Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/276

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270 de iciarchia

rettore de’ movimenti suoi più che di parere agli altri eccellente, sta pieno di fede, pietà, benignità, benificenza, e vive constante, perseverante in le cose oneste e lodate. Adonque, sarà più valido e più stabile. Ecci questo forse, che quanto el nostro è più in sé elegante e degno, tanto vi bisogna modo e diligenza più escogitata.

Paulo. Qual di noi padri non prova quanta bisogni sollecitudine a chi prese aver cura e moderazione sufficiente, non dico degli altri ma solo de’ suoi? A me pare questa opera molto laboriosa, molto intricosa.

Battista. Non di sua natura, Paule, ma viene questo da’ costumi depravati co’ quali cresce la gioventù male custodita. La natura fece l’omo disciplinabile, prono ad umanità. El crescere con dissoluta licenza lo rende contumace. E nasce tanto male più dalla troppa indulgenza de’ maggiori che altronde, però che quando e’ suoi sono teneri d’età, e’ maggiori desidiosi e negligenti non curano e lascianlo’ ausarsi a costumi parte leziosi parte provani, onde imparano superare la onestà colle insolenze e caparbità. Degni di biasimo, più studio pongono in accostumare el sparviere alla venazione che in accostumare il figliuolo a virtù. Non nego a questo nostro patrocinio così come nell’altre buone arti, bisogna ragione e modo, e conviensi avere a te non tanto quello che facci allo officio tuo, quanto sapere bene adoperarlo. Altro sarà tenere in mano la squadra, la linea, lo stile; altro adattarlo bene al tuo lavoro. In teatro non si concederebbe che uno imperito in musica fusse duttore de’ danzatori. Molto più si conviene darsi a questa nostra opera con maturata professione quanto ella è molto più degna. Mai conducerai gli altri a buono diporto, se a te non sarà la via ben nota. Agiugni che forse come el pesce nato in acqua salsa richiede ancora condimento di più salina, così qui a’ precetti vulgari e noti in questa amministrazione ora per ora bisogna adattarvi nuovo temperamento.Preterea,quando ben fusse questa provincia laboriosa, non dovete però voi omini ottimi recusarla. Fuggire la cura de’ suoi perché ella è faticosa, viene da lentezza d’animo desidioso; e recusarla forse perché ella viene senza utilità, sentirebbe di villania e sarebbe inumanità. Degnissimo ricordo quello de’ nostri maggiori: richieggono