Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/247

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libro secondo 241

l’altro vilissimo ministro altrove delle tue voluttà, quando in lui stia el satisfarti in quello che tu tanto ami e cerchi con tanta opera e avidità. Seperiamo, adonque, l’ozio da noi, fuggendolo e cacciandolo con qualche assiduo essercizio.

La voluttà gioverà non sempre fuggirla. Sarà forse più sicuro fuggir l’insidie dello inimico, ma certo sarà più fortezza el superarlo. Così nelle voluttà, chi sempre le fugge, né mai ardisce trovarsi dove e’ provi quanto e’ puote e vale, ma come male armato si ritiene e teme troppo el suo pericolo, non acquista laude quanto chi presente vince contrastando. Eiterumdico, superar quello che supera molti altri, porta singular gloria. Vincesi con la constanza e continenza. La constanza sente quel suave che porge la voluttà, ma resiste colla sobrietà e collo astenersi, né si lascia muovere da quel proposito e stato virtuoso. La buona continenza e vera temperanza, assuefatta a nulla desiderare quello che mancasse circa le voluttà, e confirmata in modo ch’ella non si lascia commovere alle illecebre e lusinghe delle cose voluttuose, vince e supera, e gode essere in questo insuperabile e sempre vincitore. Fugaremo, adonque, l’ozio, e vinceremo la voluttà. Per ben potere questo, quando l’instituto nostro sia per assimigliarci a’ virtuosi e ben costumati, sarà utilissima opera por ben mente a riconoscere noi stessi. Detestabile miseria stimarsi non misero quando e’ fia simile a’ miseri! Fra’ mortali niuno si trova più misero che ’l vizioso. Adonque, bisogna dar modo, se alcun vizio forse latita in noi, che sia ogni dì minore, o almen meno noto agli altri; e se v’è qualche sintilla di virtù, ch’ella accresca tuttora eccitandola. Se si potesse, mai si vorrebbe restar d’adoperar l’ingegno. L’opere dello ingegno e intelletto hanno in sé molta parte di divinità, né sono la notte in ombra minori che il dì col sole: sempre occorreno e segueno pronte quanto la ragion le chiede, Almeno quel tempo che ti concedono l’altre cure e opere necessarie alla vita, sarà con grande emolumento usurparlo e adoperarlo in quello che in te può l’ingegno tuo. Niuna cosa più atta, più conveniente ad acquistar virtù e buoni costumi, quanto assiduo leggere dotti scrittori antiqui. Tu ascolti con voluttà chi ragiona spesso di cose frivole e di niun pregio. Da