Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/313

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Uxoria



1.     Udisti, credo, più volte e’ Lacedemoniesi essere stato popolo fra’ Greci antiqui vittorioso in arme e temuto anche, e in pace modestissimo, reverito e amato da’ suoi finitimi ed esterni popoli. E forse vi si ramentano e’ nomi di molti Lacedemoniesi famosi, i quali con sue virtù a sé acquistorono nome e gloria, e alla patria sua augumentorono degnità e autorità. Fra questi dicono fu uno chiamato Cleiodromo, uomo fuori in essercito ed espedizion d’arme e in consiglio a casa non posposto a’ primi lodati e amati cittadini. Costui sendo in età grande e grave a morte, sé adornò con quelli abiti e insigni trionfali, indosso la pretesta vesta regale, in capo la ghirlanda con sue fronde di sodo oro e gemmate, i quali ornamenti in dono e premio alle sue ben guidate vittorie esso avea dalla patria ricevuti. E sedendo a mezzo il letto con sua barba e fronte piena di maestà, chiamò a sé tre suoi, e’ quali avea eredi, figliuoli non dissimili a lui in modestia e ogni laude, che udissero la sua ultima volontà e testamento (eran lor nomi, al maggiore Mizio, l’altro Acrinno, l’ultimo Trissofo), e simili quasi parole disse:


2.     «Figliuoli miei, e’ beni e fortune, i quali l’avolo vostro, omo degno di memoria, a me padre lasciò, io li serbai sino a qui, e a voi li restituisco sì culti e migliorati ch’io spero presso di voi porgano manifesto testimone e indizio della mia modesta vita e diligenza. E voi, così priego e non dubito, farete; così vi proccurai fussi, e così vi conosco modesti e diligenti: date adunque