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204 de iciarchia

e la fante, e la tavola posta due volte il dì a uso di conviti solenni? Questo sospirare tuo, Battista, dimostra che a te pari ne duole quanto a noi.

Battista. Di questi costumi della terra mai accadde a me altrove ragionarne; e sonci come forestiere, raro ci venni e poco ci dimorai. Circa i fatti publici si potrebbe argumentare qualche pronostico da’ costumi privati de’ cittadini. Non dico altro. Quanto a’ nostri qui ragionamenti domestichi s’acconfa, dico, in qualunque famiglia sarà più onorato chi ha che chi sa, e arà più luogo la voglia di pochi che il buon consiglio di molti, e saranno in più stima le cose della fortuna che la virtù, a questa famiglia certo sta dedicata prossima ruina. Certi altri errori, quanto e’ son più puerili, tanto più sono da schifarli a chi desidera avere reputazione e grazia fra’ suoi cittadini: essere lezioso, sdegnoso, borioso, linguacciuto, difendere le sue favole con molti periuri e busie, si vogliono emendare. Precetto antiquo che la donna quale vorrà essere pregiata fuor di casa, sia sorda, muta e cieca, non veggia altro che dove ella metta i piedi, e così per casa, massime a tavola, sempre muta. Questo perché? Però che le femine di loro natura sono inconsiderate, e raro dicono cose non degne di repreensione, ciò ch’elle odono interpretano a suo modo, e tutto voglionlo emendare, di ciò ch’elle vedono fanno istoria piena di levità, e sino insulse dicono parolacce da beffarle, e raffermano el detto suo con presunzione e arroganza degna di correzione. Chi adunque non vorrà essere gracchiuola simile alle femminelle, non faccia come loro, né favelli delle cose note a sé senza premeditarvi, né delle ignote senza riguardo. Amoniscono i savi che mai si parli se non di cose qual meritino esser non taciute. Questo non potrà ciascuno, massime in età giovinile, ma solo chi con studio e diligenza le investigò e imparolle. Adonque prima lode e ultimo rimedio a’ giovani sarà il tacere. E giugni a ogni parola, questo perché? Peroché tu credi ch’io non ti creda. E perché debbo io non crederti, se tu dici il vero? E se tu mi stimi incredulo, che giova darmi occasione di reputarti e mentitore insieme e periuro? Se forse io dicessi: «non ti credo, giura», so ti sdegneresti, e diresti: «sono io omo tale a cui tu non debba credere senza sforzarmi a