Or l'ingegno e le rime

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Giovan Battista Marino

XVII secolo Indice:Marino Poesie varie (1913).djvu Letteratura VII. Le stelle Intestazione 8 settembre 2023 100% Da definire

Tu pur la notte, d'osservar sol vago Sospirava e spargea
Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/Versi morali e sacri


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vii

le stelle

     Or l’ingegno e le rime
a voi rivolgo, o stelle,
luci del ciel sublime,
tremule fiamme e belle,
de l’esequie del dí chiare facelle;
     amorose faville
del primo foco ardente,
luminose scintille
del sommo Sol lucente,
raggi del bel de l’increata mente,
     espress’e lucid’orme
de l’invisibil vero,
illustri e pure forme,
che per dritto sentiero
traete al gran Principio uman pensiero;
     pompe, fregi e tesori
da la notturna veste,
ornamenti e splendori
del bel tempio celeste,
di foco e d’òr dal gran Fattor conteste,
     sacre lampe dorate,
che i palchi eccelsi ed ampi
del firmamento ornate;
fochi innocenti e lampi
de’ tranquilli de l’aria aperti campi;
     vivi piropi accesi,
care scorte superne,
del ciel occhi cortesi,
del mondo alte lucerne,
de la vòlta del ciel pitture eterne;

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     fiori immortali e nati
ne le campagne amene
de’ sempiterni prati,
de le piagge serene
del ciel gemme minute, aurate arene;
     danzatrici leggiadre,
che con diversi balli
ite scorrendo a squadre
i volubili calli
di trasparenti e sferici cristalli;
     del sole aurea fontana
di lume almo e fecondo,
e di virtú sovrana
oceano profondo,
puri ruscelli, che irrigate il mondo;
     d’inestinguibil luce
luminose lumiere,
de la candida luce
de le lucenti schiere,
che combatton con l’ombre, alme guerriere;
     voi, de la bianca Luna
vaghe ninfe vezzose,
che ordite a l’ombra bruna
di non terrene rose
ghirlande incommensibili e pompose;
     bocche del ciel veraci,
lingue di Dio lucenti,
che ’n silenzi loquaci
favellate a le genti,
i cui tremoli rai son tutti accenti;
     o se ne’ sommi giri
fisse seguite il moto
de’ rotanti zaffiri,
o se per l’ampio ruoto
degli abissi del ciel guizzate a nuoto;

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     sí voi che ferme avete
stabilito confine,
come voi che traete,
veloci pellegrine,
per le lubriche vie l’errante crine;
     i vostri raggi d’oro,
o stelle scintillanti,
saluto, inchino, adoro
come veri sembianti
de’ sacri di Maria lumi stellanti!