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26      Aggiustare il mondo


Si tratta di un documento che sarebbe rimasto nella storia e che, di lì in avanti, sarebbe stato citato, e preso ad esempio, da gran parte della letteratura sul tema e, soprattutto, dagli appassionati di hacking.

Il giovane hacker aveva scritto questo documento l’8 gennaio del 1986. Lo aveva elaborato di getto, subito dopo essere stato arrestato.

Il titolo del Manifesto è The Conscience of a Hacker, “La coscienza di un hacker”, e il contenuto si presenta molto suggestivo sotto diversi aspetti.

A un certo punto, si focalizza proprio sul rapporto conflittuale tra questi giovani e l’intero sistema scolastico.

Un altro ragazzo è stato arrestato oggi – scrive The Mentor – La notizia è su tutti i giornali: «teenager arrestato per una vicenda di crimini informatici», «hacker arrestato dopo aver truffato una banca». «Dannati ragazzini, sono tutti uguali». Ma hai mai guardato, tu, con la tua psicologia da quattro soldi, e con il tuo cervello tecnologico rimasto agli anni Cinquanta, che cosa c’è dietro agli occhi di un hacker? Vi siete mai chiesti che cosa abbia fatto nascere la sua passione, quali forze lo abbiano forgiato, quali lo possano avere modellato? Io sono un hacker, entra nel mio mondo... Il mio è un mondo che inizia con la scuola. Io sono più sveglio della maggior parte degli altri ragazzi. Questa robaccia che ci insegnano a scuola mi annoia. Dannati sottosviluppati, sono tutti uguali. Proprio ora sono a scuola. Ho ascoltato i professori spiegare per la quindicesima volta come ridurre una frazione. E l’ho capito. «No Ms. Smith, non le mostro il mio lavoro, l’ho fatto nel mio cervello». Maledetto ragazzino, probabilmente ha copiato, sono tutti uguali.

Il disagio studentesco descritto da The Mentor rimanda direttamente all’infanzia scolastica di Aaron.

La scoperta del computer e di Internet porterà a cambiare completamente il quadro, a disegnare uno spazio di libertà che era lì, pronto da utilizzare, fuggendo, appunto, da quel tipo di scuola e di educazione.

Nel suo Manifesto, l’hacker annuncia con grande gioia ed enfasi la “scoperta” che gli cambia la vita:

Ho fatto una scoperta, oggi. Ho trovato un computer. Aspetta un attimo, è davvero cool. Fa quello che gli dico di fare. Se fa un errore, è perché ho sbagliato io. Non perché non gli piaccio. O perché si sente minacciato da me. O pensa che io voglia fare il furbo. O perché non gli piace insegnare, e non vorrebbe essere qui. «Dannato ragazzino. Tutto ciò che fa è giocare. Sono tutti uguali». E poi, è successo: una porta mi ha aperto un mondo, che scorre attraverso le linee telefoniche come eroina nelle vene del tossicodipendente, un impulso elettronico è fatto uscire, si trova finalmente un rifugio dalle incompetenze quotidiane, una tastiera è stata scoperta. Questo è il luogo cui appartengo io. Conosco tutti qui, anche se non li ho mai incontrati, anche se non ho mai parlato con loro, anche se non li sen-