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290 | i tre tiranni |
SCENA IV
Filocrate, il qual, come povero, in abito di pelegrino, era fermatosi ne la corte di Lucia, con consentimento loro, in su certa paglia, vede Crisaulo andar da lei ed uscirne; e minaccia tutti e duo di ammazzarli, pure in lingua spagnuola, perché ancora non appare che si sia scoperto.
Filocrate solo.
Ai porque no me a dado
el cielo, pues que era ia de tanta
servidumbre salido, de alli léjos
morir alla donde el morir podia
venir con men dolor? Quisa sará
que, con la morte sua, mucho alla
contiento andare; si de un tan grande
ultrage yo saco venganza. Quiero ir
alla, corno el buelva está noche;
y hazer de maniera que su cruel
condition y tan mala natura
sea castigada; en exemplo de Totras
que siempre tales costumbres tienen.
Quiero que está man castighe a todos
dos y despues me ya mas contento
saque de tanto trabaio y pena.
SCENA V
Crisaulo, ritornando a casa, ringrazia il cielo de la felicitá che in quella notte li concesse e racconta a Fileno la istoria tutta succintamente; ed è da lui in modo persuasoli il partirsi de la cittá che si dispuone di partir la mattina a giorno, per non averla a sposare; come, stretto da amore, dubbitava di fare.
Crisaulo, Fileno.
Crisaulo Grazie immortai ti rendo, grande Iddio,
chiunque sei del cielo e de la terra
governator, di si gran benefizio