Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. I, Laterza, 1912.djvu/207

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atto primo 199

SCENA V

Pilastrino porta a Orgilla da cena abbondantissimamente e commette che ordini per la sera; e, volendo ella saper la cagion di ciò, si parte. Ed ella chiama Eparo lavoratore ivi a caso per farsi aiutare: il che dimostra l’avarizia di Girifalco che non teneva famigli.

Pilastrino, Orgilla, Eparo villano.

          Pilastrino Orgilla! o Orgilla!
          Orgilla E che vuoi, Pilastrin?
          Pilastrino To’ questa robba.
          Non morrem giá di fame.
          Orgilla Oh! Oh! Puon mente.
          Ve’ quanta robba! Oimè! Mi faccio il segno.
          Che vói dir questo? È forse dodici anni
          che sono in questa casa e si ti giuro
          che non ne ho visto mai per la metá.
          Dimmi, di grazia.
          Pilastrino Non è tempo, adesso.
          Fa’ d’aver cura a questo, che stasera
          ogni cosa sia cotto.
          Orgilla Oh! S’io gli cuoco,
          ch’io caschi morta, se prima non dici
          la cosa come sta.
          Pilastrino Tu vuoi ch’io ’l dica?
          In casa s’ha da fare un par di nozze.
          Bastiti questo.
          Orgilla, Schch! Dimmi il vero.
          Pilastrino Attende qui.
          Orgilla Di grazia, dimmi il tutto.
          Pilastrino Noi saperai, se non m’attendi prima.
          Incomincia qui. Svi!
          Orgilla Mezzi i pollastri
          arrosti e mezzi lessi e questa carne
          a l’ordinario e mezzi anco i pipioni