Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/271

Da Wikisource.

libro terzo 265

ordine alcuno. E’ maestri fabricatori dello acquedutto, prima ch’egli aprano onde si riceve l’acqua, curano e determinano per onde sia el suo corso e derivazione atto ed espeditissimo. Così bisognerebbe a noi in questa materia di sua natura amplissima, gravissima, diffusissima, provedere che ’l nostro ragionamento sia non abrutto, non disciolto, non confuso, ma condutto parte in parte con attitudine e facilità non ingrata. Non succederà questo quanto voi vorresti, incolpatene la dottrina: approverrete la intenzione mia in ubbidirvi. Per potere tradurmi in quel che resta, repetirò e’ primi ingressi nostri in questa causa. Noi proponemmo che ’l principato avea in sé certa ragione di moderare gli omini, e statuimmo che niuno può esser moderator di molti se non sapea bene aversi con pochi, e che ’l primo officio era moderar se stessi, e di questo moderamento privato trattammo sino a qui. Ora el governo e moderazione degli altri si porge in due modi; l’uno circa molti, come chi fusse proposto rettore d’una città, d’uno essercito, d’una provincia, e simili publici magistrati; l’altro quando fusse primo e superiore a pochi, come sarebbe a un numero d’omini couniti per confederazione, conversazione, consanguinità, e simile. E questo sarà magistrato sì, non però publico; ma sarà officio composto della cura domestica colla sollecitudine publica. Co’ ragionamenti nostri quanto io satisfaccia a’ pensieri vostri, Niccolò, e tu Paulo, el iudizio starà in voi. Dico a questi giovani: la intenzione e destinazione mia qui non è di referire e’ documenti atti al governo publico: altrove fia da disputarne: ma il procedere nostro in esplicare con qual moderazione di vivere colla multitudine simile agli altri privati cittadini, massime fra coniunti e familiari, ciascun di voi diventi primario e pervenga a tanta eccellenza in quello che sia in lui posto, non in la fortuna, che nulla più vi si possa desiderare, onde sequiti che insieme la famiglia tutta si trovi beata, onorata e felicissima. Raro, figliuoli, anzi mai mancherà che tu nato in famiglia nobile, non impotente, non abietta, allevato con ottima disciplina, osservando quanto noi esporremo, e perseverando in ben moderar te stessi, non pervenghi fra’ tuoi e in republica a grado eccelso, primo e illustrissimo.