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152 profugiorm ab ærumna

rarissima! Oh essemplo degno di memoria fra e’ mortali! In casa sua da gente insolentissima e perfino da’ gaglioffi mal ricevuto, svilito, percosso, ributtato, e lui né in parole né in gesti mai scoprirsi. Tutte le ubriachezze degli altri sofferse, con tutti dissimulò el suo sdegno, a tutti si diede giuoco e strazio, a ogni altrui iniuria tacito e paziente, perché così bisognava al suo instituto. Lui solo: quella brigata e molta e bestiale. Lui non atto per ancora a vendicarsi: coloro presti e pronti a superchiarlo d’iniurie. Lui né discoprirsi sanza estremo suo pericolo né partirsi sanza intollerabile tristezza e acerbità d’animo: loro e ivi lieti e pieni di vino, e altrove molti e pertanto quasi insuperabili. Adunque deliberò soffrire e dissimulando aspettare se il tempo o la stultizia di chi l’offese aportasse occasione e luogo alcuno di rimeritarli e vendicarsi. Solo a quella Melancum, fanticella di Penolopes, quale infestava Ulisses con parole femminili e proterve, si rivolse col piglio grave e collo sguardo sì terribile ch’ella impaurì. Prudentissimo Ulisses non volle quella molestia quale e’ potea deporre sanza interturbare suo incetto. Fece come amonia Plutarco, che non si vuole ultro et sponte offerirsi alle molestie e maninconie non bisognando. Ma dove così attagli, fie nostro officio non recusare occasione alcuna per quale ne adopriamo in virtù. Così adunque fece Ulisses. Ultimo, quando fu tempo, quella brigata inzuppata di vino, stracchi del ridere, lassi dalla sazietà e pienezza; e Ulisses pronto e sobbrio coll’arco in mano prima tenta le cocche, rivede la corda e ogni suo nervo, prepara e sé e sue saette a quel che avvenne. Nulla volle preterire onde potesse per sua negligenza o precipitata voglia di vendicarsi avvenire che e’ forse meno si satisfacesse in tanta impresa. Indi vedi con quanta virilità e’ rende opera a chi da lui meritava male.

Simile faremo e noi. Se forse al tutto deliberiamo satisfare a’ nostri sdegni, provederemo col maturo consiglio quel che bisogni, aspetteremo con sofferenza quel che attagli, useremo non stizza, non subitezza, ma virilità e fermezza d’animo dove e quando così ci si presti luogo e tempo a satisfarci; e in ogni nostro discurso escluderemo ogni fretta e ardore di volontà. Mai venne tardi quel frutto qual venne in tempo; e persino alle pine, frutto durissimo e