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190      Aggiustare il mondo

il telefono. Eppure, queste persone sono acclamate come grandi eroi, e le loro eredità considerate immortali. Forse, se ci si interessa solo di queste cose, ciò è sufficiente. Ma se ci si preoccupa veramente del loro impatto – anziché, semplicemente, di come viene percepito – è necessaria una riflessione più attenta.

Riflettendo più in profondità, il ragazzo nota come le professioni correlate alle scienze siano quelle che, da anni, trova più interessanti. Ma critica apertamente tutti quegli scienziati che seguono linee di ricerca perché sono “di moda”, attirano maggiore attenzione – e fondi – e agevolano, quindi, la possibilità di fare scoperte importanti.

Una volta – ricorda Aaron – passai del tempo con un noto accademico che aveva pubblicato diverse opere, ampiamente riconosciute come classici anche al di fuori del suo campo; mi diede alcuni consigli per intraprendere una carriera nel mondo delle scienze. Diceva, in particolare: «Questo, o quel campo, è molto caldo in questo momento; potresti davvero farti un nome entrandoci». L’idea era che le scoperte più importanti sarebbero state fatte, di lì a poco, proprio in quell’ambito, e che se avessi scelto quel campo, avrei potuto essere proprio io a farle. Secondo il mio modo di pensare, però, una cosa del genere lascerebbe una pessima eredità all’umanità. Presumibilmente, Darwin e Newton non hanno iniziato le loro ricerche perché pensavano che il loro campo di ricerca fosse “caldo”. Pensavano che, operando in quel modo, avrebbero avuto un impatto significativo, anche se questo, poi, si è rivelato sbagliato. Ma chi si unisse a un campo di ricerca semplicemente col pensiero che da esso potrebbe derivare, presto, una scoperta importante, non potrebbe mai godere di una simile prospettiva.

La figura del giudice della Corte Suprema, nel pensiero e nello scritto di Aaron, è uno dei ruoli apicali che meglio si presta per motivare questo suo pensiero su professioni ed eredità. Ma, anche, qui, il suo ragionamento prende strade originali. Per fare bene il giudice quando sarai giudice – osserva – ti devi “comportare male prima”, altrimenti sarai un magistrato senza alcun impatto sulla società e che semplicemente seguirà la politica del Presidente che lo ha nominato.

Lo stesso – sostiene Aaron – vale per altre professioni che consideriamo, erroneamente, importanti. Prendiamo, ad esempio, il ruolo di giudice della Corte Suprema. Tradizionalmente, si pensa che questo sia un lavoro importantissimo, in cui si prendono decisioni di grande rilevanza. In realtà, mi sembra che i giudici abbiano un impatto minimo: la maggior parte dell’impatto è già stata determinata dalla politica del Presidente che li ha nominati. Se non ci fosse stato quel giudice, il Presidente avrebbe trovato qualcun altro che avrebbe immediatamente assunto posizioni simili. L’unico modo per avere un vero impatto sulla società, come giudice della Corte Suprema, sarebbe quello di cambiare la propria politica una volta nominati; e l’unico modo per prepararsi a questo sarebbe quello di passare la maggior parte della propria carriera a fare cose ritenute sbagliate, nella speranza