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86 iii - liombruno


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Allor le donne di camera uscía,
come la donna gli aveva ordinato
presto Liombrun dentro se ne gía,
alla sua sposa egli si fu accostato;
e quella donna di dolor dormía;
presso di lei egli si fu appoggiato,
il chiaro viso e la bocca ha baciata
di quella donna, che si fu svegliata.
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E Liombruno il mantel si mettía
e la sua donna nol vedea per niente.
Subitamente questa si dicía
infra ’l suo cuor: — Lassa, o me dolente!
che Liombruno fussi mi credía,
io bene l’ho sognato certamente.
Tapina me, ch’io non ho piú conforto!
Questo segno è che Liombruno è morto! —
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Cosí la donna, non vedendo niente,
un’altra volta si mise a dormire.
E Liombrun si fece similmente.
Piú che di prima la fece smarrire;
ma ella si voltò sí prestamente,
che del mantel non si puoté coprire,
che pur alquanto lo vidde per certo
prima che del mantel fusse coperto.
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Ed Aquilina di dormir si finse.
Liombruno il mantello si ha cavato;
ella fu presta e con la mano il cinse,
’nanzi che del mantel sia covertato,
sí fortemente allora ella lo strinse,
dicendo: — Liombrun, chi t’ha insegnato
lo incantamento adoperi per arte?
Chi t’insegnò venire in questa parte? —