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IN TOSCANA. 319

     Con rime sdrucciole
     Mottetti e cobbole,
     Sonetti e cantici;
     Poscia, dicendosi
     430Fiori scambievoli,
     Sempremai tornino
     Di nuovo a bevere
     L’altera porpora,
     Che in Monterappoli
     435Da’ neri grappoli
     Sì bella spremesi;
     E la maritino
     Col dolce Mammolo,
     Che colà imbottasi,
     440Dove salvatico
     Il Magalotti in mezzo al solleone
     Trova l’autunno a quella stessa fonte,
     Anzi a quel sasso, onde l’antico Esone
     Diè nome e fama al solitario monte.
445Questo nappo, che sembra una pozzanghera,
     Colmo è d’un vin sì forte e sì possente,
     Che per ischerzo baldanzosamente
     Sbarbica i denti e le mascelle sganghera:
     Quasi ben gonfio e rapido torrente
     450Urta il palato e il gorgozzule inonda,
     E precipita in giù tanto fremente,
     C’appena il cape l’una e l’altra sponda.