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50      Aggiustare il mondo


Gli hacker iniziarono a integrare il kernel in GNU/Linux e, più o meno a metà degli anni Novanta, apparve un intero sistema operativo libero e funzionante che si diffuse attraverso Internet, sino a diventare un diretto concorrente di Microsoft Windows.

Non appena il movimento del software libero prese forza, iniziarono ad essere chiariti alcuni punti essenziali, soprattutto dal punto di vista del possibile impatto economico di questo nuovo modo di concepire lo sviluppo dei programmi per elaboratore.

Innanzitutto, fu evidenziato come il software libero si potesse anche usare in ambito commerciale e imprenditoriale e come potesse, poi, essere venduto a qualsiasi prezzo di mercato ritenuto congruo; sempre, però, mantenendo il codice libero e a disposizione di tutti. Il mondo del business avrebbe potuto garantirsi profitti producendo, o supportando, software libero, e la cosa interessò immediatamente alcune grandi aziende, tra cui IBM e HP.

Il parallelo tra il software libero e la cultura libera è molto forte, anche se occorre fare alcune distinzioni.

A differenza del software, la cultura, ricorda Lessig, ha sempre avuto un elemento di controllo proprietario, pur essendoci, contemporaneamente, un incoraggiamento della produzione di cultura libera.

La partecipazione alla vita culturale di una società da parte di un individuo richiede, nel pensiero di Lessig, un procedimento che è definito di “remix”: un soggetto legge un libro e racconta la trama agli amici, vede un film che lo ispira e condivide la storia con la sua famiglia e, in tal modo, mira a diffondere la cultura o a stimolare l’ispirazione artistica altrui.

È impossibile immaginare, sostiene Lessig, un ambiente culturale dove ogni persona non sia libera di attuare una simile pratica. Il remix diventa l’essenza stessa di come le culture sono create: è l’azione di leggere, di criticare, di riportare, di condensare parti di cultura. Questa regola si è sempre applicata alla cultura commerciale e a quella non commerciale: la possibilità di remix non è limitata a ciò che risiede nel pubblico dominio poiché, nella tradizione, chiunque è sempre stato libero di remixare, sia che il materiale fosse protetto da copyright, sia che non lo fosse.

Questa libertà, tuttavia, storicamente è stata limitata da un fattore tecnologico determinante e da precisi interventi della politica e del Legislatore.

Da un punto di vista strettamente tecnico, fin dall’inizio dell’umanità, chiunque era stato libero di remixare, ma la tecnologia, ossia gli strumenti impiegati per il remix, erano, essenzialmente, basati sull’utilizzo della parola. Si usava la comunicazione verbale per ricreare la cultura, e si usava la parola per criticare: per cui, la modalità tipica e ordinaria attraverso la quale la cultura veniva creata era, essenzialmente, testuale e verbale. Nessuno ha mai ristretto la libertà di fare cultura, perché nelle società libere, nessuno, sostiene Lessig, ha mai manifestato il proposito di limitare l’abituale attività/livello di comunicazione delle persone.