIORGIO.


Non sempre avvien, che d’Ippocrene il fonte
     Lasciando, e Pindo, ove danzar son use,
     Mostrino i rai della celeste fronte
     Allo sguardo mortal l’inclite Muse.
5E quando l’alte Vergini rimira,
     Lor volge il Mondo ben sovente il tergo,
     Ond’elle piene il cor di nobil ira,
     Volgono i passi all’Eliconio albergo.
Ma, se destra real pronta si stende,
     10E lieta il coro peregrino accoglie,
     Ogni Diva la cetra in man riprende,
     E con fervido stil canti discioglie.
Dicesi allor chi fulminando in guerra
     Sparse di sangue ostil campagne e fiumi;
     15E con lodi si leva alto da terra
     Chi leggi scrisse, ed emendò costumi.
Quinci Cigni raccor prese consiglio
     In pace Augusto, e tra le schiere armate;
     Ed ebbe d’Argo a ben vedere il ciglio,
     20Che taciuto valor quasi è viltate.
Nè meno oggi a cantar veggonsi accesi,
     Che sul fiorir di quei beati tempi,
     Tua gran mercè, che di quei cor cortesi
     Sorge cortese a rinnovar gli esempi.
25Così pur dianzi in ammirabil note
     Udiva il Tebro altera tromba, e carmi,
     Onde a ragion di Giove il fier nipote
     Invidia l’ire di Riccardo, e l’armi.
Pregio sovran del duro secol nostro,
     30Pregio di te, che il suono alto sublimi;
     E benchè sacro tu risplenda in ostro,
     Fa che sì fatta gloria apprezzi e stimi.
Ostro, nè se di Tiro almo risplenda,
     Contra nebbia infernal non ha virtude;
     35Ma non avvien, ch’alma virtude offenda
     Nebbia infernal d’Acherontea palude.