Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. II, Laterza, 1912.djvu/321

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atto primo 309

          e darti aviso gli era necessario?
          Non potev’ei, senz’altro, verso Napoli
          pigliar la volta?
          Fazio.Certo, ch’i’ t’ho obbligo
          de’ tua conforti; ma non è possibile,
          per questo, ch’i’ non tema.
          Noferi.Dir non possoti
          altro. Ma lasciam questo. I’ vo’ la causa
          dirti del mio venir cosí sollecito
          a ritrovarti a casa. I* vogl’intendere
          da te ch’animo è ’l tuo: se tu deliberi
          dar donna al tuo fígliuol.
          Fazio.Di che domandi?
          ch’è ancora un fanciul, ch’a punto quindici
          di son ch’entrò ne’ ventanni, e non credo
          ch’ei sappia ancor come sia fatta femina?
          Noferi.Tu l’erri, Fazio. Oggi, e’ nostri giovani
          son prima tristi che grandi. Né muovomi
          a dirti questa cosa senza causa.
          Basta ch’i’ so che vuol moglie.
          Fazio.Io desidero
          saper da te quel che ne sai e quel che ti
          muove a questo.
          Noferi.Tel dirò. Per Risobolo
          sensale ed altri, m’ha fatto richiedere
          che io gli dia per moglie quella giovane
          ch’i’ tengo in casa; che forse debbe esserne
          innamorato.
          Fazio.Che mi di’ tu, Noferi?
          Noferi.La sta cosi.
          Fazio.I’, per me, mi strabilio:
          per ciò ch’i’ mi pensava ch’agli studi
          solo attendessi e non dietro alle femine.
          Noferi.Noi biasimar, che si porta benissimo
          a domandarla in sposa.
          Fazio.Dimmi, Noferi: