Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/183

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libro terzo 177

opera, tanto che lasso poi dormirò». Omero trovò a questo nuovi rimedi, dove egli introduce quella Tetis che suade al figliuolo suo adolorato cosa quale io non voglio dire, ché sapete gli dice: «Figliuol mio, trastullati con qualche tenera fanciulla stanotte». E altrove afferma el tuo gravissimo Omero che ’l coito introduce sonno dolcissimo e innocuo. E’ Greci chiamano le cure dell’animo acidos. Indi nominorono Venere acidalia, ditta che lievi le cure dell’animo. Ma che diremo del vino? Rammentati in quanti luoghi egli adoperi el vino a sollevare le triste gravezze dell’animo. Iunone si lagnava non essere stata, quanto ella desiderava, accetta a Iove, e Vulcano, pincerna degli dii, gli diede el vino col quale ella dilavasse ogni tristezza. E Laodices, moglie di Elicanore, al figliuolo stracco in fatti d’arme diede el vino dolce, e disse: «el bere restaura le forze e rafferma l’animo». Scrive Iulio istorico che Massimino, uno de’ successori a Cesare moderatore dello imperio romano, quel che solea in un dì mangiare quaranta libre di carne lui solo e bere una anfora di vino, e solea ricevere in certe tazze el suo sudore quando e’ s’affaticava, e spesso monstrava tre sestari vasi pieni del suo sudore, — costui iudicato inimico della patria dal Senato, essarse in tanta ira che percosse per furore el capo al parete e corse per cavar l’occhio al figliuolo. Solo uno ottimo rimedio giovò a tanta sua estuazione: inebbriossi. E quanto io, non ardisco a biasimare questo rimedio, qual pur giova, benché a me e’ non sia bello. Molte cose fatte piacciono quali sono non belle mentre ch’elle si fanno.

E ancor veggo che questo uso del vino non in tutto dispiacque a più e a più ottimi e degnissimi uomini. Solone e Archelao, nominatissimi e filosofi e principi, e Catone, vivo simulacro di severità e austerità in Roma, soleano lassare le cure dure e acerbe dell’animo e ammezzarle col vino. Piaccia questo rimedio del vino a chi e’ forse s’attagli. A me aggradono alcuni altri rimedi forse non dissimili da questi, ma più degni e più convenienti a uno uomo moderato e constantissimo. E in prima mi piace quello omerico Achille, quale per requiescere dalle molte sue faccende militari solea sedare l’animo cantando insieme col plettro e colla lira, instrumento musico. Quinci credo