Pagina:AA. VV. – Fiore di leggende, Cantari antichi, 1914 – BEIC 1818672.djvu/243

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Appresso si menò mille donzelle,
di seta d’un color tutte vestite,
di musica maestre e tanto belle,
ch’allor parean del paradiso uscite;
e mille donne per guardia di quelle,
da cui la notte e ’1 di eran servite;
e mille carra coverte a scarlatto,
ch’andavano, a lor modo, piano e ratto.
Li carri, ch’io vi dico, eran tirati
ciascun da due destrieri ambianti e forti ;
per due maestri turchi eran guidati,
attenti a’loro uffici e bene accorti;
presso alla donna andavano ordinati
con canti e suon perch’ella si conforti;
sopra ogni carro aveva la bandiera,
lá dove Tarme di quella donna era.
26
Appresso un carro v’era d’oro fino,
tratto da dieci grossi palafreni,
lattati e bianchi quanto Termelino,
e d’oro aveano tutti quanti i freni ;
sopra ciascuno avea un saracino,
perché soavemente il carro meni,
il qual di perle e gemme avea cortina,
e dentro si posava la reina.
27
Or chi potrebbe raccontar le some
de’ muli a campanelle d’ariento,
che ben valeano piú di sette Rome?
Del trionfante e magno fornimento
se avete voglia di sapere il come,
io vel dirò, per far ognun contento,
com’ella potea far piú ch’io non dico,
se vero è ciò che conta il libro antico.