Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/115

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Il viaggio del Sole, e le fatiche
De la sorella sua, degli altri i passi,
345I dolor d’Orïon, del Can la rabbia,
Di Calisto e Cefeo l’eterna sete:
Questo ci mostra pian talora il monte
Di Pierio, di Pimplia e d’Elicona;
E ci conduce ove le Muse e Febo
350Ci fan dir cose a maraviglia altere.
Chiara tromba sovrana, il cui gran suono
Di così raro onor il mondo ingombra,
Che mille altre cittadi, e Smirna e Rodo
Sol per gloria acquistar ti chiaman figlio;
355Tu ’l puoi saver, che lui compagno avesti
Per far l’onde Sigee sanguigne e ’l Xanto,
E far troppo aspettar la casta sposa.
Or non sa il mondo omai, non è palese
Che questa è la cagion che l’edra antica,
360Perché al padre Leneo le tempie cinge,
Al santo poetar ghirlanda sia?

E tu, stolto cultor, vergogna avrai
Di spender quanto puoi tempo e sudore
In condurlo perfetto al punto estremo?

365Ma tempo è di chiamar la pia consorte,
E farle sovvenir che questo frutto
Non ci dà solo il vin; ma molti ancora,
Per chi gli sa trovar, profitti apporta.
Ben misuri fra sé quanta sia lode
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