Pagina:Acri - Volgarizzamenti da Platone.djvu/94

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formò l’universo, per far così la più bella e più buona opera che si poteva. Secondo verosimiglianza si dee conchiudere dunque, che questo mondo è vivo, animato, intelligente, e davvero generato per provvidenza di Dio.

Seguita ora a dire, l’ordinatore a similtudine di qual’animale l’ha fatto. Noi certo non crederemo che l’abbia fatto a’ similtudine d’alcuno di quei che hanno ragione di parte, non potendo esser bello ciò che somiglia a cosa imperfetta; piuttosto affermiamo che esso è somigliantissimo a quell’animale, di cui sono parte gli altri pigliati singolarmente e ne’ loro generi; conciossiachè quello dentro di sè abracci tutti gli animali intelligibili, siccome questo mondo contiene noi e tutti gli animali visibili. E avendo Iddio voluto assomigliarlo al perfettissimo e bellissimo degli animali intelligibili, formò un animale unico, visibile, che s’accoglie in grembo tutti gli animali che gli son congiunti per natura. Ma abbiamo detto bene innanzi che uno è il cielo, o stava meglio dire molti e infiniti? Uno, ammesso che il cielo fu formato secondo il suo esemplare. In vero, quanto a quello che contiene tutti gli animali intelligibili, non ce ne possono essere, per mo’ d’esempio, due; altrimenti c’è bisogno di nuovo d’un altro animale che gli abbracci tutt’e due, e del quale questi sarebbero parti; ed allora non più a somiglianza di questi due si dee dire ch’è fatto il mondo, bensì, e più giustamente, a somiglianza di quello che li contiene. Adunque acciocchè fosse questo mondo,