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174 | la dama fallace. |
pericolo; e quindi ve lo trasse, con tutta la forza
e con tutti i lacci, l’amore.
E quell’accensione lenta, nuova per lui, divampò cosí nel suo cuore che non ebbe piú requie: e il suo animo rimase conquiso, occupato, umiliato da quella donna la cui bellezza s’elevava e raffinava con lo strano contorno della pietà e del mistero. Egli fece e le ripeté molte proteste, ma la dama o taceva inquieta o rideva mestamente; ed un giorno in cui egli insistette per ottenere una parola, una parola sola, ella disse: — Io non ci penso a rimaritarmi.
Don Alfonso non le chiedeva questo o non le chiedeva tanto. Allora la dama lo guardò fissa per leggergli il pensiero negli occhi; poi soggiunse: — Che cosa domandereste a una dama nobile ed onesta? — Una parola! soltanto una parola! — La dama gli sorrise.
In fine, un altro giorno, ella si dolse perché le bisognava interrompere la consuetudine di quei piacevoli colloqui.
— Impossibile! — esclamò don Alfonso —. Voglio vedervi, udirvi! Chi può impedirmelo?